<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Lo sport emergente

ll padel conquista anche Verona: campi sempre pieni e nuovi in progettazione

Padel a Verona in via Camuzzoni (foto Marchiori)
Padel a Verona in via Camuzzoni (foto Marchiori)
Padel a Verona (foto Marchiori)

Tutti pazzi per il padel. Anche a Verona. Nel giro di pochi mesi la passione per questa nuova disciplina ha contagiato centinaia di persone anche tra città e provincia, con i pochi impianti disponibili quasi sempre pieni e nuovi campi in progettazione da più parti. Il motivo? Più di uno, per un fenomeno che difficilmente di esaurirà nel giro di poco tempo.

 

 

È difficile da spiegare perchè il padel piaccia così tanto, ma sono in pochi a non restarne folgorati già dopo la prima partita. Di sicuro è uno sport semplice e immediato, si entra in campo e si gioca subito. E anche chi è all’esordio con la racchetta in mano può trovare soddisfazione. Come prendere le parti più divertenti del tennis eliminando i tempi morti in un’ora di gioco che rischia di lasciare senza fiato.

 

Dal calcetto al padel

Un boom senza precedenti in tutta Italia oltre che in molti altri Paesi europei. Come se all’improvviso le migliaia di persone che si riversavano sui campi da calcetto si siano spostate su quelli da padel, trovando molta più facilità nell’organizzare una sfida tra quattro amici che non la partita in cui di persone ne servono almeno dieci. E non è facile nemmeno trovare ore libere nelle varie strutture del territorio, nonostante la crescita esponenziale degli impianti: in Italia oggi sono più di tremila, quasi quattro volte tanto rispetto agli 800 di soli due anni fa.

 

 

Da capogiro invece l’incremento dei praticanti, che sono aumentati del 600 per cento dal 2018 a oggi, stimando attualmente oltre 400mila appassionati.

 

Piace a tutti

Il padel è uno sport di successo in quanto alla portata di tutti, principianti e non, bambini e adulti di tutte le età senza la necessità di avere una particolare preparazione atletica: si spendono circa 10 euro a testa per un’ora di gioco, e anche la dotazione e la reperibilità del materiale tecnico è alla portata di tutte le tasche.

Anche tra i vip sono tantissimi gli appassionati di questa nuova disciplina, da Francesco Totti ad Amadeus, da Roberto Mancini a Paolo Bonolis, Alberto di Monaco e tanti altri. Il padel può essere approcciato anche da persone adulte o indietro con la preparazione atletica ed è uno sport facile da imparare: bastano quattro partite per acquisire le tecniche di base. Proprio per le sue caratteristiche tecniche, inoltre, il padel si sta diffondendo tantissimo anche tra il pubblico femminile: in Spagna, ad esempio, quasi la metà degli appassionati è composta da donne.

 

I nuovi impianti

Senza dimenticare che l’altissima richiesta e la poca manutenzione richiesta dei campi sta attirando anche molti investitori pure sul territorio veronese.

 

 

«Erano anni che lo ripetevo a molti gestori degli impianti da tennis del territorio, più di qualcuno l’ha fatto», rivela Roberto Bagliardini, presidente della sezione veronese della Federtennis, «è uno sport facile e adatto a tutti, i campi spuntano come funghi anche se non sono molti ad essere affiliati alla Federazione».

In provincia ci sono o sono in fase di realizzazione gli impianti di Raldon, San Bonifacio, Costermano, Malcesine, Villafranca, Mozzecane, Arbizzano, Cavalcaselle, Caldiero, Settimo e altri ancora, in città si gioca al Pineta di via Camuzzoni e al Green Padel in strada Bresciana anche se l’elenco è in continuo aggiornamento. «I circoli affiliati alla Federtennis sono cinque», fanno sapere dalla Fit Veneto, «Verona Padel Pineta (tre campi), Tennis My Life di San Pietro In Cariano (due campi), Padel House di Caldiero (tre campi), Green Padel Verona».

Snocciolando poi i dati dei tesserati, che sono 3275 in Veneto (di cui 2578 agonisti) e 540 a Verona (492 agonisti). «I numeri degli appassionati continuano a salire, vedremo cosa succederà», chiude Bagliardini, «penso che non sia una meteora ma un fenomeno destinato a durare nel tempo, anche la Federtennis nazionale ci ha messo la mano sopra capendo l’importanza del movimento».

Luca Mazzara

Suggerimenti