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«Il mio sogno è la pallavolo Matey un grande esempio»

Giulio Magalini, giovane schiacciatore veronese della Nbv Verona
Giulio Magalini, giovane schiacciatore veronese della Nbv Verona
Giulio Magalini, giovane schiacciatore veronese della Nbv Verona
Giulio Magalini, giovane schiacciatore veronese della Nbv Verona

La grande occasione. Giulio Magalini, il diciannovenne schiacciatore veronese della Nbv Verona, dopo la maturità si è preso un anno sabbatico dallo studio per vedere se la pallavolo potrà diventare anche il suo lavoro. Per lui, che ha scoperto il volley relativamente tardi sulle orme del fratello Alberto, sarebbe un sogno. Domenica contro Milano ha fatto il suo esordio in Superlega e ha portato in dote il suo curriculum sportivo: giovanili alla Bluvolley, l’A2 con il club Italia e l’A3 con l’UniTrento. La coppa del mondo con la nazionale under 19 e la recente medaglia d’argento agli europei con gli azzurri under 20 di Angiolino Frigoni. È determinato a sfruttare questa chance ma se non andrà bene il futuro per lui prevede una laurea in enologia oppure in economia e management. Come è stato l’inserimento nella squadra? Con chi ha legato di più e chi ti ha colpito in particolare? È stato molto positivo, conoscevo alcuni ragazzi come Peslac, Zanotti e Donati. Con loro ho legato anche fuori dal campo. Mi ha colpito in particolare Matey, la sua professionalità e la sua capacità di interpretare il gioco. Contro Milano l’esordio in Superlega. Intanto ringrazio il mister e lo staff per avermi dato la possibilità di giocare. Subito sono entrato per la battuta. E lì sei da solo e non hai scuse, la palla devi alzartela tu e devi colpirla nel migliore dei modi. C’era un po’ di tensione ma ero ben pronto. Non mi aspettavo di restare in campo così tanto ma ho cercato di dare il massimo. Chi sono i tuoi campioni di riferimento? Ogni giocatore ha le sue peculiarità e da ognuno vorrei estrapolare le sue doti per acquisirle e immagazzinarle nel mio bagaglio tecnico. Di campioni ce ne sono tanti, uno lo abbiamo in squadra che è Kaziyski e da lui c’è solo da imparare. Secondo te la squadra più forte del campionato? Per me è la Lube. Il sogno che vorresti realizzare? Fare di questo sport il mio lavoro. E magari riuscire a giocare per la squadra della mia città. Due fratelli, due pallavolisti? Una scelta obbligata dall’altezza o in famiglia c’è una passione per questo sport? In famiglia mi hanno sempre spinto a fare sport, ma fino alla prima superiore ho giocato a calcio. Mio fratello Alberto ha iniziato all’età di 11 anni a giocare pallavolo. Mi ha sempre affascinato. Cinque anni fa, di punto in bianco, ho deciso di cambiare sport e provare il volley e devo dire che mi è piaciuto molto. Cosa ti ha detto Alberto della sua esperienza con la Calzedonia? Ti ha aiutato a decidere? Alberto mi ha dato un feedback positivo. Si era divertito a fare quell’esperienza e mi ha aiutato a decidere. Anche tu puoi giocare da opposto, chi è più forte Giulio o Alberto? Non voglio fare confronti con mio fratello, sarà il campo a decidere. Tu che ruolo preferisci? Lo schiacciatore ma mi rendo conto che devo migliorare in tantissimi fondamentali. Tipo? Mi sento più sicuro in attacco mentre dove mi sento meno sicuro è la ricezione. Qui è una questione di ripetizioni e di esperienza. E verrà col tempo sempre lavorando duramente. Alberto ha fatto una scelta privilegiando lo studio, tu cosa studi e come immagini il tuo futuro dopo la pallavolo? Alberto ha deciso di optare per lo studio, lui fa ingegneria industriale all’università di Trento. Io quest’anno, finita la maturità ho deciso di prendermi un anno sabbatico pensando, il prossimo anno, di fare economia e management a Verona oppure enologia o a Verona o a Trento. All’Europeo tutto perfetto ma in finale... Abbiamo vinto le partite del girone a eliminazione diretta sempre 3-0. Nella finale ci è mancato qualcosa, forse hanno pesato lo stress o la stanchezza dei tanti viaggi. Diciamo che questo argento, suppur bello, fa molto male. •

Marzio Perbellini

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