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L'intervista

«La salvezza il vero miracolo. Il nuovo Hellas è un incanto»

Andrea Favilli abbracciato da Mattia Zaccagni dopo il gol alla Juve FOTOEXPRESSLivio Luppi e Gianfranco Zigoni, stelle del Verona del passatoMatteo Lovato, gigante della difesa Hellas FOTOEXPRESS
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Andrea Favilli abbracciato da Mattia Zaccagni dopo il gol alla Juve FOTOEXPRESSLivio Luppi e Gianfranco Zigoni, stelle del Verona del passatoMatteo Lovato, gigante della difesa Hellas FOTOEXPRESS
Andrea Favilli abbracciato da Mattia Zaccagni dopo il gol alla Juve FOTOEXPRESSLivio Luppi e Gianfranco Zigoni, stelle del Verona del passatoMatteo Lovato, gigante della difesa Hellas FOTOEXPRESS

Il club esclusivo apre le porte ad un nuovo membro. Andrea Favilli si aggiunge a Livio Luppi e Antonio Di Gennaro. Gli unici ad essere riusciti - nel lungo romanzo delle sfide tra Juventus ed Hellas - a mettere a segno un gol che poi ha portato punti al Verona, di ritorno da Torino. L’impresa di Favilli è freschissima. Il “Dige“ segnò alla Signora il gol del pari (dopo vantaggio di Briaschi) nella sfida dell’anno dello scudetto. E forse, per stessa ammissione di Bagnoli, quella fu la rete più pesante nella corsa tricolore dei gialloblù. Luppi, lei fu il primo: stagione ’72-’73. Per la prima volta in serie A, il Verona torna da Torino con un risultato positivo grazie al suo gol «...E se Salvadore non avesse pareggiato a tempo scaduto, la storia sarebbe stata riscritta in maniera epica. Ma fare a punti a Torino, o a Milano, di quei tempi, era sempre dura. C’era sudditanza, potevi vederti fischiare un rigore contro ogni volta che loro entravano nella tua area. Quel giorno ripresi una respinta corta di Zoff su tiro di Bergamaschi». Favilli come Luppi? «Andrea è stato bravissimo. Ha chiuso un’azione perfetta. Ma appena dopo aver calciato si è infortunato. E per il Verona è iniziata una nuova partita. Di sofferenza». Ci sta contro la Juve «Per sessanta minuti ho visto un Hellas straordinario. Se la sono giocata alla pari. Corsa, aggressione, ripartenza. Poi, la Juve si è riversata nell’area del Verona. E i pali e Silvestri hanno permesso ai gialloblù di portare a casa un pareggio meritatissimo. Felici tutti, ma c’è ancora molto da fare». Lo dice anche Juric «Appunto, mi associo proprio a quello che dice lui. L’Hellas è tutto nuovo. E, a maggior ragione, i risultati ottenuti in questa prima parte di stagione, vanno catalogati come straordinari. Ma deve essere migliorata l’intesa, la tenuta, la condizione. In più, il Verona deve fare i conti con continui infortuni da inizio stagione. A Torino mancavano Cetin, Gunter, Veloso, Benassi, Di Carmine. Mi pare, quindi, che i margini per fare ancora meglio ci siano tutti». Sempre Juric, riferendosi alle imprese della scorsa stagione, si è affrettato a dire: dimentichiamoci in fretta il passato «Ha ragione. L’anno scorso il suo Hellas è stato a dir poco miracoloso. Un gioiello di squadra, con tante sorprese pescate da tecnico e società. Ma non ha senso inseguire l’eccezionalità. Per il Verona, l’ordinarietà, è rappresentata dalla salvezza. Solo quella. Anzi, la salvezza in serie A è il vero miracolo». Non c’è più Kumbulla, però... «Però c’è Lovato. Ragazzo straordinario. Ha giocato con grande sicurezza, e non si è intimidito al cospetto di grandi campioni. Dybala e Morata non sono per tutti. Lovato, però, pare essere già un gigante della difesa. Certo, anche per lui sarà il tempo a parlare». Il più completo? «Zaccagni. Ormai è l’anima di questo Verona. Sa fare tutto. Dove lo metti, lui sta. Interno, esterno. Difende, attacca, inventa. Pure lui a Torino ha fatto un figurone». Rimpianti? «L’anno scorso ero a Verona per assistere al Bentegodi alla sfida con il Milan. Mi sono bastati due minuti per capire che Amrabat aveva qualcosa in più rispetto a tutti gli altri». Se la sente di fare un paragone tra l’Hellas della scorsa stagione e quello di quest’anno? «Impossibile. I contorni di quel Verona sono ben delineati. Ha avuto il tempo di rivelarsi. Quello di oggi è un Verona nuovo, ancora incompleto, che ha lasciato solo traccia di sé stesso. Le premesse sono buone. Ma, come si dice sempre, sarà il campo a raccontarci se questo Hellas può essere bello e spregiudicato come quello dell’ultima stagione». Lei che idea si è fatto di Juric? «Mi è stato presentato l’anno scorso in piazza Bra. Abbiamo scambiato due battute, nulla più. L’ho seguito con piacere. Il Verona si identifica in lui. Ivan è uno che ha idee chiare». •

Simone Antolini

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