Napoli attende il Verona (stasera alle 20.45 al Diego Maradona). I tifosi partenopei sperano ancora in Juric e sembrano accontentarsi di avere Zaccagni. C’è molto giallo nell’azzurro di Marechiaro. A Verona di chiaro, al momento, c’è poco. O meglio, la nota filosofia di Maurizio Setti. «Il passo, secondo la gamba». Juric è sereno, almeno appare così. Solo se stimolato, parla del futuro.
«Ci siamo visti l’altro giorno con Setti» rivela, «il rapporto è buono ma l’Hellas deve vendere se vuole acquistare. I prestiti torneranno nelle squadre di appartenenza e poi si vedrà. Giochiamo a Napoli e dico che un difensore come Rrahmani, quest’anno, non l’ho avuto. Forte con la mente, sempre in anticipo e con 36 partite su 38 al top. Con lui Kumbulla, Pessina, Amrabat e lo stesso Borini. Gente così, ne parlavo anche con Tony (D’Amico ndr), fai fatica a trovarla. Quindi devo decidere. O riparto motivato, com’è stato due anni fa, quasi fa incosciente o si valuterà qualcos’altro insieme alla mia famiglia e al mio agente. Non ho paura delle battaglie, com’era successo appena arrivai qua, ma non può andare sempre bene».
Non per soldi. Ivan precisa subito. «Non sono ad inizio carriera, che parti da zero. Non c’entrano i soldi. Entrano in campo ambizione, motivazioni e quello che pensa la mia famiglia. A Verona sto benissimo e salvarsi per il terzo anno consecutivo sarebbe molto bello. Ma non è sempre facile quando si cambia tanto. Con Setti ci rivedremo. Ora le idee cominciano ad esser più chiare, da entrambe le parti». C’è anche il tempo di virare sul calcio, che oggi assegnerà gli ultimi verdetti. La squadra che ha giocato meglio per Juric resta l’Atalanta del Gasp, mentre sull’Hellas, ecco il pensiero del mister.
«Vado controcorrente su certe cose» racconta, «per me contro il Bologna abbiamo fatto una grande partita, superiore a tante altre vittorie. Lì ho visto le cose che volevo vedere. La gara col Bologna è stato un esempio di crescita: all'andata fummo dominati, al ritorno il contrario. Poi abbiamo pareggiato, pazienza. Siamo cresciuti, ma si sono scoperte mancanze di organico. Nella prima parte del campionato sono usciti altri valori, la volontà, il sacrificio, il dare tutto per la maglia. Nella seconda parte ho intravisto quello che vorrei che fossimo».
Dei singoli chi è mancato? «Veloso, Vieira, Benassi e Favilli» spiega Juric, «ma avete visto Kalinic? Lui è giocatore e la squadra ha fiducia in lui. È un po’ in là con gli anni ma se ci fosse la possibilità lo terrei al Verona». Si chiude al «Maradona». Si parla del Napoli e lui: «Lo so che è una gara sentita. Noi faremo il massimo ma loro sono ad un passo dalla Champions ed hanno grandi valori. All’andata giocammo bene ma il Napoli era diverso».
E si parla pure di Zaccagni e Berardi. «Zac grande stagione, se ha offerte è giusto che le valuti. Mi piacerebbe regalare uno spezzone al nostro terzo portiere. Grande professionista e motivatore. Aveva ragione D’Amico su di lui». Finita la sortita sull’attualità anche della gara di stasera al «Maradona», il discorso cade sempre sul futuro del mister. «Ripeto» ribadisce Juric, «il presidente mi ha presentato la situazione, e così dico che è difficile. Ripartire si può, con entusiasmo, ma con le idee chiare. Poi vedi altre cose e valuti, e quando scegli è finita: vai a pedalare, a lavorare, senza lamentarti». Alla fine uno degli ultimi passaggi di Juric sembra fatto apposta per Antonin Barak. «Non si tratta di quanto accetterei una o due cessioni: se una grande squadra arriva, un giocatore dell'Hellas se ne va, l'importante è avere la testa giusta. Su come poteva essere, è un altro discorso».•.