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Kaziyski non basta, Verona va ancora ko

La Nbv Verona festeggia un puntoAsparuh Asparuhov in attacco con un pallone morbido
La Nbv Verona festeggia un puntoAsparuh Asparuhov in attacco con un pallone morbido
La Nbv Verona festeggia un puntoAsparuh Asparuhov in attacco con un pallone morbido
La Nbv Verona festeggia un puntoAsparuh Asparuhov in attacco con un pallone morbido

La Nbv Verona torna da Milano con l’amaro in bocca e tanti rimorsi. All’Allianz ha perso 3-1 e vissuto una giornata strana: la sensazione, nonostante l’assenza pesante di Boyer (in quarantena preventiva perché entrato a contatto con una persona positiva al Covid e in attesa del secondo tampone dopo che il primo ha dato esito negativo. Stessa situazione di Maar per gli avversari) è che abbia sciupato la possibilità di strappare un risultato importante contro una squadra, terza in classifica, in grande forma. Vinto il primo set agilmente, trascinata da un Kaziyski in formato strepitoso, sia in attacco sia al servizio (ieri ha dovuto fare gli straordinari caricandosi sulle spalle la squadra), ha subito il ritorno degli avversari nel secondo, dove non c’è stata partita. Ma ha poi incredibilmente, ancora una volta, sciupato nel terzo e nel quarto. Dove ha dilapidato il vantaggio che aveva. Nel terzo, addirittura, sotto 14-10, grazie a un turno in battuta micidiale di Kaziyski, è risalita fino al 14-16 per poi allungare prima sul 17-20 e poi sul 21-23. Inceppandosi, ancora una volta, come con Perugia e con Vibo, nel “corpo a corpo“ finale. Sul 24-24, per esempio, l’invasione a rete con attacco già fuori di Ishikawa descrive al meglio la poca lucidità che ha la squadra di Stoytchev nei momenti clou. E Patry, scatenato per Milano, non ha perdonato. La stessa cosa nel quarto set. Verona sempre avanti per tutta la frazione (9-14, 13-16, 16-18) si è fatta agganciare sul 19-19) e poi, sul 22-22, ancora una volta, si è sbriciolata fallendo gli ultimi passaggi di un match che con un po’ più di cinismo e freddezza avrebbe anche potuto portare a casa. Detto questo, bisogna anche fare una riflessione sui giocatori: Jaeschke, per la seconda partita di fila è partito dalla panchina entrando solo in ricezione al posto di Asparuhov. È una scelta tecnica dell’allenatore o lo schiacciatore americano, come pare, ha un problema fisico? E di che tipo? Perché ad esempio, Asparuhov, che ve sempre un po’ a corrente alternata, nel terzo set si è schiantato ripetutamente sul muro di Milano (fondamentale che ha fatto la differenza per i padroni di casa) e magari sarebbe servito un giocatore più smaliziato con le palle sporche. Mentre Kimerov, il gigante russo di 215 centimetri, partito anche abbastanza bene nel primo set (ma Milano non era in campo con la testa), si è rivelato inutile per la causa. Inefficace al servizio e fallosissimo in attacco con alcuni errori davvero grossolani. Serviva prenderlo? Forse bastava Magalini, il giovane schiacciatore veronese che può giocare da opposto e ha grandi margini di miglioramento. Il suo esordio in Superlega è stata la nota positiva della giornata. Ci sono alcune ombre sul presente di Verona. A parte questa incapacità di tenere i nervi saldi quando il pallone scotta, i gialloblù, pur cresciuti in ricezione e in difesa, fanno ancora tantissima fatica a muro. Dove oltre a non contenere gli avversari, si fanno sempre beffare dalle palle spinte oltre la rete o dal mani-fuori. Ieri il mattatore in questo senso è stato Ishikawa, con Vibo era stato Rossard. Con Monza Dzavoronok. C’è poi il problema del servizio: tre giocatori che possono fare male dai nove metri sono troppo pochi. Ieri, senza Boyer, solo Kaziyski e Asparuhov potevano impensierire la retroguardia milanese. E se si inceppano loro è finita. Perché il muro, come detto, contiene a fatica il cambio palla quando arriva una battuta morbida come quella, ad esempio, di Zanotti. Domenica c’è Cisterna al Forum. Ieri ha steso Monza 3-1. E non si possono fare altri passi falsi. •

Marzio Perbellini

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