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Juric, storia di un capolavoro. L’Hellas vale tre volte di più

Matteo Lovato con la maglia azzurra dell’under 21Antonin Barak, sette reti in campionato FOTOEXPRESSIvan Juric, 11 vittorie, 8 pareggi e 10 sconfitte in stagione
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Matteo Lovato con la maglia azzurra dell’under 21Antonin Barak, sette reti in campionato FOTOEXPRESSIvan Juric, 11 vittorie, 8 pareggi e 10 sconfitte in stagione

Da uno a tre. Così Juric ha moltiplicato il (valore del) Verona. Valorizzando giocatori in divenire, rivalutando chi era ai bordi della retta via. Scommettendo su ragazzi ancora tutti da scoprire. Gli esempi sono tanti. Intanto, il tecnico si è dato un altro obiettivo. Nove punti in nove partite. Ivan Juric vuole battere se stesso. Nono posto e 49 punti la scorsa stagione. Ottavo posto e 41 punti oggi. Mancano giusto nove gare per rinnovare la sfida e ritoccare la classifica. Al meglio. In più, c’è quell’ottavo posto da difendere che vale per l’orgoglio, per i ricavi derivanti dai diritti tv, ma anche per vincere il platonico scudetto delle provinciali. Magari non conta per tutti. Ma l’Hellas di Juric, pur rallentando, ha dimostrato di non sapersi dare limiti. «Non ci resta che battere noi stessi» ha raccontato il tecnico appena dopo la gara vinta a Cagliari. E, adesso che arriva la Lazio al Bentegodi, torna alla memoria uno dei tanti capolavori di Ivan: il Tameze (che l’Atalanta non aveva confermato) falso nueve dell’Olimpico. Una intuizione geniale. Una delle tante. Visto che poi al centrocampista sono stati assegnati i più disparati ruoli. A Bergamo abbiamo visto retrocedere Tameze nei tre di difesa. Poliglotta del calcio. Il suo valore di mercato - secondo gli specialisti - ha avuto impennata del 45 per cento. Barak è un altro dei miracoli di Juric (e anche del ds D’Amico). Antonin, prima di arrivare a Verona, era a rischio di finire nel limbo. Oggi è trascinatore intoccabile. Anche nella Nazionale ceca ha dimostrato di poter dire la sua. Juric ha insistito sul ragazzo. Gli ha assegnato ruolo da protagonista, lasciandogli libertà di inventiva. Ci pensa il City. Pure Southampton e Cristal Palace. Riscatto a sei, vale come minimo il doppio (oggi si parla di 14 milioni). L’esplosione di Dimarco nasce dalla scelta di Juric di far entrare in connessione con il mondo Hellas il cursore di proprietà Inter. A piccoli passi. Consegnando, però, a Dimarco un’autostrada di felicità sulla quale correre. Verrà riscattato a sei milioni di euro. Vale tra gli otto e i nove milioni. Gioca multiruolo. Tra i capolavori, ma questo ce lo ricordava lo stesso Juric, c’è pure Pawel Dawidowciz. «Il giocatore» ha ammesso il tecnico dell’Hellas, «con il maggiore margine di crescita da quando sono arrivato io». Pawel è marcatore roccioso e pure tallonatore di mediana, quando il Verona va a cercare alto l’avversario. Crescita percentuale del suo valore pari al 30 per cento. Zaccagni è talento puro. Ma dentro alla maturazione che forse lo porterà lontano da Verona c’è stata la pazienza di Juric di far lievitare il valore di Mattia. Valeva uno, qualche tempo fa (bisogna considerare da dove è partito). Adesso vale quindici. Merito - soprattutto - di Ivan. E poi c’è Lovato. Intravisto, causa anche un infortunio, la scorsa stagione. Visto e rivisto quest’anno. Non parliamo di nuovo Kumbulla. Ma anche lì Juric ci ha visto giusto. Valeva uno (in arrivo dal Padova) Matteo. Oggi vale dieci. E il tecnico, appena ha sentito che la pressione poteva creare tensioni, ha messo nell’ovatta il difensore padovano. Rientrato, tra i titolari, senza traumi pregressi. Resta il viaggio di squadra. Tenere a bada il ritorno del Sassuolo che ha rosa di valore e società solidissima alle spalle. Ivan può impostare, in queste nove gare, la squadra per il prossimo torneo. Il terzo anno del suo mandato dovrebbe rappresentare punto di svolta. Non tanto per accedere ad una posizione di classifica più importante (l’ottavo posto può anche non essere migliorabile), ma nel porre le basi per un definitivo salto di qualità del sistema Hellas. •

Simone Antolini

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