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Bomber ritrovato

Mbakogu: «Il Legnago mi ha aspettato. Adesso? A me piace sognare»

«Qui mi è stato dato il tempo necessario per recuperare appieno. E Donati in questo è stato bravissimo»
Jerry Mbakogu ha ritrovato la via del gol FOTOEXPRESS
Jerry Mbakogu ha ritrovato la via del gol FOTOEXPRESS
Jerry Mbakogu ha ritrovato la via del gol FOTOEXPRESS
Jerry Mbakogu ha ritrovato la via del gol FOTOEXPRESS

Jerry Mbakogu era un valore anche quando non giocava. Tutto conta in uno spogliatoio. Un suggerimento, una pacca sulla spalla, uno sguardo duro. C’è sempre stato lui, dentro al Legnago in tutto e per tutto. Sempre lì, anche quand’era infortunato. Figurarsi adesso. Una pantera Mbakogu, come ai bei tempi. Quelli del Carpi e della Serie A. Titolare per la prima volta con la Pro Patria, sette giorni dopo il gol alla Pro Sesto. Di nuovo a viaggiare forte. «Star fermo non è facile», la prima istantanea di Mbakogu, «Bello aver segnato, soprattutto per un attaccante».

Un momento di quel periodo che si porta dentro?
«Prima di tutto la capacità del Legnago e di Donati di sapermi aspettare. Mi è già successo di farmi male, ma ogni volta appena rientrato dovevo giocare subito rischiando così delle ricadute. Sono spesso stato vittima di cattive gestioni io, questa è la verità. Al Legnago invece mi è stato dato il tempo necessario per recuperare appieno. E Donati in questo è stato bravissimo».

Donati ha sempre detto quanto lei sia stato un esempio per tutto il gruppo…
«Ho solo trasmesso ai compagni la mia esperienza. Troppo semplice restare fuori una o due partite ed iniziare ad allenarsi male. Ci sta di essere arrabbiati, la soluzione però è dare ancora di più. Solo così arrivano i risultati. Io quella voglia ce l’ho ancora».

Se l’aspettava una stagione così?
«Anche sì, ma non solo perché a me piace vincere e non voglio mai accontentarmi. Ho capito che avremmo potuto fare molto bene dalla prima volta che ho parlato con Donati e con Minadeo. Pure il mister e il direttore sportivo ragionano come me. D’accordo, eravamo solo il Legnago. Una matricola. Ma fra la visione di Donati, la qualità del lavoro e le giuste metodologie di allenamento non c’è voluto molto lì, dietro le quinte, a capire che le basi c’erano davvero tutte».
E ora siete imbattuti da sedici giornate…
«Una grande soddisfazione, forse la più grande in assoluto. Mi era già successo ai tempi del Carpi, quando vincemmo la Serie B, di vivere una lunghissima striscia positiva. Davvero una bellissima sensazione».

Quanti giocatori di B ci sono nella rosa del Legnago?
«In teoria tutti, la squadra poi è giovane e di giocatori bravi ne abbiamo. Non so se tutti un giorno andranno almeno in B, la porta però è aperta per chi è convinto che il lavoro duro e l’applicazione alla fine paghino in proporzione all’impegno».

Il valore di Giani?
«C’è un feeling particolare con lui, per me è fortissimo. Ha grandi potenzialità, deve solo capire che in particolare gli attaccanti si giudicano dai numeri. Quindi dai gol. Il salto comincia dall’allenamento, se hai la giusta fame in settimana poi in partita viene tutto naturale».

L’obiettivo ora?
«Chiudere bene il campionato ed arrivare nelle migliori condizioni possibili ai playoff, col massimo rispetto per gli avversari ma con la consapevolezza che il Legnago è pronto a giocarsela con tutti. Dovremo essere un’outsider affamata. A me piace sognare».

Fosse per lei resterebbe?
«Ho firmato per un anno, con la promessa di aggiornarci alla fine della stagione. Qui si fa calcio nel modo giusto in un ambiente che mi piace. È come una famiglia». 

Alessandro De Pietro

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