La «dimenticanza», il tentativo di rimediare e le scuse. E poi quel mancato minuto di silenzio. Non certo il modo in cui si attendeva sarebbe stato omaggiato un giocatore che ha fatto la storia della società e di Verona. La fascia nera in segno di lutto per la morte di Emiliano Mascetti, che è comparsa al braccio dei giocatori dell'Hellas Verona solo nel secondo tempo, continua a scatenare polemiche sui giornali e sui social.
E proprio su Facebook interviene anche Matilde Mascetti, la figlia della leggenda gialloblù che, condividendo un post del giornalista e direttore di Hellas Live, Alberto Fabbri, scrive: «Stemperiamo i toni. Non mi piace sentir gridare in un momento in cui io e la mia famiglia ci siamo raccolti in un dignitoso silenzio, come da 7 anni a questa parte. Lasciatelo riposare in pace, ha lottato abbastanza!».
Ma la bordata arriva, tanto placida quanto severa: «Non fate null'altro in sua memoria se non siete in grado di farlo, perché lo state facendo morire ad ogni mossa fatta con goffaggine. Al mio babbo questo casino non sarebbe piaciuto e non avrebbe nemmeno dato peso a «Chicco» anziché «Ciccio», alle «dimenticanze in albergo», alle patetiche passerelle di circostanza, politiche e sportive».
E conclude: «Babbo, nel suo viaggio più bello, vuole con sé solo gente onesta, la sua gente, i suoi tifosi...vuole gente semplice e leale come lui e il rispetto, a volte, si dimostra con successo soltanto facendosi da parte».
Leggi ancheVerona piange Emiliano Mascetti, gentiluomo e bandiera gialloblù