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L'intervista a Marco Pacione

«Hellas, resta acceso: ora comanda la testa. Ma serve un'impresa»

Juventus-Verona, parla il doppio ex
Marco Pacione
Marco Pacione
Marco Pacione
Marco Pacione

«Restare accesi. A comandare sarà la testa». Marco Pacione ha passato una vita ad incrociare palloni in discesa dal cielo. Devi cogliere l’attimo per salire. Devi sapere pure come atterrare.

L’Hellas di Zaffaroni e Bocchetti ha pensieri bloccati e ali bagnate. Potrebbe essere spacciato. Potrebbe ancora regalarsi una grande impresa. Pacione ha vissuto, da attaccante senza paura, un Hellas nobile e la nobiltà della Juventus.


Pacione, la salvezza del Verona è ancora possibile?
«Oggi è difficile. Ma non impossibile. Prima dello stop pesante con la Samp ero molto fiducioso. Adesso la salita si è fatta ancora più impegnativa».
Lei dice: comanda la testa
«E lo confermo. La forza mentale può fare la differenza per chi è costretto a rincorrere da tempo. E sa di non poter sbagliare».
Il ko di Genova con la Samp ha detto proprio questo: il Verona è inciampato su se stesso…
«E adesso deve decidere cosa fare della sua stagione. Il tempo per rialzarsi c’è ancora».

 

Marco Pacione
Marco Pacione


Un motivo per credere?
«Il primo Verona del 2023 era solido, propositivo, lucido. Capace di strappare punti e proporre un calcio credibile».
Un motivo per essere pessimisti?
«Non voglio essere pessimista, ma realista. Preoccupa il fatto dell’inversione di tendenza, del distacco dallo Spezia, di quello che ha detto il campo nelle ultime giornate».
Tutti si chiedono: dopo il ko di Roma è tornato ad essere il Verona della prima parte di stagione. Perchè?
«Premetto: non vivo le dinamiche di spogliatoio ma ragiono da calciatore. Quindi: chi rincorre sente addosso il peso della rincorsa, sa di non poter sbagliare, sa di essere sempre in discussione. E basta un piccolo rallentamento per aprire di nuovo le porte all’ansia, alla paura, alla consapevolezza che tutto torna ad essere maledettamente difficile».

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La discriminante salvezza?
«La fase offensiva. Sono mancati i gol. Manca chi segna. Henry era partito bene e poi ha avuto difficoltà. Lasagna è generoso ma non trova il gol. Djuric è fondamentale ma oggi è fuori».
Con Djuric, chi vede di fondamentali per questo Verona?
«Lazovic e Tameze».
Due su tre mancheranno contro la Juventus
«Problema non di poco conto. Ma a questo punto devi andare in campo ogni partita isolandoti da tutto, cercando di restare come in sospeso nel tempo».
Aprile sarà mese di fuoco: l’Hellas sarà a Torino con la Juve, poi a Napoli e Cremona. In casa aspetta Sassuolo e Bologna. Riprendersi la A pare quasi impossibile
«Se ragioni in prospettiva perdi il senso del presente. Da calciatore non guardo al calendario e mi concentro solo sulla Juve. E poi passo oltre. Non ha senso perdere inutilmente energie buttando i pensieri nel futuro».

Il primo passo?
«Uscire dal vortice negativo nel quale è entrato il Verona».
Come?
«Recuperando certezze. Pensando che il “miglior Verona” si è sempre battuto alla pari con tutti». 
Lo Spezia deve restare sempre nel mirino?
«Sta lì davanti. Quando ha battuto l’Inter ha trovato nuovi benefici. E queste sono vittorie che fanno star bene il gruppo. Il Verona trova la Juve, loro si giocano tanto con la Salernitana. Finito tutto, si farà un altro aggiornamento».
Cinque punti dalla salvezza oggi sembrano distanza siderale
«Vede? Comanda la testa. Che rimpicciolisce e ingigantisce i problemi. Si lotta di gruppo. Poi si vedrà».

Simone Antolini

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