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Remondina, che amarcord «L’Hellas è marchiata Juric»

Una foto, una storia.  Giorgio Squinzi con Gianmarco Remondina agli inizi del miracolo SassuoloIvan JuricRoberto De ZerbiZaccagni a San Siro ha fatto ammattire Calabria FOTOEXPRESS
Una foto, una storia. Giorgio Squinzi con Gianmarco Remondina agli inizi del miracolo SassuoloIvan JuricRoberto De ZerbiZaccagni a San Siro ha fatto ammattire Calabria FOTOEXPRESS
Una foto, una storia.  Giorgio Squinzi con Gianmarco Remondina agli inizi del miracolo SassuoloIvan JuricRoberto De ZerbiZaccagni a San Siro ha fatto ammattire Calabria FOTOEXPRESS
Una foto, una storia. Giorgio Squinzi con Gianmarco Remondina agli inizi del miracolo SassuoloIvan JuricRoberto De ZerbiZaccagni a San Siro ha fatto ammattire Calabria FOTOEXPRESS

«Juric e De Zerbi sono allenatori unici con concetti di calcio diverso». A parlarne è un doppio ex della sfida di domenica al Bentegodi: Gianmarco Remondina. Vive ad un tiro di schioppo dal mare a Marina di Carrara ed è in attesa di panchina, lui che si sedette con alterne fortune su quelle neroverdi e gialloblu’. È il veronese Nereo Bonato, ex compagno di squadra a chiamarlo su quella del Sassuolo che sta per entrare nella grande famiglia Mapei. Due campionati uno vinto con promozione in C1 e la serie B persa l’anno successivo ai play off. Tanto gli valse il suo calcio la chiamata del Piacenza in B e poi a stretto giro di posta quella del Verona nel 2008 con Previdi prima e Bonato poi in cabina di regia. Martinelli spende e arrivano i primi giocatori di proprietà. Emanuele Berrettoni è il fantasista ex Lazio che firmerà un biennale per i gialloblù. Poi tutti i ragazzi del mister Pensalfini, Selva e Anselmi. Un mix tra ex Sassuolo ed esperti di categoria come bomber Di Gennaro a gennaio. «Giocavamo un bel calcio, fatto di pressione ma ci mangiammo nel finale il grande vantaggio». La colpa fu di Remondina? «Anche, ma credo ci fu un crollo più mentale che fisico». Bonato oggi con Braida alla Cremonese si dimise, prima di salutare Remondina per Vavassori: tutto inutile ai play off. Il Portogruaro di Bocalon, la Corea di Remondina. «Ci fu un rigore clamoroso su Ciotola lo videro 25mila persone, tranne l’arbitro». Il fischietto era sua permalosità Massa di Imperia che poi negò al Verona di Mandorlini la finale per la serie A con la Sampdoria. «Si vede che ce l’aveva col Verona» mastica amaro oggi Remondina. «So solo che tra il primo e secondo tempo mi disse che non poteva dare un rigore così. Ma cosa vuol dire. O è o non è rigore. Sbagliai qualcosa e negli anni venni a sapere che qualche giocatore nel finale faceva tardi la sera». Una cosa è certa i due club spesso furono a braccetto negli anni a venire. Sia in Lega Pro, che in B e poi in A. DE ZERBI E IL SASSUOLO. La filosofia del commendator Squinzi oggi è portata avanti da due figli ed un nipote con Giovanni Carnevali Ad con pieni poteri. «Al Sassuolo riescono ad avere tra i giovani più bravi e soprattutto hanno la forza economica per trattenerli. De Zerbi ha continuato con il 4-3-3 anche se da qualche settimana adotta un 4-2-3-1. La forza del Sassuolo è il possesso palla e la capacità di far girare la stessa, soprattutto in fase offensiva. Avendo un club così alle spalle che non è costretto a vendere per far cassa, credo sia una manna per ogni allenatore». JURIC E IL VERONA. Remondina traccia una sostanziale differenza tra i due tecnici. «La cosa che li accomuna è che sono bravi pure con idee di calcio diverse. Juric lo conoscevo già dai tempi del Genoa ed ho visto in tv le gare con Roma e Juve. Bravissimo nell’uno contro uno e nell’aggressività. L’Hellas poi, ha una grande organizzazione difensiva. Juric è un fenomeno perché senza almeno sei titolari rispetto all’anno scorso, sta ottenendo gli stessi risultati. Credo che abbia una bella sintonia pure con D’Amico, bravo a trovare i calciatori giusti. Complimenti perché la vita del club gialloblu’ dipende dalle cessioni. Un Sassuolo ad esempio un Berardi o un Bogà non lo cederebbe mai a meno che non arrivi una proposta milionaria. L’Hellas non può ancora permetterselo di trattenere i migliori. ZACCAGNI E MAGNANELLI. Remondina vedrà la partita. «Certo. Verona-Sassuolo sarà la partita piu’ interessante della giornata dal punto di vista tecnico e tattico. Chi mi piacerebbe allenare dell’Hellas? Zaccagni non c’è dubbio». La convocazione in azzurro in una rosa molto tecnica e con tanti giocatori in quel ruolo è la testimonianza di come sia cresciuto il centrocampista gialloblù. «Esatto» commenta l’ex mister gialloblù, «Zaccagni mi piace molto perché è un giocatore duttile e eclettico. È un calciatore completo. E nel Sassuolo? «Mi verrebbe facile dire Locatelli, Djuric o Berardi, ma credo che sia stato fondamentale in tutti questi anni è stato Magnanelli. L’ho allenato e lo vorrei anche adesso. È un giocatore che ora sta giocando meno perché con l’età ha perso la brillantezza ma per la scalata del Sassuolo è stato determinante». •

Gianluca Tavellin

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