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Intervista al portiere dell'Hellas

Montipò pronto per San Siro. «Verona, ci devi provare»

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Lorenzo Montipò, portiere del Verona
Lorenzo Montipò, portiere del Verona
Lorenzo Montipò, portiere del Verona
Lorenzo Montipò, portiere del Verona

Lorenzo Montipò non sfugge all’importante scadenza odierna. La sua posizione sul vaccino e il green pass è chiara. «Credo nella scienza. I dati sono eloquenti. Credo che sia giusto essere vaccinati ed attenersi alle norme». Poche parole ma essenziali. Il portiere del Verona dopo essersi scottato, come il resto della squadra, si è prontamente immunizzato, grazie a Igor Tudor. La sua porta, con lo Spezia, è rimasta inviolata, grazie anche alle sue parate.

«Il mister ha portato grande positività» racconta il portiere piemontese, «prima non era una crisi di gioco ma solo di risultati. La società ha messo noi giocatori davanti alle nostre responsabilità. Siamo ripartiti insieme. La parata più bella? Quella su Manaj dello Spezia. Visto che me lo chiedete».

 

Novarello

Lorenzo è uno dei figli del boom del Novara, che passò dalla serie C alla serie A, grazie alla famiglia De Salvo. Lui era un ragazzino, che beneficiò dell’intuizione di Luca Faccioli, veronese, oggi ad Infront, all’epoca dg del Novara dei miracoli. «Firmai con lui il mio primo contratto. Novarello è, ancor oggi, all’avanguardia. Ha permesso a tanti miei compagni di crescere. Dalle risaie bonificate poco fuori Novara, alla serie A.

«Avevo fatto bene a Siena ma la mia piena maturazione è arrivata a Benevento. Abbiamo centrato una promozione storica. La città era in festa nonostante il momento difficile. L’anno scorso, purtroppo siamo retrocessi. È mancata un po’ di fortuna e d’esperienza forse».

Nella vita professionale di Montipò, è riapparso Massimo Cataldi, uno tra i preparatori di portieri più qualificati di tutta la serie A. «A Novara l’ho avuto in due riprese» spiega il numero uno gialloblù, «devo ringraziare la società che mi ha dato questa opportunità. Credo che oltre a Setti e D’Amico, nella scelta, c’è stato pure lo zampino di Cataldi». Il Verona lo seguiva da tempo. Montipò però è giunto in ritardo in ritiro. «Mi ero fatto male al menisco interno del ginocchio, ancora a gennaio» spiega, «mi hanno praticato una suturazione meniscale ed ho dovuto lavorare tutta l’estate. Ma ora è solo un ricordo». È rimasto stupito da Ilic ma soprattutto dal gruppo. «Ivan ha grande personalità mentre la squadra è solidissima. Appena arrivato, i ragazzi, mi hanno fatto sentire uno di loro. Credo che questo sia il segreto del Verona».

 

Le caratteristiche

Montipò ha messo le mani sull’ultima vittoria, quella con lo Spezia. Lui ha nell’esplosività, la dote migliore. «Sì anche se» precisa Lorenzo, «questo concetto vuol dire, tutto e niente. Con Massimo (Cataldi ndr) andiamo sempre sulla tecnica e la qualità dell’intervento». Cosa vi dite prima dell’intervallo? «Lui analizza tutta la gara ed i miei interventi. Ci sono anche quelli di piede e la gestione del pallone».

 

Donnarumma e...

Montipò come giudica il comportamento di Gigio? È il migliore al mondo? «Non lo giudico, punto. Per me il più bravo resta Alisson del Liverpool. Donnarumma comunque è sul podio». Dal Milan di ieri a quello di oggi. «Grande squadra. Anzi, i rossoneri ne hanno due di rose. Quella per il campionato e quella per la Champions. Sarà durissima ma noi ci proveremo. L’Hellas deve sfatare il tabù di San Siro».

 

Giornate veronesi

Lorenzo vive in città con la fidanzata Eleonora. «Verona l’avevamo già conosciuta due anni fa, in un weekend. Bellissima. 

Gianluca Tavellin

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