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L'intervista

Djuric, l'«Ibra operaio». «Cresciuto a pesce e piadine. Ho le spalle larghe per aiutare l'Hellas»

A tu per tu con l'attaccante protagonista del buon momento del Verona
Milan Djuric
Milan Djuric
Milan Djuric
Milan Djuric

Non avrà la classe di Ibrahimovic ma il fisico e il colpo di testa, quello sì. Da quando è diventato centravanti titolare, il Verona ha conquistato 7 punti in 4 partite. Milan Djuric se la gode con quel bell’accento romagnolo. «Si sente?» sorride l’ariete dell’Hellas, «a dire il vero sono arrivato a Pesaro che avevo un anno, con la mia famiglia. Però dai, la riviera romagnola è lunga. Sì mi hanno allevato a piadina e pesce». La sua è una risata controllata, perché Milan è un ragazzo tutto di un pezzo. Lavoro e famiglia. Un leader silenzioso dentro lo spogliatoio. «I leader sono altri. Diciamo che sono contento ma abbiamo da fare ancora molta strada».


Prima cosa, come sta Henry?
Bene, oggi credo faremo una video chiamata con tutta la squadra per salutarlo. Thomas è un ottimo calciatore ma soprattutto un ragazzo super. Lo aspettiamo.
Intanto ci sei tu…
Ho atteso il mio turno. Mi dispiace che quando ho giocato dei pezzetti di partita, non sono riuscito ad incidere. Ora le cose vanno meglio ma c’è tanto da fare.
Cosa succedeva prima?
Non lo so. Posso dire che la colpa era solo nostra. Non ci sono segreti se abbiamo fatto dei punti, solo allenamento. Abbiamo approfittato della sosta per il mondiale. Spesso erano due sedute molto dure al giorno. Ci siamo compattati.
Cosa hai provato quando hai segnato al Toro?
Gioia e soddisfazione. Era da un po’ che non segnavo, con quella rete ci siamo sbloccati, merito di tutto il gruppo. 

 

Milan Djuric
Milan Djuric


Con Lazovic basta uno sguardo?
Darko ha una vasta intelligenza calcistica. Ha esperienza e ci compensiamo. Lavoro di testa per lui, Lazo invece punta sempre l’avversario. Avanti così. Mi auguro segni ancora molto.
Anche Montipò ha un bel «piedino» o sbaglio?
(Djuric ride. ndr) Verissimo. I suoi rilanci sono perfetti. È una situazione che abbiamo studiato spesso in allenamento. Uno schema utile nel corso della partita, ma lui prima, rimane un grande portiere.
Che cosa ha portato Sogliano?
La sua esperienza come del resto mister Zaffaroni. Sean lo conoscevo già e so quanto sia preparato. 
Ci serviva una persona che guardasse i nostri errori da fuori. Ci ha trasmesso delle cose, che non riuscivamo a percepire.
Ilic si è ripreso?
Ivan è un grande talento. Ha un potenziale straordinario e purtroppo nel girone d’andata ha avuto un infortunio, che lo ha condizionato. Un ragazzo serio e disponibile, un ottimo compagno di squadra.
Restiamo sui singoli, Hien ti picchia in allenamento?
È una bella battaglia. Lui non lo sposti e poi è rapido. Facciamo scintille e tutto ciò è molto allenante per noi. I benefici dei nostri duelli durante le partitelle, li abbiamo poi in gara.
Parlaci dell’Udinese...
Forte in ogni reparto. Hanno avuto un piccolo passaggio a vuoto e poi si sono ripresi subito. All’andata meritavamo il pari, lotteremo per riprenderci tutto. A Genova hanno sofferto ma poi sono riusciti a prendersi i tre punti.
Qual è la quota per salvarsi?
Non lo so. Qui il quadro cambia di volta in volta. Prima sembrava lo Spezia ad essere in difficoltà, poi il Sassuolo si fa fatica a dire, chi sarà.
Quindi su chi fare la corsa?
Solo su noi stessi. Ci crediamo, lavoriamo in silenzio e diamo il massimo alla domenica, poi faremo i conti. Ora è presto. Ripeto non abbiamo fatto nulla.
Vedi analogie con la salvezza colta con la Salernitana?
Situazione diversa, non si possono paragonare le due cose. L’anno scorso eravamo una squadra neo promossa, che ha pagato lo scotto della categoria. Quest’anno al Verona, ripeto, ci siamo trovati così per demeriti nostri. Ora dobbiamo continuare a far punti.
Tanto c’è Djuric...
C’è un gruppo numeroso che vuole salvarsi, per il resto a me piace se la squadra si appoggia a me. Ho spalle larghe.

Gianluca Tavellin

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