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Quando Toni emulò Elkjaer E l’Hellas schiantò il Sassuolo

È terminata Verona-Sassuolo ed è grande festa per il protagonista Toni qui con Mandorlini e GrecoAndrea FavilliAntonin BarakKalinic in lotta con Glik nella gara con il Benevento FOTOEXPRESS
È terminata Verona-Sassuolo ed è grande festa per il protagonista Toni qui con Mandorlini e GrecoAndrea FavilliAntonin BarakKalinic in lotta con Glik nella gara con il Benevento FOTOEXPRESS
È terminata Verona-Sassuolo ed è grande festa per il protagonista Toni qui con Mandorlini e GrecoAndrea FavilliAntonin BarakKalinic in lotta con Glik nella gara con il Benevento FOTOEXPRESS
È terminata Verona-Sassuolo ed è grande festa per il protagonista Toni qui con Mandorlini e GrecoAndrea FavilliAntonin BarakKalinic in lotta con Glik nella gara con il Benevento FOTOEXPRESS

«Erano svenuti tutti, per quello ho segnato». Con una risata delle sue, così Luca Toni commentava la prodezza nel finale di gara col Sassuolo. Un 3 a 2 cinque anni fa, che diede al Verona di Mandorlini la certezza della salvezza e a Toni forse il gol più bello di quelli realizzati all’Hellas. «Si, fu un bella rete in una partita molto complicata». È il Verona di Rafa Marquez, Gomez e Sala. Una squadra che aveva il compito di replicare la grande stagione precedente, quella del record dei 54 punti. Non era facile visto le cessioni di Jorginho (già a gennaio del 2014), Marquinho, Iturbe e Romulo. Ma l’Hellas fece comunque 46 punti e si regalò, grazie ad un grande centravanti, partite esaltanti come quella contro il Sassuolo di Di Francesco. «L’ho detto tante volte, la mia seconda giovinezza. Tre anni da giocatore e uno da dirigente che non si possono dimenticare. Brucia ancora quella retrocessione in B ma quello era un bel gruppo, con giocatori forti». Raccontò una volta a L’Arena Toni. GOL ALLA PREBEN. E proprio quel 26 aprile del 2015 contro il Sassuolo fu una data importante nella storia del Verona. L’Hellas era passata in vantaggio con un pallonetto di Gomez ai danni di Consigli ma il signor Chiffi di Padova al 17’ mandò negli spogliatoi Rafael per un fallo di mano fuori dall’area gialloblù. Valoti lasciò il posto al secondo portiere Benussi e l’Hellas giocò in dieci uomini per il resto della gara. «Quelle squadre avevano un’anima» ricordava Toni. E noi aggiungiamo un campionissimo come lui. Realizzò dopo l’autorete di Moras, il gol del 2 a 1. Erano sedici in campionato ma non era finita. Il Sassuolo premeva ma Toni dalla stessa fascia dov’era partito trent’anni prima Elkjaer con la Juve di Scirea e Platini, si trovò davanti due calciatori: Biondini e Brighi. Quest’ultimo subì anche un tunnel di rientro da Toni, dopo una cavalcata di 50 metri e soprattutto dopo 70 minuti di gioco, a 38 anni. I diciottomila del Bentegodi non credevano ai loro occhi. I meno giovani avevano rivisto un gol, diverso in certe esecuzioni, ma molto simile nella forma a quello che segnò Elkjaer a Tacconi senza una scarpa. Toni effettuò un altro dribbling ai danni di Brighi e poi calciò di sinistro in diagonale battendo Consigli per il 3 a 1 e la sua 17esima rete in quel campionato. È stato quello, il punto, che permise a Toni, in quella giornata, di raggiungere il grande Elkjaer a quota 48. Il Sassuolo poi accorciò con Floro Flores ma tutto lo stadio era per Luca Toni, che al termine di quella stagione insieme all’interista Icardi vinse la classifica dei marcatori a 38 anni. Chissà se Ibrahimovic, quest’anno, riuscirà a batterlo. KALE E GLI ALTRI. Il Verona al momento, non è messo male ad attaccanti. Il meno quotato della vigilia: Andrea Favilli, prima di rompersi, con due reti ha portato la bellezza di quattro punti (vittoria con l’Udinese e pareggio a Torino con la Juve). Più in palla ed in campo con la sua nazionale: la Repubblica Ceca, Antonin Barak. L’ex gioiello dell’Udinese, ha già segnato tre reti e tutte decisive con Benevento e Milan. Anche in questo, sono giunti quattro punti. Un top player che l’Hellas riscatterà per sei milioni di euro a fine campionato. È chiaro che nell’idea del club, toccherebbe a Kalinic rinverdire, se non proprio bissare e almeno avvicinare: Luca Toni. Anche per il Campione del Mondo in Germania nel 2006 il viale del tramonto sembrava essere una realtà. La Fiorentina gli aveva prospettato, nel 2013, l’idea di sedersi dietro una scrivania. Nikola Kalinic invece, dopo il caos di Milano e del Milan, aveva dato segnali di ripresa a Roma prima dello stop. Giunto all’Hellas giù di condizione e di morale, si sta ricostruendo. A Torino con la Juve e col Benevento almeno due tempi di qualità e sacrifico. Qualcosa in meno col Milan. Ora Arriva il Sassuolo e grande possibilità per Kalinic di risorgere. Come? Ma con il gol naturalmente. I tempi, dopo la sosta, sono maturi. E l’attaccante della promozione? Il tacco che affondo il Cittadella? Samuel Di Carmine. Come tanti altri, ha marcato visita, ma potrebbe tornare utile. Dall’altra parte dell’Adige, Dica ha in Alfredo Aglietti, un grande estimatore. Forse è presto per parlare di mercato e visto che al momento il Verona non ha un Luca Toni, forse è meglio tenere Di Carmine ancora in considerazione. •

Gianluca Tavellin

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