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Intervista al cannoniere gialloblu

Simeone: «L'Hellas punta all'Europa. Il gol più bello? Alla Juve. Verona? Vorrei viverci»

Giovanni Simeone (fotoExpress)
Giovanni Simeone (fotoExpress)
Giovanni Simeone (fotoExpress)
Giovanni Simeone (fotoExpress)

«Credo nell’educazione, nel rispetto e nella bontà della persona. Se a questo ci aggiungi la volontà ed il lavoro, avrai una vita felice». Signori, giù il cappello. Chi parla è Giovanni Simeone, cannoniere scelto del Verona. Ha realizzato già 15 gol e detiene tanti record. Le quattro reti in una gara, quella interna con la Lazio e non solo. Complice lo slittamento dei calendari per la chiusura causa Covid, è l’unico in serie A ad aver segnato almeno un gol in ogni mese dell’anno.

Il Cholito è un ragazzo che ha molto da dare, a tutti. Un’impressione che avevamo già avuto il giorno della presentazione. Confermata più dai suoi gesti ed il modo di porsi fuori dal campo, che all’interno del rettangolo di gioco. Ieri, durante l’intervista, l’ennesima conferma.

 

Se le dico Verona?

Città splendida ma la gente lo è di più. Mai successo in un’altri luoghi. Ne parlavo con Giulia, com’è che la chiamate voi? Morosa? (Ride ndr). Ecco, lei è di Firenze ma stiamo pensando di fermarci a vivere qui. In altri posti mi fermavano e mi parlavano di calcio. A Verona, no. Mi chiedono come sto, come va la mia famiglia e parliamo di tutto, poi dell’Hellas. Ma è diverso. Mi sembra di aver sempre giocato qui e non di esserci da meno di un anno.

 

E l’Hellas?

È tutto, al momento. Me lo dicevano. Vedrai che gruppo. Avevano ragione. Siamo molto uniti e per me questo è molto importante. Siamo un’orchestra dove tutti sanno cosa fare e non mi riferisco solo ai calciatori ma ai ragazzi dello staff tecnico, medico, ai magazzinieri. Stupendo.

 

Ha nel mirino i 22 gol di Toni?

Ne ho fatti 15 ma non importa. Luca è stato un grande attaccante. Io faccio la mia strada e in quella viene sempre prima la squadra.

 

Che ne pensa di Vlahovic e della contestazione dei tifosi viola?

A me lui piace molto. Ho giocato con Dusan. Ha tanta voglia di imparare, di crescere. Questo è il calcio, il resto conta fino ad un certo punto.

 

E della Fiorentina?

Ho bei ricordi. Sono stato bene, Giulia è di Firenze. Ma ora gioco per l’Hellas. Mi fa piacere che ci sia il gemellaggio ma noi andiamo là per vincere.

 

Può il Verona andare in Europa?

Bisogna spingere sempre. Con Pioli alla Fiorentina l’abbiamo sfiorata. Il gruppo mi ricorda quello attuale dell’Hellas. Noi lotteremo, poi dipende dal destino.

 

Passo indietro, l’esordio a Bologna. Quasi gol?

Ricordo quel colpo di testa. Ero appena arrivato. Emozioni, tensione e altro non sono riuscito ad incidere. Tony D’Amico hanno creduto in me, come la società. Mi avevano cercato altre volte. Li ringrazio.

 

Igor Tudor com’è?

Mi sostiene sempre. Parliamo tanto. Sa capire i nostri stati d’animo e poi ha un incoraggiamento per tutti. Con Bessa, che magari ora gioca meno oppure con Lasagna. Riesce sempre a farti sentire importante. Ha grande meriti in tutti i quaranta punti.

 

Se le dico Barak e Caprari...

Due amici e grandi giocatori. Sappiamo sempre cosa fare, ci cerchiamo come del resto con tutti gli altri compagni. Insieme formiamo un bel terzetto(ride ndr).

 

Siete il secondo attacco d’Europa?

Non è solo merito nostro ma di tutta la squadra. Noi abbiamo la fortuna di finalizzare.

 

Il gol più bello?

Il secondo alla Juve. Ho ancora i brividi addosso. Ho tirato e quel pallone è andato lì dove volevo. Pazzesco. Quella sensazione mi resterà per tutta la vita.

 

E la partita più bella che ha fatto, senza far gol?

Con la Roma e contro l’Udinese. Ho dato tutto per la squadra e quelle prove mi hanno inorgoglito.

 

Le piacerebbe essere allenato da suo padre?

Una volta sì, tanto. Ora le cose sono cambiate. Lui è molto stimato all’Atletico Madrid ma non vivo con quella speranza. Se capitasse ma per me, l’obiettivo è quello di lavorare sodo e migliorarmi sempre.

 

Simeone in che cosa crede?

Credo nell’energia di ognuno di noi. Dipende molto dall’animo. Se entro in una stanza dove non riesco ad entrare in connessione con le persone che ci sono, mi viene il mal di testa e dopo poco me ne vado. Faccio meditazione, la mente è tutto. Poi credo nell’educazione che mi hanno trasmesso i miei genitori e in generale la mia famiglia. Sono valori a cui tengo molto.

 

La sua opinione sulla guerra in Ucraina?

Ne parliamo spesso anche con i miei compagni. Il punto non è stare da una parte o dall’altra. Il dramma riguarda i civili. A loro chi pensa? Loro subiscono e basta. Spero finisca presto.

 

E l’esclusione delle squadre russe dall’Uefa e dalla Fifa?

Dispiace ma è un provvedimento giusto. Voltiamo pagina.

 

A Verona il Cholito mangia???

Il guanciale all’Amarone. Stupendo come il risotto però non posso permetterlo spesso, altrimenti è dura correre poi.

 

Ha detto che si fermerebbe a vivere qui. E col calcio come la mettiamo?

Verona è perfetta. Non troppo grande, nè troppo piccola. La gente ha grande rispetto e sento di appartenere un po’ a questo luogo meraviglioso. Vivo sulle Torricelle, perché mi piace la natura ma quando posso sto in mezzo agli amici che mi sono fatto in pochi mesi. Per quanto riguarda l’Hellas, l’ho detto dal mio primo giorno qui. Mi piacerebbe che il club mi riscattasse. Vorrei essere del Verona. Poi non so cosa accadrà. Ho ancora undici partite e voglio rimanere concentrato su quelle.

Gianluca Tavellin

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