<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Parla il mister

Tudor suona la carica «Motivazioni Genoa? L’Hellas le sfrutterà»

Igor Tudor
Igor Tudor
Igor Tudor
Igor Tudor

Igor Tudor arriva puntuale come al solito. Sorriso largo e battuta pronta. «Dispiace per l’Italia. Se mi andrebbe di allenare la nazionale? E perchè no». Il tempo della battute è finito. Lui è già in clima partita. Tanti i giocatori recuperati ma qualcuno ancora no. «Non ci saranno Veloso e Lasagna. Comunque rientrano in parecchi e la cosda è molto importante».

È una partita in cui rischiate più voi, a livello di motivazioni...

Abbiamo più punti di loro, non posso essere d'accordo. Avranno motivazioni forti, per loro sarà una gara molto importante, si giocano la possibilità di rientrare in pieno nel giro della salvezza. Posso dire che la loro motivazione non può che stimolarci.

Cosa dirà ai suoi ragazzi?

Bisogna finire bene, perché mancano poche partite e sono tutte difficili. Ci sono tanti risultati con un gol di scarto, significa che c'è tanta vicinanza tra le squadre. Gli obiettivi sono a portata di mano sia per chi lotta per lo scudetto, sia per chi deve rimanere in serie A. Mi aspetto una gara molto difficile ed equilibrata.

Cosa risponde a chi dice che il Genoa avrà vita facile?

Non credo che lo pensi nessuno, nemmeno noi. Loro hanno reso la vita difficile a tutti con Blessin, verranno con le loro armi e le loro qualità. Poi c'è un avversario che vuole giocare con le sue carte e provare a vincere. Vediamo.

Senza la Curva Sud, sarà surreale.

I nostri tifosi saranno tredicimila. Sono contento, penso sia importante: contro la Salernitana avevamo pagato le poche persone allo stadio, sono contento che stavolta ci sia tanta gente. Mi piace che vengano anche i tifosi avversari, danno un po' di pepe e di energia da battaglia.

Perché Cancellieri ha giocato poco sin qui?

Siamo più di venti. Se lei fa un nome, qualcun altro deve essere necessariamente scontento. Matteo è molto interessante, ha doti di scatto e col piede mancino che hanno in pochi. È il primo anno che si affaccia a un calcio serio, non è facile. Poi c'è da crescere: sei giovane, poi all'improvviso non lo sei più. Devi crescere in quel periodo, nei prossimi due anni deve uscire. Se non lo fa, arrivano altri più bravi. Mi piace mettere giocatori giovani: ho messo “Coppolone“ e avevo grande tranquillità e fiducia.

Casale, una sua invenzione, è pronto per una grande?

Non è una mia invenzione, la società ci ha creduto. Poi se uno non è bravo non fa una stagione così. È il primo anno in A, può crescere ancora e avere ancora più continuità. Salta all'occhio perché è veloce, è alto e sa anche giocare a calcio. Nei prossimi due o tre anni può solo crescere, è un ragazzo molto interessante.

Depaoli e Lazovic possono giocare?

Sì, si sono allenati con noi, anche Frabotta. Vedremo.

Un commento sul calcio di Blessin?

È un grande tema: non esiste il calcio europeo, italiano o tedesco... Il calcio moderno è fatto di ritmo e corsa. Guardiola gioca in un modo, ed Emery ne fa uno completamente diverso. Esiste quello di ogni allenatore. Lo stesso discorso vale per il movimento italiano. Ogni allenatore ha la sua idea: la mia è diversa da quella di Andreazzoli, Dionisi e viceversa. Ognuno la vede a modo suo. Ed è giusto così. Oggi non si deve rinunciare a niente, la base sono il ritmo, l'intensità e il pressing. A quello devi aggiungere anche altre cose. Si parla solo di ritmo, anche Capello parlava del ritmo tedesco, ma che vuol dire? Nel calcio moderno non si deve rinunciare a niente. Non c’è uniformità. Forse solo il Barcellona aveva una sua identità particolare, ma parliamo di un solo club al mondo, che aveva fatto storia a sè.

Gianluca Tavellin

Suggerimenti