<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista

Tardelli: «Che forte Zaccagni. E come gioca bene l'Hellas».

Mattia Zaccagni e Marco Tardelli
Mattia Zaccagni e Marco Tardelli
Mattia Zaccagni e Marco Tardelli
Mattia Zaccagni e Marco Tardelli

«Avevano appena liberato il presidente Garonzi dalla prigionia, purtroppo per il Verona segnai un gran gol e col Como vincemmo. Non riuscirono a festeggiare come avrebbero voluto i gialloblù». Parole in libertà a metà pomeriggio per Marco Tardelli, uno dei centrocampisti italiani più forti di tutti i tempi. Allenatore dalle alterne fortune, anche dell’Inter, oltre che dell’Under e vice di Trapattoni con l’Italia. Da tempo l’ex centrocampista bianconero è apprezzato commentatore della Domenica Sportiva. Era il 9 febbraio del 1975, la prima rete documentata dello «Schizzo» nazionale, quando il Como passò per 3 a 1 al Bentegodi. Un tiro al volo di destro di Tardelli dentro l’area che non diede scampo al portiere gialloblù Giacomi. L’urlo mondiale dopo la rete alla Germania Ovest in finale, è patrimonio dell’Unesco e non solo della Fifa.

 

«L’HELLAS GIOCA A CALCIO». Lui il Verona l’ha affrontato svariate volte ed ora lo segue con molta simpatia. «E lo sa perchè?» precisa Tardelli, «perchè gioca al calcio. La Juve deve stare molto attenta. I gialloblù sono organizzati, sono aggressivi ed hanno qualità. Lo ribadisca per favore, senza giocatori buoni è difficile fare calcio a certi livelli e il Verona li ha».

 

ZACCAGNI E L’AZZURRO. Inevitabile parlare subito di Zaccagni che per caratteristiche moderne ricalca quelli del periodo del popolare «Schizzo». Una mezz’ala classica, che sa finalizzare e regalare ai compagni, una quantità notevole di assist. «Mi sembra che Mancini» racconta, «l’abbia già convocato. Ha forza e qualità. Poi credo abbia fatto un percorso di crescita importante. Può anche restarci se continua a migliorare in nazionale». Dal prodotto made in Verona ad un altro, l’uomo del momento Ivan Ilic. «Sento dire che sia un predestinato» racconta Tardelli, «non lo so, bisogna andarci piano perchè nel suo ruolo non è facile. Certo ha dimostrato un’ottima maturità, però calma». Sempre diretto come quando puntava la porta avversaria. Lui di gol importanti ne ha fatti, sia con la Juve che con l’Italia. «Seguo il Verona con attenzione perchè propone qualcosa di nuovo, legato al passato. Ovvero Juric fa giocare al calcio. I suoi calciatori sanno sempre cosa fare, sono svegli e preparati».

 

NON SPARATE SU LASAGNA. Dopo le occasioni sprecate col Genoa, Lasagna ha sollevato qualche perplessità. «È stato sfortunato soprattutto in occasione del palo» precisa Tardelli, «non gli tirerei la croce addosso. È un buon attaccante e soprattutto adatto al gioco di Juric». La sua Juve vinceva al Bentegodi...«Abbiamo anche perso se è per quello. Partite memorabili col Verona di Bagnoli e soprattutto anche con quello di Valcareggi». Chi si ricorda di più dei gialloblù: «Zigoni, forte e di una simpatia contagiosa», commenta l’ex bianconero, «il calcio avrebbe bisogno di personaggi così. Quando era in giornata era dura fermarlo e poi aveva sempre la battuta pronta. Il suo nome a volte salta fuori».La pensa anche lei come Elkjaer: ovvero che Di Gennaro è più bravo come opinionista rispetto a quando giocava. «Non scherziamo» commenta Tardelli, «il Dige è bravissino come commentatore e lo era quand’era in campo». Marco Tardelli preferisce non aggiungere altro a quanto già scritto o detto su Paolo Rossi che proprio a Verona chiuse la carriera. Una grande persone e un amico vero. «Posso solo dirvi che sabato sera sarà una partita molto bella, perchè il Verona terrà testa alla Juve. Sarà uno spettacolo, purtroppo, senza pubblico».

 

Leggi anche
La rovesciata di Zaccagni finisce sull'album Panini

Gianluca Tavellin

Suggerimenti