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L’Hellas regina mette tutte in fila
Carpi, Bari e Frosinone in agguato

Lino MuttiGiuseppe PillonGianfranco BellottoEzio Glerean
Lino MuttiGiuseppe PillonGianfranco BellottoEzio Glerean
Lino MuttiGiuseppe PillonGianfranco BellottoEzio Glerean
Lino MuttiGiuseppe PillonGianfranco BellottoEzio Glerean

Sulla carta tutto è già stato deciso. Così almeno hanno sentenziato gli esperti. In tempo di Olimpiade, l’Hellas è da medaglia d’oro. Podio sicuro per la serie A. Ma sulla carta, si sa, non si vincono i campionati. Intanto, quattro allenatori dalla consumata esperienza hanno analizzato in anticipo la nuova stagione cadetta. Il Verona spunta dal mazzo. Le sorprese, però, non mancheranno. Pecchia finisce sotto la lente di ingrandimento. E Pazzini è l’uomo chiamato a sostituire in tutto e per tutto Luca Toni.

ORO E LAVORO. Ezio Glerean ha portato spettacolo e innovazione con il suo modello Cittadella. Accadeva un’era fa. Oggi l’allenatore che ama il calcio totale è ancora alla ricerca di qualcosa di nuovo. «Ma in Italia non c’è più spazio per nulla. Conta solo il risultato, conta solo essere efficaci nell’immediato. E chi sperimenta e cerca via alternative, finisce fuori». L’attualità dice che «il Verona parte davanti a tutti per forza, qualità, blasone. Chi scende dalla B e non sperpera i valori tecnici e umani ha sempre qualcosa in più. Per questo metto in sul podio anche Carpi e Frosinone». Sorprese? «Mi piace la Virtus Entella. La passata stagione ci ha dato un assaggio di quello che può essere un calcio divertente e allo stesso tempo remunerativo». Pecchia nuovo demiurgo dell’Hellas? «Il calcio italiano ha perso le sue figure prioritarie. E nella mia idea di calcio l’allenatore viene subito dopo il presidente. Pecchia ha bisogno di libertà. Ha bisogno di tempo e spazio per sviluppare la sua idea di gioco». Tra gli uomini da seguire c’è «Pellizzer dell’Entella. Ragazzo interessante. La B è una miniera di talenti. Basta saper cercare».

TUTTO SUL PAZZO. Gianfranco Bellotto, una lunga esperienza tra i cadetti, punta tutto «sul Verona e su Pazzini. Nell’ordine: squadra da battere e gioiello della serie B. Nessuno è meglio, oggi. Poi, la serie B è campionato lungo, difficile, strano». L’allenatore di Camposampiero vede poi da podio «il Bari ma anche il Vicenza. I biancorossi sono cresciuti molto, penso che potrebbero inserirsi di diritto nella lotta per qualcosa di importante». Non va troppo lontano Bellotto nella scelta di quella che potrebbe essere la grande sorpresa del campionato cadetto: «Il Cittadella arriva dalla Lega Pro con grande entusiasmo. Ha mantenuto l’assetto giusto. Può ritagliarsi uno spazio tutto suo». E Pecchia? «Il giocatore non si discute, l’allenatore adesso va in vetrina. La “scuola“ Benitez può essere una garanzia».

CORSA A TRE. Bepi Pillon, ex indimenticato del Chievo con vista Champions è convointo che per la A sarà una corsa a tre. «Anch’io metto il Verona davanti a tutti. Con i gialloblù anche Carpi e Frosinone. Gli emiliani hanno talento e giocatori interessanti. Penso che Di Gaudio possa essere la faccia da copertina del campionato. C’è tanto talento al Verona. Ma non solo lì». Analisi di Pecchia: «Da vice è diventato primo responsabile. Il percorso fatto al fianco di un allenatore di prestigio come Benitez può essergli servito non poco. Per lui sarà banco di prova davvero molto interessante. C’è da tenere a bada la pressione di una stagione che porta con sè alti e bassi e tanti pericoli».

DA SCOPRIRE. Lino Mutti, in passato anche all’Hellas, ragiona su Pecchia: «Allenatore da scoprire. E il mistero spesso nasconde cose piacevoli. Non lo conosco in profondità. Chi guida il Verona sa di avere addosso sempre le luci della ribalta. Tutti conosciamo la passionalità della piazza. Che aiuta e spinge».

Anche Mutti sembra non avere dubbi su quella che potrebbe essere l’ipotetica griglia di partenza. «Chi scende dalla A gode dei favori del pronostico. Quindi, vedo Verona, Carpi e Frosinone davanti a tutti. La serie B pretende tanto. Il campo dirà tutto. Ma non subito».

E sulla possibile stella del torneo? «Si va alla caccia del nuovo Lapadula. Ma ancora un nome non c’è. O almeno, io ancora non lo vedo».

Simone Antolini

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