<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Sondaggi e speranze

Verona, i tifosi non si fidano: «Meglio arrivare a quota 38»

Carta, penna e calamaio. I tifosi fanno i conti. Quanti punti serviranno per conquistare la permanenza in Serie A FOTOEXPRESS
Carta, penna e calamaio. I tifosi fanno i conti. Quanti punti serviranno per conquistare la permanenza in Serie A FOTOEXPRESS
Carta, penna e calamaio. I tifosi fanno i conti. Quanti punti serviranno per conquistare la permanenza in Serie A FOTOEXPRESS
Carta, penna e calamaio. I tifosi fanno i conti. Quanti punti serviranno per conquistare la permanenza in Serie A FOTOEXPRESS

Tabelle ovunque. In tasca, in giro per casa, in ufficio, al ristorante. Pensiero profondo, la quota-salvezza. Numeri, incroci, previsioni. Fra fiducia e cautela. L’altro chiodo più o meno fisso è Tomas Suslov, cercando il sostituto perfetto.

Variabili e costanti

Giuseppe Calabrese ne ha viste tante, presidente del calcio club di Pescantina con l’orgoglio dei suoi cinquecento iscritti. «Per me a trentacinque punti dovremmo essere piuttosto sereni, magari ne basteranno anche meno», la vetta fissata da Calabrese, pronto a vivere lo snodo di Cagliari insieme ai suoi fedelissimi. Sulla stessa linea Daniele Leva, abbonato dal 1994: «Tre vittorie e si rimane in Serie A, magari anche qualcosa meno. Meglio però andare sul sicuro». Il tetto è più o meno quello pure per Carla Riolfi, una vita al Bentegodi e in giro per l’Italia a seguire l’Hellas. «Partire con un pareggio a Cagliari non sarebbe male, a patto di sfruttare dopo le due con Udinese e Genoa così come quelle con Fiorentina e Torino. Potrebbe bastare, anche se l’impressione è ogni giornata sarà un campionato a parte». Alza il tiro Francesco Pepe, attore dell’alta finanza lussemburghese, abituato a convivere con numeri e proiezioni. «Sarei sereno a trentasette, meglio a trentotto. Vero che ci sono tanti scontri diretti», il ragionamento di Pepe, «ma è altrettanto vero che di cigni neri d’autore ne abbiamo visti più di uno. Vedi l’Udinese che vince a Torino con la Juve e l’Empoli che fa il pieno a Napoli. Guai fidarsi». Va nei dettagli Alberto Lomastro, del direttivo del Centro di Coordinamento calcio club Hellas Verona. «Di punti ce ne mancano dodici, necessario salire fino a trentotto. Uno a Cagliari, uno col Genoa, tre con Udinese e Salernitana, un pari con l’Inter e il resto fra Torino e Fiorentina. Determinante», chiude Lomastro, «sarà non sbagliare contro le dirette concorrenti». Vola basso Daniele Salaro, da vent’anni presidente del club di Oppeano. «Normale come la soglia sia assai tirata», premette Salaro, «ma considerato il ritmo delle altre potremmo farcela a trentatré. Forse pure trentadue. La Salernitana è andata, l’altra più a rischio mi pare il Sassuolo non abituato a lottare là in basso». Si sposta fino a trentacinque invece Enrico Saccardi, vicepresidente del Coordinamento. «Ci sono sei punti potenziali in casa fra Udinese e Genoa, così come una vittoria a Salerno. Se a Cagliari non si dovesse perdere», la condizione di Saccardi, «riuscendo magari a raccogliere qualcosa nelle altre partite dovremmo riuscire a racimolare dagli otto ai dieci punti. Il destino è in ogni caso nelle nostre mani».

Uomini e moduli

Materia caldissima è naturalmente Suslov, altro argomento assai inflazionato. «Una soluzione», l’idea di Pepe, «potrebbe essere quella di avanzare sulla trequarti Duda. Ha tecnica, tempra, tiro e quel ruolo l’ha già ricoperto in nazionale. Aggiungendo l’ordine e le geometrie di Dani Silva in mediana». Il partito che riscuote più consensi è però quello di Mitrovic. Di sicuro la prima carta per Saccardi: «Lui a destra, Folorunsho in mezzo, Swiderski davanti, Noslin a sinistra. Anche perché Lazovic non è più quello di una volta». Salaro non ha dubbi: «Certamente Mitrovic, mi sembra quello più adatto a chiudere il cerchio». Per Calabrese invece «spazio a Dani Silva, al di là del valore di Mitrovic. Fondamentale però sarà avere il miglior Folorunsho». Cambia modulo invece Leva: «Noslin e Mitrovic esterni e Swiderski centravanti. Senza Suslov meglio il 4-3-3, gli uomini li abbiamo». A Lomastro invece piace com’è il Verona: «Va bene il 4-2-3-1, di varianti ne abbiamo tante. Con uno come Dani Silva a centrocampo può benissimo avanzare Duda. E al di là di Noslin, Lazovic, Mitrovic e Swiderski molto dipende da Folorunsho». Lascia tutto a Baroni invece Riolfi: «Perdita troppo importante quella di Suslov, ma il nostro mister troverà la giusta quadratura. Massima fiducia nel suo lavoro».

Alessandro De Pietro

Suggerimenti