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Verso Verona-Genoa

Lazovic, dinamo dell'Hellas: «Spero di recuperare. Quando corro mi ricarico»

Darko Lazovic
Darko Lazovic
Darko Lazovic
Darko Lazovic

«Sì, spero di recuperare. Poi, più corro e più mi ricarico». Darko Lazovic scalda il motore. Il serbo potrebbe tornare proprio in occasione della gara contro il «suo» Genoa. «Ero giovane e forse qualcosa all’epoca ho lasciato per strada. I rossoblù oggi hanno ritrovato grande entusiasmo e sono una formazione molto temibile. Il cambio di guida tecnica sta dando i suoi frutti. Lunedì ci mancheranno i nostri tifosi, la curva è importante. Vorrà dire che ci metteremo ancor più impegno. Il Genoa nelle ultime partite ha dimostrato di essere molto quadrato ma noi non siamo da meno. Ad Empoli era molte le assenze, eppure abbiamo fatto molto bene». 
Vecchia Guardia Lazo, insieme a Veloso, Barak, Gunter e Faraoni, è uno dei senatori della squadra. «No, sono come tutti gli altri. Qui c’è un bel clima tra di noi. Si lavora sodo ed i ragazzi ci seguono». L’esterno serbo non ha crisi di identità. Con Dragan Stojkovic, in nazionale, gioca a destra, nel Verona a sinistra. Depaoli e Cancellieri possono essere il dopo Faraoni e Lazovic? «Non lo so» sorride l’ex genoano, «sono ottimi calciatori e l’hanno dimostrato. Depaoli ha più esperienza di Cancellieri. Ci vuole pazienza ma non so se saranno nostri sostituti o loro i titolari». Scherza Lazo, con un sorriso tirato e composto, com’è il suo modo di stare in campo. «Al Verona» prosegue, «ci sono tanti giovani interessanti. Uno su tutti è Ivan Ilic, mio compagno in nazionale. Sta crescendo benissimo, grazie anche agli insegnamenti di tecnici preparati come Juric, Tudor e Stojkovic. Non lo conoscevo, perchè è partito giovane da casa. È giovanissimo ed è molto bravo». Serbia ai Mondiali e Italia a casa. Che ne pensi? «Per quel che ci riguarda, abbiamo fatto davvero un bel girone di qualificazione e non come all’Europeo, che ci fermammo con la Scozia. Sinceramente l’Italia mi ha sorpreso. Però oggi se non sei al massimo, il rischio è dietro l’angolo. Forse gli azzurri non erano fenomeni a Londra e non sono dei brocchi ora che hanno perso con la Macedonia del Nord». È pacato Darko Lazovic, per metterlo un po’ in difficoltà come Di Lorenzo o Spinazzola, proviamo a stuzzicarlo. «Quei due nomi che hai fatto, sono due grandi calciatori. Il terzino della Roma quando giocavo a destra mi ha sempre messo in difficoltà, come Di Lorenzo. Bravi fisicamente e tecnicamente. Quale domanda?». È più forte Barak o Caprari? Lazovic scuote il capo e con molta tranquillità sentenzia. «Barak è un top player e Caprari merita la nazionale». L’ala serba, ne esce in dribbling, come quando sfreccia in campo. 
Inesauribile Se l’eterno Mario Sconcerti, ha definito eterni Lazovic e Veloso, un po’ di merito c’è pure da parte di chi ha plasmato questa squadra. «La società, il direttore e tutti» racconta Darko, «si sta proseguendo un lavoro iniziato con Juric, il professor Barbero e altri professionisti dello staff. Sì, ogni tanto mi sento con loro, fa piacere. Anche con Tudor e i suoi collaboratori il rapporto è ottimo. Siamo un gruppo che non si risparmia mai». L’ex rossoblù fotografa la stagione dell’Hellas e non ha il timore di sciupare tutto quello fatto di buono finora, con un finale anonimo. «Ripeto contro il Genoa, daremo il massimo. Il campionato deve ancora terminare e ci sono tanti punti. La gara più bella? Secondo me la vittoria in casa del Sassuolo. Si, anche lì ci siamo complicati un po’ la vita ma solo negli ultimi minuti. Bene anche a Roma contro i giallorossi». Il tempo a nostra disposizione sta scadendo. Si intravede il diesse Tony D’Amico, appare sereno e Lazovic imbocca l’uscita della sede dell’Hellas. Grandi assist e coperture per i compagni. Ma in quanto a gol, il bilancio non è positivo. «È vero» sorride Lazo, «anche ad assist potevo far meglio. Ci proverò». L’umiltà è servita con un ragazzo scaricato troppo in fretta dal Genoa, che farà i Mondiali del Qatar e soprattutto presto riprenderà a fare la fascia per l’Hellas, senza sosta. Lui è la vera dinamo gialloblù.

Gianluca Tavellin

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