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L'intervista al direttore sportivo dell'Hellas

La verità di Marroccu: «Hellas verso la cessione? Impossibile, non sarei qui. E Caprari faccia nomi e cognomi»

Francesco Marroccu al centro della panchina gialloblù (Fotoexpress)
Francesco Marroccu al centro della panchina gialloblù (Fotoexpress)
Simone Antolini intervista Francesco Marroccu

Estate di addii. Rumorosi e dolorosi. Estate di mutazioni (tattiche). Estate senza tenori. La prima calda estate di Francesco Marroccu alla direzione sportiva dell’Hellas è stata tutt’altro che banale. Tenuto conto anche della rivoluzione tecnica (cambio di allenatore, ds, e cessioni celebri) che ha dato nuovi connotati al Verona. Ma è stata soprattutto l’estate degli incedibili diventati improvvisamente cedibili. Tanto che il popolo dell’Hellas ha vissuto questa situazione come elemento destabilizzante. Per il presente e il futuro dell’Hellas. Ieri Marroccu ha accettato di raccontare la sua verità. Ora di pranzo nel quartiere generale di Peschiera.


Marroccu, partiamo dal tema più caro ai tifosi ed una “voce di popolo“ incontrollata uscita in questi giorni dopo le cessioni celebri di alcuni giocatori e le annunciate partenze di altri big. A lei Setti ha parlato mai di una cessione imminente del club?
Vendita? Impossibile. Parto dalla genesi del mio rapporto con Setti. Eravamo tutti e due al bivio della nostra carriera sportiva. Lui doveva decidere di fare a meno del suo direttore sportivo ed io dovevo decidere se lasciare il mio presidente storico e il mio club, il Brescia. Quando ci siamo conosciuti, ci siamo detti che era una scelta molto importante per entrambi. E la premessa era di creare una sinergia ed un rapporto che potesse durare nei prossimi anni. Pertanto, avendo avuto modo di conoscere in questi mesi la genuinità di Setti, mi sento di dire che vendere è l’ultimo degli obiettivi che ha in questo momento.

 

Marroccu con Cellino
Marroccu con Cellino


Caprari era stato considerato incedibile. Poi è stato ceduto. 
In una trattativa ci sono tre parti. Chi compra, chi vende e chi decide di essere venduto o meno. Caprari è stato parte della trattativa, ci ha lasciato con un post sibillino. Lo invito eventualmente ad essere più chiaro e a fare nomi e cognomi di chi ha tradito le promesse. Se il responsabile di questo sono stato io, saprò rispondere a dovere.


Sul caso Lazovic?
Lazovic è tuttora incedibile, come mi piacerebbe che rimanesse anche Barak. Mi piacerebbe sentire il racconto dall’altra parte, perché i tifosi si innamorano dei giocatori ed è giusto così, io sono il direttore sportivo che è arrivato “domani“ e che la sua credibilità se la deve costruire. È più facile pensare che Lazovic non volesse andare e che Marroccu lo volesse vendere, ma è una verità da riscrivere perché Marroccu non ha mai messo Lazovic sul mercato, non ha mai tirato giù Lazovic da un aereo perché l’aereo non l’ha mai organizzato. Bisognerebbe capire chi l’ha organizzato e con chi si era messo d’accordo. La verità, nella mia cultura come nella mia storia, è sempre e solo una e non si può raccontare in maniera diversa. Due più due fa sempre quattro. L’Hellas non ha mai messo Lazovic sul mercato. Se l’operazione Lazovic è decollata è perché inizialmente qualcuno ha dato l’ok. L’Hellas l’ha fatto solo in seconda battuta. E magari un giorno sarà Darko a raccontare la verità.


Faraoni proposto alla Salernitana?
Mi fa sorridere chi ha scritto che il nostro vice capitano Faraoni fosse stato messo sul mercato. Andrebbe completamente contro la mia teoria dell’incedibilità

Anche Caprari è stato dichiarato incedibile, e nonostante lei abbia già chiarito sul senso della trattativa, il concetto di “incedibile“ tanto caro a chi ama l’Hellas è stato tradito. E qui serve davvero dare una ulteriore spiegazione
Allora vuol dire che è stato un mio errore personale. Io vengo da una scuola nella quale, per fare mercato, bisogna proteggere e valorizzare il prodotto. Quando sono arrivato ho dichiarato che per me erano tutti incedibili, perchè mi sembrava di essere arrivato in un club che potesse essere saccheggiato da un momento all’altro. Io ho voluto cercare di dare valore e posizioni forti a tutti i miei giocatori. Se le mie parole sono state fraintese per una presa in giro piuttosto che per una mancanza di rispetto al tifoso, di questo farò tesoro per non cadere ancora in un dubbio del genere.

 

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Ci saranno altre entrate? Quante?
Posso dire che all’Hellas mancano ancora due acquisti e che comunque, se ci dovessero essere altre uscite, riferendomi a Simeone ed a Barak, prenderemo anche degli altri giocatori che possano sostituirli.


L’interesse per Samir?
Posso confermare che Samir andrà a giocare in club estero.


Quante cessioni erano state messe in essere per rendere sostenibile il Verona? C’era un numero definito?
In tutte le società ci sono i numeri. Poteva essere una sola come potevano essere dieci. Come ho detto in fase di presentazione, l’importante è rendere sostenibile il club nei numeri di bilancio, di ammortamenti e di parte finanziaria. Noi non avevamo individuato un numero preciso perché il mercato non lo potevamo di certo prevedere. Simeone, ad esempio, doveva essere il pezzo da novanta ed invece è ancora qui. Le cessioni che abbiamo operato, nei tempi in cui sono state operate, sono state finalizzate a centrare gli obiettivi che, posso dire anche con soddisfazione, sono già stati raggiunti. Pertanto, il Cancellieri che avevo definito un fiore che poteva sbocciare è stato sacrificato perché si è presentata una situazione di mercato che andava incontro alle nostre esigenze. Mentre invece le altre due cessioni fatte successivamente sono state due cessioni preventivate non negli interpreti ma nei numeri che poi hanno prodotto. Parlare di un numero prestabilito di giocatori necessari da cedere non è corretto, al contrario è corretto parlare di obiettivi finanziari ed economici da raggiungere ed è quello che ho detto in fase di presentazione». 

Simone Antolini

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