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Juric già si coccola Vieira E Mancini chiama Silvestri

Una bella immagine di Ivan Juric, condottiero del Verona FOTOEXPRESS
Una bella immagine di Ivan Juric, condottiero del Verona FOTOEXPRESS
Una bella immagine di Ivan Juric, condottiero del Verona FOTOEXPRESS
Una bella immagine di Ivan Juric, condottiero del Verona FOTOEXPRESS

La sfida col Parma si avvicina ma è il gong del mercato, che risuonerà lunedì alle 20, a preoccupare in casa Hellas. «Pensavo che a poche ore dalla chiusura delle trattative saremmo stati in una situazione decisamente migliore», ammette Ivan Juric in conferenza stampa. Questione di rinforzi e di tempo a disposizione per indottrinare i nuovi al calcio dell’Hellas. Il tecnico croato ha distribuito le sue riflessioni sulla campagna di mercato del club nel giorno in cui una promozione indiretta anche al lavoro suo e del suo staff è arrivata dal ct della nazionale Roberto Mancini, che ha inserito Marco Silvestri tra i convocati per le imminenti tre partite (mercoledì contro la Moldavia, domenica prossima in Polonia e mercoledì 14 ancora in casa con l’Olanda) dell’Italia in Nations League. Lui, Silvestri, assieme a Donnarumma, Cragno e Sirigu, gli altri specialisti del ruolo. Un grande motivo d’orgoglio (e un altro passettino nella storia) per il club scaligero. Quanto a Juric, forse sperava di avere più tempo a disposizione per inserire i nuovi acquisti. Forse: «Per la prima volta si faceva un mercato partendo da presupposti diversi», spiega con parole sue, «con concetti differenti rispetto agli ultimi anni. Non era facile per nessuno». La sua espressione lascia trasparire insoddisfazione e, allora, la domanda è d’obbligo. Juric è deluso? «No», risponde, «non mi piace come termine. Preferisco realista». Il riferimento è alla quantità e alla qualità dei giocatori necessari per rimpiazzare i partenti. «Ma bisogna dare fiducia ai ragazzi che sono arrivati. Sentendo le loro interviste, si respira positività. Questo mi piace, hanno voglia di dimostrare il loro valore». Frasi che, però, non esauriscono del tutto il tema perché, a fronte di grandi introiti è lecito aspettarsi investimenti proporzionati. «Noi siamo diversi dagli altri clube», prova a spiegare il mister. «Noi debiti non ne abbiamo e non spendiamo più di quello che possiamo. Il discorso è semplice e dobbiamo rispettare questi parametri. Se gli altri fanno diversamente non ci riguarda». Però «è anche normale che io, come allenatore, voglia fare sempre di più e meglio. Cose sostanziose». CERCASI GOL. Un termine che fotografa bene il desiderio del tecnico di mettere carne sul fuoco, soprattutto in attacco. Il sogno proibito si chiama Lucas Alario, costosa punta argentina in uscita dal Bayer Leverkusen e tentato dall’avventura italiana. Il pragmatismo porta sempre a quel Dusan Vlahovic per il quale la Fiorentina deciderà solamente lunedì sera cercando di infilare nella trattativa anche il cartellino di Faraoni. La realtà dei fatti, con Di Carmine fermo ai box, dice che sarà Favilli a cantare e portare la croce al Tardini. «Lui è arrivato per sostituire Stepinski, che è un ragazzo grandioso ma che aveva bisogno di andare a giocare altrove. Abbiamo perso pure Borini, che aveva delle caratteristiche particolari. Nella mia testa avrei voluto inserire tanti giocatori per migliorare l’attacco ma, finora, non abbiamo fatto quel che pensavo», analizza Juric. «Mi adatto, imposteremo il gioco sulle caratteristiche di Favilli». L’impressione è che, se non arriveranno pedine importanti, ci sarà da fare i salti mortali per trovare la via del gol. INFERMERIA SOLD OUT. Eppure, se dovessero arrivare altri tre punti a Parma, contro una squadra forte ma in crisi d’identità, il Verona si presenterebbe a punteggio pieno alla prima sosta della A. «Francamente non me lo sarei mai immaginato. C’è andata bene con la vittoria a tavolino contro la Roma e anche contro l’Udinese perché qualche occasione da gol l’abbiamo subita. Certo, al Tardini si va per provare a vincere come sempre». Il guaio, semmai, è che la situazione d’emergenza si aggrava di settimana in settimana. «Non ci sarà Veloso, dietro ne abbiamo solamente tre, in mezzo giocherà il ragazzino (Ilic, ndr) con Tameze, poi Zaccagni e Barak alle spalle di Favilli», snocciola la formazione Juric. Un po’ per scaramanzia, visto che ha portato bene nelle prime due gare, un po’ perché c’è poco o nulla da nascondere. E l’unico dubbio potrebbe essere l’impiego dell’ultimo arrivato Vieira. «È giovane ma ha già grande esperienza in Italia ed in Inghilterra», lo descrive il tecnico. «Ci serviva un giocatore di potenza come lui, un po’ come lo era Amrabat». •

Davide Cailotto

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