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Rafael... scappa da Cagliari «Hellas, è una sfida aperta»

Questa foto  è stata scattata nel 2012 e ritrae l’esterno d’attacco Martinho, il regista Jorginho e il portiere RafaelFOTOEXPRESS
Questa foto è stata scattata nel 2012 e ritrae l’esterno d’attacco Martinho, il regista Jorginho e il portiere RafaelFOTOEXPRESS
Questa foto  è stata scattata nel 2012 e ritrae l’esterno d’attacco Martinho, il regista Jorginho e il portiere RafaelFOTOEXPRESS
Questa foto è stata scattata nel 2012 e ritrae l’esterno d’attacco Martinho, il regista Jorginho e il portiere RafaelFOTOEXPRESS

Una foto una storia. Martinho, Jorginho e Rafael. I tre brasiliani che portarono il Verona dalla Lega Pro alla serie A. Fa un certo effetto vederla dopo alcuni anni. A Sandrà, il campione d’Europa sia con il Chelsea che con la nazionale di Mancini, che lega le scarpe al portierone. Jorginho ora non riesce più far gol su rigore. «È così», racconta l’amico Rafael, «è un periodo nero ma si riprenderà» assicura il doppio ex della prossima sfida. Cagliari-Verona, la sua partita. «Qui qualcuno ha già fatto il bagno» ci svela, «ma il tempo è incerto. L’acqua del mare è molto fredda ancora. Se vedrò la partita? No, parto per il Brasile». Doppio ex Sull’isola ha finito praticamente la carriera, anche se una partita a Udine con la maglia dello Spezia, ha fatto storia. «Qui sto bene ma quando torno a Verona è un’altra cosa», rivela. «Sono cresciuto nel club gialloblù e, quando mi hanno invitato alla fondazione dell’Hellas, mi ha fatto veramente piacere». Rafael fa una pausa: «Certo non avevo capito l’importanza, pensavo fosse un calcio club. Ero vestito in maniera sportiva. Rivedere Setti e alcuni ex compagni mi ha fatto piacere. A Verona abbiamo fatto tanto insieme alla città». Sembra quasi non voler affrontare l’argomento, l’ex numero uno. Niente Unipol Arena, lui che in rossoblù ha fatto 38 gare contro le 282 in riva all’Adige. E allora si va di allenatori. Tudor meglio di Juric? O anche meglio di Italiano e Mandorlini? «Quante domande», ride Rafael. «Per me Italiano che ho avuto allo Spezia, è quello che adopera un linguaggio moderno con i calciatori. Anche gli sviluppi delle azioni e gli allenamenti non sono mai banali. Tudor sta facendo benissimo. L’intensità che ha dato alla squadra è pazzesca e poi per me corrono meglio di quando c’era Juric. Sì per me può eguagliare il nostro record con Mandorlini. Se sento il Mandorlo? A Natale abbiamo fatto una bella chiacchierata, poi qualche messaggio. Lui è stato determinante per tutti. Dalla serie C, fino all’esordio in serie A. Eravamo in pochi all’epoca ad averla vista». Va a briglie sciolte, Rafael. «Montipò», dice, «sta facendo un anno bellissimo. Non è scontato passare da Benevento a Verona. Certe parate non le fai se non hai una concentrazione massima. Lui dev’essere paragonato a quelli davanti, che sono dei fenomeni». Proviamo a fare il giro largo. L’Arechi Il Cagliari dopo l’Hellas andrà a Salerno. Ricordi? «Mammia mia ragazzi, penso sia stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Una battaglia, il mister che sanguina, le botte ed io che mi arrampico sulla rete davanti ai nostri tifosi. Avete visto la Salernitana? A differenza del Cagliari o di altre formazioni, ha cambiato tutto a gennaio. Società, diesse, allenatore e giocatori». Sardi in difficoltà Rafael, dai, racconta che cosa accadrà a all’Unipol Arena sabato? «Non lo so. Il Verona vuole fare più punti possibile e secondo me, per come è cambiato il calcio, avere un attacco così forte è una garanzia. Si blocca Barak, segna Simeone o Caprari. Tutti possono far gol. Il Cagliari è un’ottima squadra ma è partito malissimo. Quando in serie A va così, ti trascini per tutta la stagione. C’è poco da fare: i conti vanno fatti subito. Bisogna vincere dieci partite e mettere insieme almeno sette o otto pareggi per salvarsi. A Genova hanno perso all’ultimo secondo, altrimenti avrebbero mantenuto invariato il vantaggio sulle altre. Certo i rossoblù devono vincere». Rafael non ha ancora deciso cosa farà da grande ma sta mettendo basi solide, anche a Londra dove vive il... fratello Jorginho. «Il calcio è cambiato molto» chiude, «Adesso è quasi sicuro che per 9 milioni il Manchester City acquisti il Palermo, comunque sempre un club glorioso anche se di C. Non so cosa succederà al Verona. Leggo, sento e osservo. Posso solo dire una banalità: l’Hellas ha fatto un cammino straordinario pure in questa stagione. I tifosi non devono dimenticarlo. E sabato...». Ride e saluta, tanto lui sarà in Brasile.•.

Gianluca Tavellin

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