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L'intervista

Penzo mette in guarda l'Hellas: «Occhio, si stanno correndo troppi rischi»

L'ex attaccante del Verona analizza il momento della squadra gialloblù
Domenico «Nico» Penzo
Domenico «Nico» Penzo
Domenico «Nico» Penzo
Domenico «Nico» Penzo

«Ognuno finora ci ha messo del suo». Domenico Penzo, uno degli ex re bomber del Verona, in due stagioni ha segnato meno solo di Luca Toni, parla poco. Quando lo fa, le sue parole sono misurate ma taglienti. Club, tecnico e giocatori, vien da tradurre.

«È stata una squadra smembrata in ogni reparto, senza contare che sono stati ceduti giocatori di rilievo. In tre, in avanti, hanno fatto più di quaranta reti. Non è facile per l’allenatore trovare il bandolo della matassa, senza contare che i nuovi sono arrivati in ritardo».

 

Per Nico Penzo il Verona sta correndo un grosso rischio

Per Penzo si sta correndo un grosso rischio. «Bisognerebbe essere dentro le cose» precisa l’ex bomber, «però non mi sembra che dalle cessioni siano arrivati molti soldi. Bonus e clausole ci sono, ma cosa succede se Caprari col contratto oneroso stipulato dal Monza, facesse male e tornasse l’anno prossimo alla base?». 

Proprio la cessione dell’esterno romano è da individuare come il peccato originale estivo. «Per me è così» racconta Penzo, «Il Verona ha sempre avuto e tuttora ha in rosa grandi interpreti sulla fascia. Zaccagni, Faraoni e Lazovic, i primi nomi con Caprari si era arrivati al massimo. Su dieci dribbling tentati almeno la metà gli riuscivano e poi i gol. Insieme a Barak andava dentro e vedeva la porta. Volete mettere Henry con i suoi cross?».

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«Henry un piccolo Giroud»

Nico Penzo che a suo di gol trascinò il Verona in A, Europa e in finale di Coppa Italia, passa subito all’attacco. «In piccolo» racconta l’ex punta gialloblù, «Henry a me ricorda Giroud. Farebbe fatica pure il milanista a giocare sempre spalle alla porta e non avere mai il pallone giusto dalle corsie esterne. E poi, in Serie A, la palla lunga con spizzata per Lasagna è un gioco molto prevedibile e poco efficace».

 

Domenico Penzo, per tutti Nico, con la maglia del Napoli
Domenico Penzo, per tutti Nico, con la maglia del Napoli

 

 «Cioffi? Mi sembra abbia capacità ma ha ereditato una situazione pesante. Se poi i calciatori cominciano a deprimersi come Lasagna, allora la situazione peggiora. So cosa significa essere un attaccante quando non arriva il gol. Vedi la porta al massimo di un metro, però deve aiutarsi anche lui. Fare cose più semplici, anche se per Lasagna può valere lo stesso discorso fatto per Henry».

 

I giudizi su Ilic, Doig, Hien e Coppola

Domenico Penzo percorre a ritroso l’undici di Cioffi. «A metà campo» dice, «non mi piace Ilic così basso. Troppo rispetto alla passata stagione». Nel Verona ci sono comunque anche lati positivi, da far risaltare maggiormente.

«Hien è un ottimo difensore, davvero bravo come a me piace molto Doig. Lo scozzese ha fisico e personalità. Su di lui con qualche pausa val la pena insistere». 

Rimane positivo quando parla di Coppola. «Il ragazzone ha sbagliato ma con lui pure Gunter sul gol di Ikonè. Il turco doveva dargli copertura ed invece ha coperto Montipò sul tiro. Poi, in Serie A non si possono subire reti da rimessa laterale. Il Verona deve mordere l’avversario. La cosa che mi lascia sperare» termina Domenico Penzo, «è che la squadra di Cioffi ha vinto con la Samp e pareggiato ad Empoli. Bisogna tener conto che ha incontrato già 4 delle 7 sorelle in questo inizio di campionato. Però con l’Udinese bisogna dare un segnale e prendersi i tre punti».

Gianluca Tavellin

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