<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL CAPITANO DEL VERONA

Hellas, Veloso rompe il silenzio: «Non voglio retrocedere»

«Sarebbe un delitto dopo tutto quello che abbiamo costruito negli anni. La colpa dell’Hellas? Pensare che tutto fosse dovuto. La A non perdona»
Miguel Veloso in gialloblù dal 2018: a volerlo fu espressamente Ivan Juric che lo conosceva dai tempi del Genoa
Miguel Veloso in gialloblù dal 2018: a volerlo fu espressamente Ivan Juric che lo conosceva dai tempi del Genoa
Miguel Veloso in gialloblù dal 2018: a volerlo fu espressamente Ivan Juric che lo conosceva dai tempi del Genoa
Miguel Veloso in gialloblù dal 2018: a volerlo fu espressamente Ivan Juric che lo conosceva dai tempi del Genoa

«Finchè ci sono così tanti punti in palio, noi ci crediamo». Miguel Veloso da capitano torna a parlare. Lo fa in prima persona durante i test atletici all’Isokinetic di Arbizzano ma si sa, lui è la voce più ascoltata nello spogliatoio. «Sappiamo che siamo in un momento delicato. Anche il primo anno che sono arrivato, si diceva che a novembre eravamo già retrocessi ed invece abbiamo fatto tre stagioni a grandi livelli. Sta a noi fare qualcosa in più. Possiamo farcela. Credo in tutta la squadra. Non è un’impresa impossibile, difficile ma non impossibile». Miguel Veloso ha lo sguardo concentrato, nemmeno fosse alla vigilia del match di Torino. L’Hellas tornerà in campo il 4 gennaio a Torino contro i granata.

I rimpianti

Chissà in questi giorni di sosta, quante volte Veloso ha pensato alle occasioni gettate al vento. «L’unica partita che come atteggiamento, abbiamo sbagliato tutto è stata col Monza. Con Roma, Milan, Sassuolo e altre, non abbiamo giocato così male. Con lo Spezia forse potevamo gestire meglio come siamo rientrati in campo dopo l’intervallo».

Qualcuno ha detto che vi sarebbero giocatori logori. Cosa ne pensi? «Non è vero. Purtroppo quando le cose vanno male, le persone parlano. Squadra anziana? Una cazzata, perchè non c’è età. È una questione di voglia e di fame. Parlo per me stesso a trentasei anni, quello che mi fa andare avanti è la voglia di competere. Se mi dici che abbiamo dato per garantito la permanenza in Serie A dopo quello che avevamo fatto, posso dire che hai ragione. Sbagliando, pensavamo che fosse più agevole nel mantenere la categoria. Dare per scontate le cose è stato un grande errore. I buoni risultati vanno conquistati sempre. Però non dite che non abbiamo più fame. Se vedo la classifica e penso ad un’eventuale retrocessione mi viene da piangere. Non possiamo e non dobbiamo retrocedere, soprattutto dopo quello che abbiamo costruito insieme a tanti ragazzi negli anni. Questo club è cresciuto mattoncino dopo mattoncino».

Com’è stato l’impatto con Sogliano? «Buono» ammette il capitano gialloblù, «ci ha riunito e parlato. Ha spiegato ciò che vorrebbe da noi. Con lui c’erano pure Marroccu e il mister. È un professionista in più che ci aiuterà».

Rispetto dei ruoli

A proposito di Bocchetti. Avete giocato con lui, cosa ha chiesto a voi calciatori più esperti? «Un po’ ci confrontiamo» rivela Miguel, «però non più di tanto, visto che lui ora fa l’allenatore. Il rispetto dei ruoli è molto importante». Veloso mostra un cauto ottimismo e parla di un gruppo che grazie a questa lunga sosta si può ritrovare.

Il Mondiale

Hongla ha sfidato Ilic e Lazovic. «Si ho visto» racconta il capitano, «tornando dall’allenamento sono riusciuto a vedere qualcosina. Ecco dobbiamo fare come il Camerun. Sembrava spacciato ed invece guarda che finale di partita che hanno fatto, bravi». C’è Cristiano Ronaldo libero, lo chiami al Verona? (Sorride ndr) «Non sarebbe male» rivela, «la verità è che lui non molla un centimetro ed ha una forza di volontà clamorosa. Fa notizia che sia senza squadra ma vedrai che presto la troverà». Prima di congedarsi dal capitano del Verona, l’ultima domanda è su quale squadra vincerà il Mondiale. Veloso ci pensa un po’ e non ha dubbi: «Il Portogallo. Sarebbe molto importante per tutto il Paese. È un mondiale dove non mancano le sorprese».

Gianluca Tavellin

Suggerimenti