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I NUMERI

L’Hellas ha un attacco che vale 300 gol e Kalinic, che ne ha fatti 165, è la garanzia

Oltre al croato, Simeone è a 71, Lasagna a 41 e Caprari a 34
Nikola Kalinic, 165 reti nella sua carriera internazionale
Nikola Kalinic, 165 reti nella sua carriera internazionale
Giovanni Simeone 71 reti tra Argentina e Italia
Giovanni Simeone 71 reti tra Argentina e Italia

Avete provato a fare la somma? Noi sì. Già da qualche settimana. Soprattutto dopo il ko di Bologna e l’esonero di Eusebio Di Francesco. La frustrazione ha generato una domanda: ma come fa il Verona con un attacco del genera a trovarsi in fondo alla classifica? Gìà, l’attacco. Simeone arrivato da poco, Kalinic senza gol, Lasagna di ritorno dall’infortunio, Caprari da scartare come un cioccolatino che contiene la sorpresa.
Eppure i numeri, ancora prima dell’avvento di Tudor, rappresentavano una sorta di garanzia. Noi, il conto, l’abbiamo fatto. E abbiamo scoperto che sommando le reti in carriera delle tre punte (e mezzo) a disposizione di Tudor, appare un conto molto interessante: 311 gol totali realizzati tra serie A, Coppe e massima serie dei campionati esteri.

 


Proprio così, più di trecento gol come dote per la salvezza. Partendo da Nikola Kalinic, ritrovato dopo la cura Tudor. Due reti a Salerno, una perla pesantissima a Genova contro il Grifone. Kale, in carriera, ha messo a segno (incluse le coppe) 165 gol. Buona dote per un giocatore considerato, sul piano tecnico, un lusso per questo Hellas. L’attaccante croato - tra ambientamento e infortuni - si era raffreddato nella sua avventura veronese. Oggi Kalinic pare avere rispolverato la Magnum 44. Le sue 165 reti arrivano da mondi diversi: Hajduk Spalato, Pula, Sebenico, Blackburm Dnipro. Ma anche tanta serie A: Roma, Fiorentina, Milan. E adesso l’Hellas. Il top in A (e non è il solo di questo Verona) lo ha raggiunto con la maglia della Fiorentina: 33 presenze e 15 reti nella stagione di grazia 2016 - 2017. Il top in carriera, invece, Kale lo ha raggiunto all’inizio del suo viaggio all’Hajudk Spalato: 25 presenze e 17 gol nel 2007-2008.

 

 

A guardare esclusivamente i numeri, la spalla ideale per Kalinic (in un ipotetico 3-4-1-2) dovrebbe essere El Cholito Simeone. Giovane, ma non troppo. Già 71 reti collezionate nel suo viaggio tra Argentina e Italia. River Plate e Banfield in patria, poi le due esperienze italiane al Genoa e alla Fiorentina. Proprio alla Viola, come Kalinic, la sua miglior stagione: 38 presenze e 14 reti nel torneo 2017-2018. Adesso il Verona. E la prima rete messa a segno da ex al Grifone a Marassi a stappare l’inizio di una nuova storia.

 

Giovanni Simeone 71 reti tra Argentina e Italia
Giovanni Simeone 71 reti tra Argentina e Italia


Kevin Lasagna, alla ricerca del gol perduto (occasionissima fallita a Genova, sic), di reti nella massima serie (pure lui coppe comprese) ne ha messe a segno 41. Quasi tutte con la maglia dell’Udinese (30+4), distribuite nei suoi tre anni e mezzo in Friuli. Lasagna, i primi gol in A, li ha realizzati con il Carpi. Il top nella stagione 2017-2018, guarda casa lo stessa del Cholito. Lasagna, a Udine, riuscì a segnare 12 gol in 39 presenze. Lui, insieme a Kalinic e Simeone, giocatori da doppia cifra.

Kevin Lasagna 41 reti tra massima serie e Coppa Italia
Kevin Lasagna 41 reti tra massima serie e Coppa Italia

E poi c’è Gianluca Caprari, che in doppia cifra non è mai andato fin qui. Ma in serie A ha già raccolto 34 reti. Il top lo ha raggiunto a Pescara nella stagione 2016-2017 quando toccò quota nove reti in 35 presenze. A Verona ha già regalato un colpo da biliardo straordinario contro la Roma. Kalinic oggi si è svegliato dal torpore. Simeone è ragazzo generoso che ha trovato quasi subito la via del gol. Mancano ancora le reti di Lasagna. Serviranno tantissimo nel gioco delle coppie e nelle alternanze di una stagione che all’Hellas non permetterà quasi mai di cullarsi sugli allori.

 

Gianluca Caprari 34 reti in serie A
Gianluca Caprari 34 reti in serie A


Intanto, godiamoci i numeri. L’Hellas ha un attacco da (oltre) trecento gol. Una buona base di partenza per sperare in una corsa salvezza senza cattive sorprese.

Simone Antolini

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