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L'intervista

Il ritorno di Mike Iuzzolino a Verona: «Scaligera, tifosi speciali»

di Simone Antolini
Mike Iuzzolino ha vestito la casacca della Scaligera dal 1995 al 1999
Mike Iuzzolino ha vestito la casacca della Scaligera dal 1995 al 1999
Mike Iuzzolino ha vestito la casacca della Scaligera dal 1995 al 1999
Mike Iuzzolino ha vestito la casacca della Scaligera dal 1995 al 1999

Mike Iuzzolino è sbarcato a Verona. Presenterà il suo libro, assisterà a due sfide play off della Scaligera. Tornerà nel tempio che lo ha consacrato a leggenda. Il tempo giusto per raccontarsi ancora. Perchè l’America non è poi così lontana. Perchè Verona è compagna di viaggio da sempre. Pure l’oceano, in mezzo, non può farci nulla. «Ho tantissimi bei ricordi del periodo in cui ho giocato a Verona» racconta Mike «ma tra questi ne spiccano due: la vittoria della Coppa Korac ed il rapporto che ho costruito con i tifosi. È stato meraviglioso non solo riuscire a vincere quel titolo ma anche riportarlo in una città che io ho sempre considerato la mia seconda casa, ho creato davvero tante amicizie lì».

Mike, quali sono le facce della sua Verona?

«Credo che Roberto Dalla Vecchia e Sandro Boni siano stati i due veterani che più mi hanno aiutato ad adattarmi e a capire il modo in cui il basket veniva giocato sia in Italia, sia in Europa».

Cosa rappresenta ancora oggi per lei la nostra città?

«Un luogo verso il quale provo tanto amore. Un luogo nel quale ho passato anni meravigliosi che mi hanno aiutato a dare forma alla mia vita in molti modi diversi. Quando arrivi per la prima volta in un paese straniero ti lasci indietro la tua famiglia ed i tuoi amici, esci dalla tua comfort zone. Ho passato giorni e notti a passeggiare da solo per la città, ammirando la sua bellezza, la sua storia, la sua meravigliosa cultura ed a riflettere su diversi aspetti della vita. Verona ha sempre avuto un grande significato per me».

 

 

Un legame forte?

«Giacomo Galanda. Era la persona che parlava meglio l'inglese, così sono stato molto insieme a lui nella prima parte della mia carriera. Mi ha aiutato molto fuori dal campo, mi ha fatto conoscere tante persone e tanti amici. Lui ha sempre saputo che avrei avuto un grande successo come giocatore».

Il suo rapporto con la Tezenis?

«Seguo sempre i campionati della Scaligera. Sono rimasto in contatto con Andrea Sordelli e parliamo sempre della squadra. Difatti, sono assolutamente a conoscenza di ciò che sta succedendo. Io credo che i Pedrollo stiano facendo un lavoro incredibile nel far scendere in campo la squadra migliore possibile, si vede che si prendono profondamente cura di tutto. Ho parlato con loro l'ultima volta che sono venuto a Verona e devo dire che questo loro impegno si vede in ogni cosa che fanno, anno dopo anno. E poi, come non citare il lavoro che sta facendo Alessandro Ramagli. Ricordiamoci che ha portato la squadra a vincere 24 partite ed a perderne solamente cinque. Dovrò chiedergli diversi consigli per la mia carriera di allenatore. In ultimo, credo che gli stessi giocatori stiano facendo un ottimo lavoro in ogni partita, lavorando duramente».

Un giudizio su Anderson e Johnson?

«Entrambi hanno svolto un ottimo lavoro. Conosco Karvel perchè ha giocato nel College nel quale alleno adesso, sono molto contento per il suo successo. È un grande giocatore, una grande persona ed un professionista vero. Sembra che lui e Johnson lavorino bene insieme e che si completino sul campo. Credo che Verona abbia la possibilità di vincere ogni partita, con loro due che si esprimono ad alti livelli e con giocatori come Rosselli, Pini e altri»

Quando torna in città ha ancora i suoi “posti del cuore”?

«Mi piace andare alla basilica di San Zeno, mi piace passeggiare in Piazza Erbe e fermarmi lì a mangiare. Sono i miei due punti preferiti»

Consigli per gli acquisti?

«Ci sono davvero tantissimi giocatori forti qui ma non tutti possono venire in Europa ed avere successo. Devi essere un bravo giocatore, questo è indubbio, ma devi anche essere capace di adattarti ad un nuovo stile di vita, ad una nuova cultura. Avere successo richiede abilità sia fisiche, sia mentali».

I suoi preferiti?

«Mi diverto a guardare Nikola Jokic e Giannis Antetokounmpo. Sono entrambi eccellenti, competono a livelli altissimi e sembra che mettano entrambi la squadra al primo posto. Devo dire che è divertente guardare anche Seth Curry quando è on fire».

Un messaggio a Verona e a tutti i suoi tifosi?

Grazie per essere un posto così speciale. Grazie per essere persone così speciali. La città, la gente hanno reso migliore la mia vita. L'ultima volta che sono stato a Verona per la cerimonia del ritiro della maglia sono spuntati così tanti amici e tifosi da renderla un'esperienza indimenticabile per me e per tutta la mia famiglia. Voglio ringraziare Andrea Sordelli e tutta la famiglia Pedrollo per avermi aiutato a venire ancora una volta a Verona, per darmi la possibilità di vivere due gare dei playoff e di lavorare con i ragazzi ed i loro allenatori. Inoltre, voglio ringraziare Alessandro Fontana ed i suoi editori per il bellissimo libro che hanno scritto. Io e la mia famiglia siamo molto emozionati all'idea di tornare a Verona questa settimana»

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