Gli uni per riprendere la marcia trionfalmente inaugurata due settimane fa, gli altri per dare un’ulteriore mossa a quella condotta finora. Con sorprendente autorevolezza. La realtà che assomiglia a un sogno. O il sogno che sembra farsi realtà, da una parte. La voglia matta di dimostrare che la categoria non sta affatto larga dall’altra. Suggestioni assortite per Legnago-Virtus, veronesi a confronto nell’arena del Sandrini, pomeriggio tutto da gustare anche alla luce dei parametri delle duellanti.
Virtus a cinque stelle
Gli ospiti, in particolare, sfoggiano una condizione a cinque stelle: il massimo dei punti raccolti, la leadership solitaria del campionato, l’invidiabile condizione fisica, l’euforia diffusa, alimentata dall’avvio sprint.
Di là si registrano consapevolezze in crescita, la gamba e il cuore in perfetta armonia, a prescindere dalla caduta (preventivabile) di Padova, che ha acceso una formidabile voglia di rivincita. Sarà palleggio e battaglia, velocità e guerriglia. Più leggera ed elegante, almeno in mezzo, la squadra rossoblù. Più fisica, ben disposta al corpo a corpo, quella di casa.
Comunque vada sarà uno spot per il pallone scaligero, le cui quotazioni sono oggi in ascesa dentro un torneo nel quale non mancano interpreti di fascino e di blasone.
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Al di là della pretattica
Tra i fattori da non trascurare l’incombere del turno infrasettimanale, che condizionerà necessariamente qualche scelta. O convincerà Massimo Donati e Gigi Fresco a gestire con ancora maggiore attenzione le pedine a disposizione.
Le possibili formazioni
Il tecnico del Legnago avvicenderà probabilmente Svidercoschi con Jerry Mbakogu, tenendo sempre presente che in panchina siede una risorsa come Buric. A metà presumibile panchina per Baradji, che sconta ancora una condizione imperfetta ma che, recapitato sul campo a partita in corso, ha tutte le caratteristiche per trasformare il centrocampo biancazzurro.
Sull’altro fronte - fermo restando il tandem offensivo formato da Casarotto e dall’ex Gomez - il sacrificato eccellente potrebbe essere capitan Danti, anche alla luce della smagliante condizione di Nalini, uno cui la formula mezza partita inizia a stare parecchio stretta: «Lui è uno che se subentra è decisivo ma può rivelarsi tale anche se parte dal primo minuto», l’anticipazione di Fresco venerdì.
Una semplice tentazione? Pretattica? Una trappola per il collega? La certezza è che Nalini sta bene, come stanno bene i due attaccanti maggiormente attesi alla prova: Daniele Rocco da una parte e Matteo Casarotto dall’altra.
Profili diversi, storie diverse, caratteristiche persino compatibili. E le caratteristiche ideali per mandare in confusione il nemico. Poi ci sarebbero le inevitabili cautele di prammatica: «Magari non firmerei per il pari ma è chiaro che, dopo due vittorie nelle prime due partite, un punto in trasferta sarebbe un buon risultato», la riflessione di Fresco di due giorni fa. «Del resto non abbiamo la presunzione di sostenere che, siccome siamo in testa e loro sono neopromossi dobbiamo imporci per forza noi. Quindi anche il pareggio può essere un’opzione». Eccesso di cautela, una forma di doveroso rispetto per l’avversario o l’ennesimo tranello mascherato sotto il pelo dell’erba? Al campo la fatidica, attesissima risposta.