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L'intervista

Hallfredsson: «Tudor? Ti cambia la testa. E vedrete che Lasagna farà bene...»

Emil Hallfredsson
Emil Hallfredsson
Emil Hallfredsson
Emil Hallfredsson

Ciao Emilio, come stai? «Ah, ah Emilio o Ghiaccio Bollente, bei tempi». Ride Emil Hallfreddson, colonna del Verona di Martinelli prima e di Setti poi. Fu Roberto Puliero a chiamarlo così, mentre Emilio era destinato più ad amici e compagni di squadra. «Chi sento? Beh, in sede Sandro Mazzola e l’Elena Fraccaroli, due amici e poi tutti. Volete che non senta Jorginho o Rafael?». Ecco il gruppo che dalla serie C, è giunto sino alla massima categoria. Hallfredsson esordì in serie A contro il Milan, insieme ad altri «sei fratelli». Proprio così. «Esatto» ammette l’islandese, «una famiglia insieme a mister Mandorlini. Cacia che dormiva sempre, Gomez forte e simpatico e poi mio cugino Maietta. Almeno lo diceva lui». Hallfredsson è rimasto scottato dall’esperienza col Padova. «Incredibile» commenta, «avevamo la promozione in serie B, in tasca. Play off da rivedere con troppe partite non si premia la squadra migliore. Mi è dispiaciuto per il mister, il direttore Sogliano ed i tifosi. Il Padova meritava».

Mister Tudor

«Emilio» ha appena terminato l’allenamento con l’Ambrosiana. Ha comperato casa a Verona dopo che per anni è stato vicino di appartamento di mister Mandorlini. «Sì, sono qui in Italia con la mia famiglia. Sto bene. Mi sono allenato tanto in Islanda con la squadra più famosa dalle mie parti. Se qualcuno vuole sono qui. Magari il Verona». Ci scherza su Hallfredsson ma la condizione atletica è ottima. «Mister Tudor è un’ottima scelta» racconta, «a Udine il primo anno arrivò a sei giornate dalla fine. Ormai eravamo quasi spacciati. Si è messo in mezzo al campo e ci ha presi uno ad uno. Ci ha cambiato la testa. Sa lavorare sulla motivazione e non ammette la paura. Sempre all’Udinese poi, ha avuto qualche problema ma era dovuto all’impostazione tattica che il club preferiva. Con quale modulo abbiamo giocato? 3-5-2 e anche 4-2-3-1 mi pare. Comunque è l’allenatore giusto per il Verona. Tra l’altro ho visto sia la gara con il Sassuolo e contro l’Inter. I gialloblù con i nerazzurri mi avevano impressionato. Peccato, nel calcio capitano cose del genere».

Barak e Lasagna

«Ho giocato con entrambi all’Udinese» racconta Emil Hallfredsson. Kevin è un po’ che non lo sento, mentre con Antonìn spesso ci mandiamo dei messaggi, anche dopo le partite. Lui ha fatto un grande europeo. Fidatevi anche Lasagna farà un bel campionato. Mai visto uno con la sua velocità. A Verona è stato sfortunato. Tanti contrattempi. Entrambi sono ragazzi perbene e soprattutto molto forti».

La speranza

Se il cambio è avvenuto dopo appena tre giornate, la società ha intuito che forse qualcosa non andava nel modo di preparare le partite. In Italia ci si fossilizza troppo sul risultato ma su DiFra ed i suoi collaboratori forse si sono fatte altre valutazioni. Si pensava ad una cosa ed invece ne è uscita un’altra. «Capita» conclude Hallfredsson, «ma non dovete essere negativi. E Tudor spazzerà subito questo aspetto. L’Hellas deve e sa che può farcela». 

Gianluca Tavellin

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