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Lecce-Verona: le pagelle

Ngonge, gol di platino. Hien, muro svedese

Molti i gialloblù positivi nel catino dello stadio di Via del Mare di Lecce
Milan Djuric sale alto in cielo ad incornare FOTOEXPRESSI tifosi gialloblù presenti al Via del Mare
Milan Djuric sale alto in cielo ad incornare FOTOEXPRESSI tifosi gialloblù presenti al Via del Mare
Milan Djuric sale alto in cielo ad incornare FOTOEXPRESSI tifosi gialloblù presenti al Via del Mare
Milan Djuric sale alto in cielo ad incornare FOTOEXPRESSI tifosi gialloblù presenti al Via del Mare

Le pagelle della partita Lecce-Verona terminata 0-1

6,5 MONTIPÒ Il portierone gialloblù è bravissimo con i piedi. Spesso chiamato a fare il regista per i lunghi lanci per Djuric. E’ attento in uscita spericolata su Gallo mentre il miracolo su Banda viene invalidato dal fuorigioco del pugliese.

6,5 MAGNANI Ha forse il cliente peggiore e cioè il piccolo Di Francesco. Sgusciante e sempre pericoloso. Oltre a salvare con due scivolate imperiose davanti a Montipò, si propone pure in avanti.

7 HIEN Lo svedese è praticamente perfetto su Ceesay. Lo svedese lo anticipa sempre. Impeccabile di testa e un muro col fisico.

6 DAWIDOWICZ Strefezza lo mette a dura prova nel primo tempo ma il gigante polacco si aiuta con le braccia ed esperienza. Cresce nella ripresa ed è bravo a chiudere una diagonale pericolosa.

6 FARAONI Parte benissimo il capitano ma poi si attacca con Massa e paga l’arrabbiatura. Prova alcune accelerate sulla destra ma non sempre ha il tempo giusto. Esce per qualche contrattempo fisico. La speranza è che non sia nulla di grave.

6,5 ABILDGAARD Difetta con palla a terra ma è imbattibile nel gioco aereo. Bravissimo è Falcone a negargli nella ripresa la gioia del gol.

6,5 TAMEZE Adrien fa davvero fatica nei primi quarantacinque minuti di gioco. Oudin e Hjulmand lo mettono in mezzo. La becca poco ma nel secondo tempo trova tempo e brillantezza. Nel finale è furbo e attento.

6 LAZOVIC Parte con un razzo al posto dei piedi. Ridicolizza gli avversari e mette due palloni d’oro sulla testa di Djuric che purtroppo non capitalizza. Corre tantissimo nella prima frazione di gioco e alla lunga paga dazio. Nei minuti finali viene sostituito con Terracciano.

6 VERDI Su di lui Baroni aveva disposto una vera e propria gabbia. Non è facile liberarsi di uno o due avversari e poi vede sempre passare sopra la sua testa i palloni che Montipò spedisce verso Djuric. Non era la sua partita.

6 DUDA A differenza di Lazovic, parte col freno a mano tirato. Gallo e compagni lo anticipano spesso e quando viene in mezzo a cercare gloria, perde qualche pallone sanguinoso. Meglio nella ripresa.

6,5 DJURIC Meriterebbe sette per il grande lavoro che svolge per tutti i novanta minuti e oltre. Ma se nella seconda occasione di testa è bravo a colpire all’indietro e il miracolo lo fa Falcone, nella prima, quella della traversa è lui a non chiudere bene la traiettoria senza schiacciare la palla.

6 DEPAOLI Entra sul terreno di gioco e sembra un tarantolato visto la latitudine. Mette agonismo in ogni suo intervento ed questo che richiede la situazione

6 SULEMANA Si rivede il mediano che comincia subito a far girare a mille le gambe. Un giocatore giovane e ritrovato per la volata finale.

S.V. TERRACCIANO Entra e fa andare le sue lunghe leve per una bella sgroppata sulla sinistra. Troppo poco però per avere una valutazione. Tiene palla negli istanti sospesi che conducono ad una vittoria di grande valore.

7 ZAFFARONI/BOCCHETTI La strana coppia azzecca l'ingresso di Ngonge dopo tanto purgatorio ma soprattutto il gioco lungo su Djuric che di fatto allunga e stanca il Lecce di Baroni. Così facendo però si perde Verdi. Rischiano un po' con Dawidowicz su Strefezza ma alla fine il polacco tiene. Devono offrire da bere a Iaia e Cataldi. Il primo ha rimesso in piedi un gruppo senza ossigeno, il secondo sta forgiando un portiere da grande squadra. Adesso testa bassa e tanti punti quante sono le partite che mancano alla fine del campionato. A 34 la salvezza è quasi matematica. Il Verona di Lecce ha tutto per portare a compimento un’impresa a dir poco miracoloso.

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