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Elia e il Giro d’Italia

«Il sogno? Io in Arena con la maglia ciclamino»

Il presente elettrico e un futuro prossimo altrettanto stimolante: Elia Viviani è già proiettato sul 2022 con un occhio particolarmente incuriosito sulla Corsa rosa che si chiuderà a Verona: «Il percorso del Giro numero 105? Duro», commenta.


Ma sono annunciate sette tappe per velocisti...
Sono meno, massimo cinque. Non mi sorprende perché la tradizione dice che il Giro è la più dura delle tre grandi corse a tappe.


Si arriverà a Verona.
Bentornato questo arrivo che conferma come, accanto a Milano, sia proprio Verona la città storica per il finale.


La prima volata?
Si comincia in Ungheria con tre frazioni: la terza è per velocisti.


Rcs per la verità ha indicato anche la prima per velocisti.
Soltanto il miglior Colbrelli potrebbe farcela su un finale di cinque chilometri al 5 per cento.


Così addio sogno maglia rosa.
Da quando sono al Giro solo al mio esordio, nel 2013, la prima tappa era per velocisti, a Napoli: secondo dopo Cavendish. Poi l’avvio è sempre stato a cronometro, 2017 a parte quando io non c’ero.


La tappa che vorrebbe vincere?
Treviso, vicino a casa, è quella che sento di più, ma per me non ci sono grandi differenze dopo tre anni che vinco una tappa al Giro.

L’obiettivo?
Sarebbe bello entrare in Arena con la maglia ciclamino.

Il primo raduno con l’Ineos?
Dal 3 al 6 dicembre a Manchester per le visite mediche, poi dal 7 al 17 ritiro a Palma di Maiorca.

Programmi?
Ne sapremo qualcosa, almeno sino al Giro, nel corso del primo ritiro.


La partenza?
Quella è ufficiale, al St Juan in Argentina dal 30 gennaio al 6 febbraio. Lì ho fatto tre volte secondo dopo Gaviria, Boonen, Gaviria.

Renzo Puliero

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