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A TU PER TU

Pawel, il gigante dell’Hellas: «Grazie a tutti i veronesi»

Lo staff medico con il dottor Vecchini e il fisioterapista Improta attorno a Dawidowicz a Venezia (Fotoexpress)
Lo staff medico con il dottor Vecchini e il fisioterapista Improta attorno a Dawidowicz a Venezia (Fotoexpress)
Lo staff medico con il dottor Vecchini e il fisioterapista Improta attorno a Dawidowicz a Venezia (Fotoexpress)
Lo staff medico con il dottor Vecchini e il fisioterapista Improta attorno a Dawidowicz a Venezia (Fotoexpress)

«Ora sto meglio e guardo avanti». Pawel Dawidowicz al telefono. Un po’ di riposo in poltrona dopo il pasto. Accanto a lui la fidanzata Susanna. «Mi è di molto aiuto come la mia famiglia. Volevo ringraziare tutti per i tanti messaggi di affetto che mi sono arrivati» racconta il centralone polacco abbattuto dal crociato che ha fatto crac a Venezia.

 

Un forte dolore «Ho sentito il rumore tipico» rivela il polacco, «di quando si rompe qualcosa. Ho capito subito che era una cosa seria. Mi sono inginocchiato e avevo forti dolori. Dovevo rimanere in campo. Avevamo già fatto le sostituzioni e io non me la sono sentita di andare fuori. Ho fatto una cosa normale». Tanto normale che sei diventato il beniamino dei tifosi gialloblù. «Loro sono stati fantastici. Chiedo scusa se non sono riuscito a rispondere a tutti i messaggi ma ne sono arrivati tantissimi. E poi i miei compagni, l’allenatore, la società. Cose che ti aiutano in momenti come questo».

 

Tanto lavoro Come passi la giornata a Villa Stuart? «Lavorando» sorride Dawidowicz. «Devo ringraziare il professor Mariani e tutta la sua equipe, oltre ai vari fisioterapisti che mi seguono». Il guerriero polacco non perde tempo. Tradisce la fidanzata Susanna con la Kinetec, un apparecchio elettromedicale, adatto a chi ha subito un trauma e relativa operazione come quella di Pawel. «Mi sveglio alle 7 e lavoro, poi faccio colazione e ancora sedute per il ginocchio e terapie varie. Continuo così fino alla sera. In mezzo ci metto i pasti ed un sonnellino. Voglio tornare presto». Grazie Ivan Nella maturazione in serie A di Dawidowicz, c’è molto di Juric. «Lo sapete che mi ha telefonato subito? È stato molto carino».

 

Cosa vi siete detti? «Lui mi ha rincuorato, mentre io gli ho detto che mi dispiace non essere a Torino. Avrei fatto tutto per batterti, mister. Sono stato gentile?». La risatina ci sta. Con l’ironia dell’est che è tutta un programma. «A parte gli scherzi» dice Pawel, «mi manca tantissimo il campo. Il mister col Toro ha fatto un grande lavoro. Le prossime due partite ci diranno che campionato faremo». È lui stesso che vuole guardare avanti e parlare solo di calcio. «Ho visto la partita con l’Atalanta» racconta, «i miei compagni hanno fatto molto bene. A volte capita di non raccogliere nulla. La mia gara più bella? Con la Roma». Dawidowicz ha ricevuto tanti messaggi dalla Polonia e dal Ct Paulo Sousa. Quotidianamente, a Roma, in clinica, scambia qualche parola con Sebastian Walukiewic del Cagliari. Il connazionale operato per un'infiammazione all'articolazione fra il femore e l'anca ed ora in fase di recupero. «Sì, mi fa piacere. Ma non c’è molto tempo e poi abbiamo bisogno di dormire».

 

I tifosi Giocare con un ginocchio rotto per l’Hellas ha aumentato la popolarità del difensore. Pawel, che stava disputando un ottimo campionato, è diventato un beniamino dei veronesi. «Sarà perchè sono tra i vecchi di questa squadra. E poi non ho mai fatto storie. Se gioco vuol dire che lo merito, altrimenti me ne sto fuori». Il tempo è scaduto, il difensore gialloblù deve tornare a lavorare. Non lo dice ma vorrebbe riuscire a disputare almeno una o due gare. «Non chiedetelo a me. Non sono un medico. Lavoro per tornare presto».

Gianluca Tavellin

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