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La storia

Mario in volo per il sogno: da Montorio alla nazionale delle Filippine

Mario Cordioli (in bianco) durante una partita
Mario Cordioli (in bianco) durante una partita
Mario Cordioli (in bianco) durante una partita
Mario Cordioli (in bianco) durante una partita

Certe cose accadono. A volte, solo perché devono accadere. E Mario Cordioli si é trovato passeggero su un aereo con destinazione il sogno. Viaggio lunghissimo. Diecimila chilometri. Sette fusi orari di differenza. Tutto il tempo necessario per immaginare altri mondi. Tra le mani una mail di convocazione da parte della nazionale del paese che gli ha dato i natali. Mario ha 20 anni. Una storia da raccontare. Una vita che oggi appare piena di sorrisi. Fatta, però, di salite ripide e viaggi interminabili.

Mario, papà (Miro) veronese e mamma (Alma) filippina, é stato convocato dalla Nazionale under 23 delle Filippine. Calciatore non per forza. Ma per dedizione. Perché c'è sempre qualcosa da prendere a calci nella vita di tutti. I titoli vengono fin troppo facili quando accadono cose così: Mario, dal Montorio alla Nazionale filippina. E poi giù a cavalcare un fiume di emozioni. Dall'Eccellenza al sogno di giocare magari un pre olimpico dei Giochi del Sud Est asiatico. Da raccontare c’è Mario e il mondo di Mario. Dove oggi diventa possibile lasciare libera la fantasia.

«Il calcio» racconta «é arrivato dopo nella mia vita. A Puerto Princesa, dove vivevo, ho iniziato a conoscerlo da lontano. La Champions, i campioni». Solo più tardi arriverà «la passione per l’Inter». Ma prima é arrivata Verona, terra del padre. «Ho scoperto il calcio, perchè qui tutti giocano calcio. E, attraverso mio zio, è arrivato il primo incontro con il Montorio del presidente Lorenzo Peroni. Ho iniziato ad appassionarmi, come tanti ragazzini». Mario aveva anche qualcosa in più. «Ed é arrivato il Chievo. Anni di giovanili. La fortuna di allenarmi con ragazzi che conoscevano già la loro strada. Ricordo, tra gli altri, Samuele Vignato (oggi al Monza, fratello di Emanuel, giocatore del Bologna ndr), un ragazzo dotato di qualità incredibili».

Finita l’avventura con il Chievo, per Cordioli arriva la tappa di Villafranca prima del ritorno a Montorio. «Nelle ultime otto partite, prima dello stop dell'Eccellenza, ho giocato sempre titolare. Poi é arrivata questa chiamata inaspettata. Sì, mi sembra di stare dentro un sogno». Comunque vada, é successo. Comunque vada, sarà da raccontare. Marietto ha fisico sottile. Ma anima guerriera. Usa esempi per descrivere cosa vorrebbe diventare. «Jorginho é un pensiero fisso. Mi piace come giocatore. Mi piace per il suo stare in campo». Non sa ancora cosa lo aspetta dall’altra parte del mondo. Ma ha avuto modo di studiare la tratta. «Milano Malpensa-Mosca. Poi volo per Bangkok. E poi a scendere fino a Manila». La prima foto da spedire ad affetti ed amici. «Un selfie con la maglia della Nazionale». Un viaggio così lungo deve valere per forza il senso della fatica.

«Un’opportunità. Una prima fase di preparazione ad un torneo che si giocherà in Cambogia». Poi, il sogno di proseguire. Perchè, diecimila chilometri più in là, forse, sta il senso nuovo della vita da calciatore di Mario. Non per forza da titoloni, non per forza da sette colonne. «Così» conclude prima di staccare il telefono ed imbarcarsi per il viaggio, «è già bello». Sentiamoci più avanti. Intanto, spunta nuova curiosità per questa nazionale dalle Filippine. A oggi, 128esima nel ranking Fifa. Mai un Mondiale disputato. Ed un’unica partecipazione alla Coppa d’Asia nel 2019. Tuttavia, il calcio sull’isola è storia antica. Infatti, le Filippine vantano la Nazionale di più antica fondazione del continente asiatico.

Cordioli, incassata la convocazione e indossata la prima casacca delle Filippine diventerà un «Azkals». Così, infatti, sono soprannominati i giocatori della Nazionale.« C’è attesa per Mario. Pure per chi sta qui e ha un cuore biancoverde che batte nel petto. «Siamo felici per Mario» racconta il presidente del Montorio Peroni. «Condividiamo con lui un momento bello della sua vita che non sempre é stata in discesa. Montorio è una grande famiglia. I risultati sportivi gratificano. Ma la natura sociale del nostro club resta sempre in primo piano. E la condivisione sta alla base di tutto». Così vicini. Seppur così lontani. Pure Jorginho era spuntato dal nulla. Pure Mario ha una storia da raccontare. Quando avrà voglia di raccontarla.

Simone Antolini

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