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L'intervista

La grinta di Michele Scartezzini: «Ho dimostrato quanto valgo. Adesso punto su Parigi 2024»

Michele Scartezzini (a destra) e Simone Consonni con la medaglia d'argento ai Mondiali su pista
Michele Scartezzini (a destra) e Simone Consonni con la medaglia d'argento ai Mondiali su pista
Michele Scartezzini (a destra) e Simone Consonni con la medaglia d'argento ai Mondiali su pista
Michele Scartezzini (a destra) e Simone Consonni con la medaglia d'argento ai Mondiali su pista

Michele Scartezzini ha regalato l’exploit: medaglia d’argento con Simone Consonni nella madison al Mondiale di Roubaix. «L’avevo detto dopo l’Olimpiade qual era il mio obiettivo. L’Europeo era di passaggio, più per questione di testa che fisica, da affrontare senza fare drammi in caso di mancati risultati. E così è stato».

 

Ammetterà che mancare le finali con il quartetto dopo l’oro olimpico non è stato il massimo. E Ganna l’aveva sottolineato.

Si però poi ci siamo chiariti e devo dire che è stato anche il primo a chiedere anche scusa.

 

E si è presentato al Mondiale in gran spolvero. Nutriva speranze di rientrare nel quartetto?

Ovvio che ci sperassi, ma, come all’Olimpiade, sapevo che se ne poteva iscrivere solo cinque e, magari, Bertazzo era andato meglio all’Europeo.

 

È stato iscritto in due prove.

Marco Villa mi ha parlato di corsa a punti e madison, ma per questa eravamo in tre: io, Consonni e Viviani. Quando l’ho saputo, sono andato in camera da Elia per sapere se avrebbe corso la madison. Lui mi ha detto che l’avremmo fatta io e Consonni. Però se avesse vinto lo scratch o l’omnium, allora sì che avrebbe rinunciato all’eliminazione e corso la madison con Consonni.

 

Nella corsa a punti ha subito un’”ingiustizia”.

Ci sono state decisioni incomprensibili, inutilmente Amadio è andato a protestare, l’episodio dei 20 punti non assegnati ha cambiato totalmente se devi lottare per una medaglia, come sarebbe stato. A mio avviso, ho corso bene, avevo le gambe giuste, ho fatto vedere che c’ero, ma l’episodio mi ha dato fastidio alla testa.

 

Aveva già corso la madison con Consonni?

Alla Tre Sere di Aigle e al Mondiale di Pruszkov nel 2019. Con Simone c’è buon affiatamento e poi lui è un “cagnaccio”, lo vediamo nel quartetto per come sa tener duro. Insomma, con lui vai a botta sicura.

 

Avevate una strategia precisa o siete andati a intuito?

La tattica era ben delineata: ci siamo proposti di non lasciarci scappare la Danimarca, la favorita n. 1.

 

Con che rapporti avete corso?

All’Europeo nell’americana con Viviani avevo il 58x15, un po’ duro per me. Elia era più agile col 61x16. Ma con Simone ci siamo detti di rischiare col 58x15 e la scelta si è rivelata giusta, anche per me non era un rapporto duro. Avevamo anche deciso di non fare le prime volate a blocco per conservare energie nel finale.

 

Dopo sette giri è caduto.

Al primo cambio, il messicano mi tira giù e mi entra il nervoso a vedere Consonni farsi tanti giri da solo. In più la botta si faceva sentire, sono ripartito con la bici, ma il manubrio era storto, l’ho cambiata, ma non era uguale alla mia, così l’ho cambiata una seconda volta.

 

Al rientro, ha vinto la volata.

Di rabbia. Ed ho attaccato. Ringrazio Villa perché è stata una scelta dettata dall’esperienza. I danesi faticavano a fare le volate, poi d’un colpo si mettono in testa a otto giri dallo sprint, d’istinto li vado dietro, faccio cambio perfetto con Consonni che gestisce e affonda, vado in caccia, aspetto di fare i 5 punti a rientro, giro guadagnato.

 

Risultato: Italia 30 punti, Belgio 15.

Abbiamo preso il giro un po’ presto. La madison scoppia dai -60 ai -40 giri, ma avevamo visto che in volata non c’era tanta gente superiore a noi. E quando è cominciata la rumba, c’eravamo.

 

L’oro era alla portata anche quando la Danimarca ha effettuato il sorpasso.

Il problema è stato che quando gli inglesi hanno preso il giro, al penultimo sprint, il tabellone non era aggiornato e io mi sono quasi perso, non avevo capito che saltando i danesi avremmo vinto e ho saltato un cambio, così nell’ultimo sprint noi quarti, i danesi terzi. A posizioni invertite saremmo diventati campioni del mondo per miglior piazzamento nell’ultima volata.

 

Rimane un grande risultato.

È vero, ma, cavolo, è stata un’occasione che difficilmente si ripeterà. Ho, abbiamo, corso bene. Ho fatto vedere che posso dire la mia, che a Parigi 2024 non è scontato che la coppia titolare sia Viviani-Consonni, visto che anche con Elia ho corso una buona madison all’Europeo.

 

Va in vacanza?

No. Il 6 novembre corro a Palma di Majorca la prima prova della Champion’s League. Ho firmato per la Sei Giorni di Gand che correrò con il belga Gerben Thijssen. E poi mi vorrebbero a quella di Rotterdam a metà dicembre, forse con Lamon.

Renzo Puliero

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