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Juric è dentro l’Hellas Personalità e sacrificio mascherano le assenze

Veloso dovrebbe tornare dopo la sosta.  Si è sentita la sua mancanzaAd un certo punto sul finale del match di San Siro la partita è sembrata un fatto personale tra Silvestri e il cannoniere del Milan  Ibrahimovic FOTOEXPRESS
Veloso dovrebbe tornare dopo la sosta. Si è sentita la sua mancanzaAd un certo punto sul finale del match di San Siro la partita è sembrata un fatto personale tra Silvestri e il cannoniere del Milan Ibrahimovic FOTOEXPRESS
Veloso dovrebbe tornare dopo la sosta.  Si è sentita la sua mancanzaAd un certo punto sul finale del match di San Siro la partita è sembrata un fatto personale tra Silvestri e il cannoniere del Milan  Ibrahimovic FOTOEXPRESS
Veloso dovrebbe tornare dopo la sosta. Si è sentita la sua mancanzaAd un certo punto sul finale del match di San Siro la partita è sembrata un fatto personale tra Silvestri e il cannoniere del Milan Ibrahimovic FOTOEXPRESS

Che cos’è Ivan Juric per il Verona? Tutto e niente. Tutto quando è costretto a tenere in piedi la baracca con un cerotto, niente quando Zaccagni diventa Savicevic. Tutto quando riesce a far credere a Ilic di essere più forte di Veloso, niente quando Silvestri tiene in piedi la baracca. Tutto quando mette Dawidowicz in mediana, niente quando Ibrahimovic decide di andare in cielo al minuto novantadue e mettere dentro il gol del 2 a 2. Solo alcuni farisei del tempio, copiatori seriali del web, questionavano a fine partita su quale dovesse essere l’insufficienza da appioppare a Zlatan. Povera critica, dove sei finita. Mettere in discussione un attaccante trentanovenne, perchè ha sbagliato un rigore dopo una prodezza del genere è da ritiro immediato, perfino della patente di guida. Alla fine Ivan(il Verona) e Ibra(il Milan) hanno chiuso sul 2 a 2. Il web spesso distorce la realtà, come sul caso Diawara(A Roma avrebbero già postato una sentenza in favore dei giallorossi). Una partita di football, non è un incontro di pugilato, dove i giudici contano i colpi. Certo ai punti avrebbe vinto il Milan, ma la bellezza del calcio è pure questa. Se fosse stato convalidato il gol di Calabria magari l’Hellas avrebbe rischiato di subire pure il terzo gol, come del resto, se Cetin fosse stato più vicino a Ibra, magari sarebbe riuscito a sporcare quel pallone e l’Hellas avrebbe potuto finalmente trionfare a San Siro. Chi può dirlo. COSA FUNZIONA. In questo Verona dove gli infortuni tra Covid-19 e lesioni muscolari sono all’ordine del giorno, diremo tutto. Il merito è di mister Juric. Un allenatore che è dentro la squadra. Contro il Milan, nell’undici iniziale, erano solo quattro i giocatori dell’anno scorso. Dimarco e Lovato, infatti, sono stati inseriti pian piano da gennaio in poi. Eppure tutti hanno già assorbito la mentalità dell’allenatore. Ragazzi come Magnani e Ceccherini non erano titolari inamovibili nell’ex squadre, baby Ilic giocava nella serie B olandese, Lovato nella nostra C e Kalinic? Da ricostruire totalmente. Di veterani della serie A, si fa per dire, c’erano soltanto Silvestri, Zaccagni, Lazovic e Barak. Se questo esercito è riuscito a salvare la pelle al Meazza e per un nulla vincere addirittura la battaglia, lo deve a Juric. Il Mago di Spalato ha la capacità di affascinare i propri ragazzi e saper tirar fuori da loro tutto quello che hanno. Ed è proprio ora, com’era successo nella passata stagione, che Juric è fondamentale. GRANDE STRATEGA. Con le difese schierate in linea e schiacciate verticalmente, diventa fondamentale il fondo linea corto ovvero quella porzione di campo che c’è tra il vertice dell’area avversaria e appunto la fine del terreno di gioco. Zaccagni è un grande interprete su questo palcoscenico, un po’ come lo sono stati Borini e Verre. Il suo assist a Kalinic e Dimarco col Milan o la giocata più lunga per il gol di Barak col Benevento, ne sono una testimonianza. Tagli corti e imbucate sono le altre chance a disposizione dei gialloblù. Proprio a San Siro con l’Inter, Juric mise in crisi la difesa a tre di Conte, col fallo da rigore di Skriniar sullo stesso Zaccagni. COPERTA CORTA. I troppi infortuni e le mancanze di giocatori fondamentali come Faraoni, Vieirà, Veloso e Gunter, costringono il mister ad arrangiarsi. In quest’ottica dev’essere vista la grande sofferenza del secondo tempo con il Milan. Silvestri è stato monumentale. COSA NON FUNZIONA. C’è da migliorare, nonostante l’ottimo inizio. Ilic, ha un gran bel piedino e doti importanti. Al giorno d’oggi però non basta la tecnica. Lì in mezzo serve fisicità ed è quello che l’Hellas ha pagato anche col Benevento e non solo contro Kessìe e compagni. Tameze, poi, al momento non sta dando i segnali che invece arrivano da Barak, parlando di nuovi acquisti. L’ex Nizza, finora, ha giocato meglio da trequartista che nel mezzo. Per questo un giocatore come Vieirà, manca come il pane. Cambiare Veloso a San Siro con Ilic a mezz’ora dalla fine, non è come avere il solo giovane serbo e basta. E poi Kalinic deve aiutarsi un po’ di più. Le sensazioni restano buone ma l’ex attaccante della Roma deve dare segnali di ripresa più evidenti. •

Gianluca Tavellin

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