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L'ultimo è Malesani «E dicevano che era facile vincere»

AMARCORD. Nessuna squadra italiana ha più imitato "quel" Parma
«Non dite che le grandi snobbano questo torneo, quando vai in campo lo fai per arrivare primo. Io sono orgoglioso di quel successo, mi dà grandi brividi»

 Crespo, Cannavaro e gli altri gialloblù festeggiano la Uefa. Dietro, al centro, spunta la testa di Malesani
Crespo, Cannavaro e gli altri gialloblù festeggiano la Uefa. Dietro, al centro, spunta la testa di Malesani

 Crespo, Cannavaro e gli altri gialloblù festeggiano la Uefa. Dietro, al centro, spunta la testa di Malesani
Crespo, Cannavaro e gli altri gialloblù festeggiano la Uefa. Dietro, al centro, spunta la testa di Malesani

Non ce l'ha fatta Gigi Delneri, che pure, di sicuro non aveva nessuna intenzione di snobbare l'Europa League, ex Coppa Uefa. Juve fuori, prima del previsto. Nessuna vittoria italiana da undici anni, quando il protagonista fu un altro allenatore che Verona conosce molto bene, Alberto Malesani,. Veronesissimo, "l'ultimo, a vincere la Coppa Uefa" come tiene orgogliosamente a ricordare. L'astinenza dura da quando quella che si chiamava Coppa Uefa ha prima accorpato la Coppa delle Coppe, poi ha cambiato nome in Europa League. È un quadro che valorizza l'ultimo allenatore italiano a sollevare quel trofeo, Alberto Malesani, nel 1999 con il Parma. «Ora si rivaluta molto il nostro successo, che a quel tempo era stato definito di secondo piano», ha detto il tecnico del Bologna, Gli emiliani si imposero nella finale di Uefa a Mosca, per 3-0, contro l'Olympique Marsiglia.
Era la fine di un periodo d'oro. Lo stesso anno la Lazio vinse l'ultima Coppa delle coppe. E l'edizione precedente della Uefa aveva visto la finale tutta italiana tra l'Inter di Gigi Simoni, che superò proprio la Lazio. Ora il comportamento nella seconda competizione continentale, invece, è ben diverso, come testimoniano le eliminazioni di Juventus e Sampdoria e la debacle dell'anno scorso.
Malesani non crede ad un atteggiamento snob. «Quando sei lì, giochi per vincere. Ma il fatto è che in Europa è dura - ha spiegato - e per affermarsi servono gioco e personalità. Non si incontrano mica delle squadrette. Ci si può trovar di fronte club attrezzati con grandi giocatori. A parte Manchester, Barcellona, Inter e Real Madrid, si affronta il meglio del calcio europeo».
Cosa vuol dire arrivare in fondo, Malesani lo sa bene. Solo chi ha vissuto «le incredibili sensazioni di quella serata di Mosca» può capire «che soddisfazione si prova a vincere un trofeo così». Un'affermazione che però «fu riconosciuta quasi più all'estero che da noi. C'è stato un periodo in cui avevo offerte da squadre straniere, e poche da quelle italiane». Una di queste, il tecnico veronese la accettò, andando, nel 2005, sulla panchina del Panathinaikos.
Dell'avventura culminata a Mosca, l'allenatore porta scolpito il ricordo di «campioni come Cannavaro, Thuram, Buffon e Crespo: era la prima volta che vincevano qualcosa di così importante. Poi la festa della città, fu una bella vetrina anche per Parma. E il modo in cui trionfammo. Con tre gol, uno più bello dell'altro. È raro vincere così».
Juventus eliminata dall'Europa League e Juventus arrabbiata. Non tanto per il risultato e la prestazione fornita a Poznan quanto per le condizioni proibitive nelle quali si è giocato soprattutto il secondo tempo.
«È stata una partita irregolare - attacca Gigi Del Neri -.Se le condizioni fossero state diverse, molto probabilmente stasera avremmo vinto. Così è difficile giocare a calcio, non si vedevano neanche le righe del campo». Il tecnico bianconero si riferisce soprattutto al secondo tempo, quando la bufera di neve ghiacciata si è fatta sempre più intensa, coprendo totalmente il terreno di gioco.«Non mi era mai capitato di giocare in queste condizioni: nella ripresa il campo era impraticabile, credo si dovesse rinviare» sottolinea Alessandro Del Piero.
Il direttore generale, Beppe Marotta, rivela: «Anche nell'intervallo abbiamo chiesto all'arbitro se fosse il caso di continuare e lui, non so per quale motivo, era convinto che fosse giusto proseguire».Del Neri è comunque soddisfatto della prova della squadra: «Abbiamo concesso poco e niente e lottato fino all'ultimo».
L'allenatore però riconosce: «Se siamo usciti, non è stato per questa partita, ma perchè dovevamo fare meglio nelle precedenti». E si consola così: «Adesso non avremo impegni infrasettimanali e questo ci consentirà di recuperare qualche infortunato. Snobbato? No, non abbiamo snobbato niente, ci mancherebbe. Quando vai in campo, pensi sempre e solo a vincere».
Come dice Malesani. «La gente dimentica spesso, mi fa piacere che se ne parli e che si ricordi il mio Parma. Qualcuno mi ricorda soprattutto perchè non ho vinto lo scudetto, come se la Coppa Uefa fosse una coppetta e le italiane la vincessero tutti gli anni...» Undici anni dopo, siamo ancora qui in attesa del successore del suo Parma...

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