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L'analisi della partita

Verona, grazie lo stesso: troppa differenza col Milan. E intanto il Napoli vuole Tameze

Adrien Tameze (fotoExpress)
Adrien Tameze (fotoExpress)
Adrien Tameze (fotoExpress)
Adrien Tameze (fotoExpress)

Troppo forte il Milan o si poteva fare qualcosa in più? Difficile a dirsi anche se il primo pensiero va alla differenza tecnica e fisica tra le due formazioni in campo. L’esercizio più semplice è quello di rileggere più che le formazioni ufficiali, quelle delle riserve. Il Milan al di là dei due portieri, schierava: Bennacer, Ballo-Tourè, Diaz, Ibrahimovic, Rebic, Romagnoli, Florenzi, Messias, Bakayoko e Gabbia. Insomma frecce diverse nell’arco di Pioli rispetto a quello di Tudor.

In campo poi, la differenza è stata notevole. Salvato Ilic e il Verona dal Var nell’occasione del gol annullato a Tonali, lo stesso ex bresciano ha segnato a pochi secondi dalla fine del primo tempo. Ecco se l’Hellas avesse raggiunto gli spogliatoi in vantaggio, forse, la ripresa sarebbe stata meno complessa.

 

Più tattica D’accordo Leao e Theo Hernandez hanno lasciato il solco sul terreno del Bentegodi. La loro marcia, come del resto quella di Tonali, è stata inarrestabile. Però qualcosina in più si poteva fare. Il Diavolo ha sacrificato, nell’occasione pure meno mobile, Giroud ed ha battuto sul terreno caro all’Hellas, la squadra di Tudor. L’inserimento da dietro è difficilmente controllabile rispetto al tradizionale uno contro uno. Primo perché chi lo porta ha spazio, tempo ed imprevedibilità. Così è stato per Tonali. L’ex bresciano è stata la vera punta da servire del Diavolo. Peccato che non sia stato preso in custodia da un difensore oppure da un altro centrocampista, come invece è capitato a Barak, «curato» e bene da Kessie. È giovane e forte ma Ilic deve crescere ancora molto nella fase difensiva. Lo stesso ex bresciano non ebbe un inserimento agevole nel Milan.

E poi c’è sempre il grande dispendio di energie da parte del Verona. L’azione della rete di Faraoni è stata emblematica. Il calo di zuccheri unitamente ad una motivazione non fortissima, sono state due zavorre notevoli nella seconda parte della gara. Anche per questo, magari, qualche cambio avrebbe potuto arrivare prima e magari interessare quello «scapestrato» di Cancellieri. Vien da pensare così visto che dall’exploit di Empoli, si sono perse le sue tracce. Ma sono considerazioni fatte col guanto di velluto, perché al di là della cornice di pubblico e la storia, il Verona ha potuto resistere soltanto un tempo alla forza del Milan. Una squadra che ha iniziato un percorso nel 2019, un po’ come il Verona di Juric per intenderci. Con altre possibilità e quindi diversi obiettivi ma si sono viste due formazioni con idee, giovani e anziani necessari per completare un mix vincente.

D’altronde in campo l’altra sera c’erano 131 punti in totale, non pochi. La prima della classe e la prima delle medio-piccole. Comunque una sfida vibrante. Sarebbe stato bello avere un Verona più brillante ma di più forse non si poteva fare.

 

Tocca a Ivan Tra Torino e Lazio verrà svelato il futuro del Verona. Battere Juric significherebbe blindare il nono posto ed ottenere quel record di punti tanto caro un po’ a tutti. L’importante è ricaricare le batterie e presentarsi al meglio contro Ivan.

 

Napoli in agguato La carezza cercata da Stefano Pioli ad Adrien Tameze a fine partita, la dice lunga sulla considerazione che gode il jolly francese tra gli addetti ai lavori della serie A. Cristiano Giuntoli, diesse del Napoli, ne ha già parlato a gennaio con Tony D’Amico. Fosse dipeso dal club di De Laurentiis, è bene ricordarlo, pure Kumbulla e Amrabat avrebbero seguito Rrahmani all’ombra del Vesuvio. Ma si sa come andò. Sarebbero pronti sul piatto della bilancia, visto l’età non più verdissima, 10 milioni di euro compresi i bonus. È chiaro che il Verona vorrebbe qualcosa in più ma il futuro è tutto da scrivere per Adrien che ha un contratto fino al 2024. Vedere più spesso in queste ultimi incontri in campo Hongla, fa pensare che possa toccare al camerunense l’eredità di Tameze. Ne sarà all’altezza?

Gianluca Tavellin

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