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Toni, sono ricordi mondiali: «L’Hellas? Il cuore dice sì»

Grande sorpresa ieri per dipendenti e collaboratori delle Cantine Pasqua. A pranzo con loro c’era l’ex bomber. «Penso al 2006, che gruppo. Sarà durissima salvarsi. L’importante è partire subito forte col Torino»
Umberto, Riccardo e Alessandro Pasqua circondano Luca Toni nell’evento per Natale in cantina
Umberto, Riccardo e Alessandro Pasqua circondano Luca Toni nell’evento per Natale in cantina
Umberto, Riccardo e Alessandro Pasqua circondano Luca Toni nell’evento per Natale in cantina
Umberto, Riccardo e Alessandro Pasqua circondano Luca Toni nell’evento per Natale in cantina

Indovina chi viene a pranzo? Non è la riedizione del celebre film di Stanley Kramer ma più semplicemente la sorpresa che la famiglia Pasqua ha voluto fare a dipendenti e collaboratori per il Natale. Nei giorni della Coppa del Mondo, non poteva mancare, un personaggio che quel trofeo l’ha sollevato nel 2006: Luca Toni.

«Sono sempre felice di tornare a Verona» racconta il vice sindaco, «figurarsi in una cantina così bella e famosa. Qui mi sento a casa». Il pranzo, il saluto del «capitano» Umberto Pasqua che libera al cross due «esterni doc» come i figli Alessandro e Riccardo, per crossare palloni giocabili all’ex bomber dell’Italia e del Verona.

Riccardo Pasqua, ha griffato «Racconti in giro» - progetto di team building e scrittura collettiva di tutti i dipendenti dell’azienda- con le parole dell’attaccante emiliano. «Per fare risultato bisogna essere un gruppo sano e coeso, e mettersi continuamente in gioco...È importante lasciare il segno indipendentemente dai colori che indossi“. Luca anche filosofo ora? «Non scherziamo dai, qui si sta bene e poi il vino a me piace». Cinture allacciate perchè non è da tutti i giorni dialogare su un palco con Toni.

Il Mondiale

«Strano, brutto senza l’Italia» racconta l’ex goleador del Verona, «la finale è stata stupenda, anche se non nego che a fine primo tempo mi sono quasi addormentato. Chi mi è piaciuto di più? A parte Messi e Mbappe, dico Julián Alvarez e Sofyan Amrabat che è stato lanciato dal Verona». Toni non è sceso in campo con i compagni a Doha, nel match di calcio a cinque. «No, ma ho visto che eravamo ben rappresentati. Ci sentiamo spesso perchè abbiamo condiviso qualcosa di unico, però, soprattutto quelli che alleno li vedo più stressati. A proposito sono felice che Daniele(De Rossi ndr) abbia incominciato alla Spal».

Quel gol alla Francia

Chissà se il bomber dice la verità, visto che un fuorigioco del romanista nel 2006 gli negò la rete del 2 a 1 a Berlino contro la Francia. «Esatto» ride Toni, «fortuna che abbiamo vinto. Il problema è che non c’era il Var, altrimenti avrei segnato pure in finale. No, Daniele è un grande, diventerà bravissimo in panchina».

L’ex «Scarpa d’oro» europea, micidiale con 31 reti in unico campionato con la Fiorentina, prosegue sul tema dell’incontro, ovvero avere un team building vincente grazie allo scambio di informazioni ed esperienze. «Sì, non tutte le competenze, però» sorride Luca, «a fare il terzino, ad esempio, avrei solo combinato guai. Prendete Messi, il più grande, come lo è stato Cristiano Ronaldo. Eppure Leo ha avuto bisogno della squadra per arrivare sul tetto del mondo. Noi dell’Italia, non ne parliamo. Eppure avevamo gente come Totti, Del Piero, Buffon e Cannavaro. Per vincere non basta il talento».

Nella storia gialloblù

Toni 324 gol complessivi in carriera, è stato per tre stagioni il faro del Verona. «Ci è voluto quel matto di mister Mandorlini a riportarmi in alto. Bravo anche Sogliano a cercarmi. Ero andato negli Emirati, sembrava la fine ed invece ho segnato cinquanta reti in tre stagioni. Addirittura capocannoniere della Serie A insieme ad Icardi dell’Inter. Peccato solo per l’ultima stagione ma la gente mi ha voluto bene».

Ricorda tutto Toni, che tradisce un po’ d’emozione. «Quando sei più maturo, diciamo le cose le assapori meglio. I “Butei“ ti ricordi? Mi cantarono: “Chi è quel signore, chi è quel signore?“. Un bel coro perchè era pure un modo per spronarmi a fare bene. Li ringrazio ancora e poi lo striscione “Vice Sindaco“ dietro a Elkjaer, che qui ha fatto la storia, bè stupendo dai“.

Toni spegne il suo sorriso da attore consumato, quando si parla dell’attuale situazione dell’Hellas. Quante possibilità ha il Verona di salvarsi? La pausa dell’ex gialloblù è lunga. «Col cuore» rivela, «dico tante ma è durissima, troppo pochi i punti raccolti finora. Devono partire subito alla grande a gennaio. Torino e poi vincere gli scontri diretti in casa. Non è facile perchè non si doveva cambiare così tanto. Dall’esterno pare, che si sia rotto qualcosa. Niente di negativo ma può accadere. Può capitare di tutto, perchè la Reggina si salvò tanti anni fa e pure la Salernitana. Erano squadre spacciate, eppure si salvarono». L’ex centravanti dell’Italia, non punta l’indice su qualcuno o qualcosa in particolare. «Forse le partenze, forse l’allenatore, Cioffi aveva idee diverse di calcio rispetto a Juric e Tudor. Non è mai una sola causa a determinare, ciò che abbiamo visto».

Forza Thomas

Inevitabile parlare dell’attacco scaligero. Numeri imbarazzanti, nonostante vi siano discreti interpreti. «Henry a me piace» commenta Luca, «era partito bene ma va servito diversamente e poi non è mai colpa di una punta che non segna o di un difensore che sbaglia. È la squadra che ha mostrato delle lacune ma adesso bisogna dare il massimo subito. A partire da Torino». Per l’ex Campione del Mondo anche un’esperienza da dirigente nel Verona. «Sì tutto serve» dribbla Luca, che ci racconta come il figlio Leonardo, 8 anni, faccia già parte dei pulcini del Sassuolo. «Deve solo divertirsi, come mia figlia Bianca appassionata di danza». Pillole di vita, per chi come Toni rimane un icona del calcio. Setti lo senti? «È da un po’ che non ci sentiamo» rivela Luca, «spero vivamente che riescano a fare l’impresa, per lui per i ragazzi ed i “Butei“. Buon Natale a tutti».

Gianluca Tavellin

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