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Hellas VErona

Duda: «Il segreto? La nostra fame. E Suslov sta tornando»

di Gianluca Tavellin
L'intervista al centrocampista dell'Hellas Verona dopo il successo sulla Fiorentina
Marco Baroni e Ondrej Duda
Marco Baroni e Ondrej Duda
Marco Baroni e Ondrej Duda
Marco Baroni e Ondrej Duda

Il Centro Paradiso è avvolto dalla nebbiolina che esce dal vicino canale, solo a fine allenamento Ondrej Duda viene illuminato da un raggio di sole. Il caldo è umido, peggio di domenica quando oltre alla temperatura c’era da battere la Fiorentina. Duda è partito titolare dopo qualche pausa. Il logorio della stagione aveva cominciato a farsi sentire.

Ondrej, prima di tutto come stai in questo momento? 
Mi sento molto bene grazie.
Questa stagione hai giocato molto pure in Nazionale, hai superato quest’ultimo momento di fatica? 
Sì, tornato dalla Nazionale ho avuto qualche normale problema di affaticamento, piccoli dolori e ho saltato qualche partita. Ma nell’ultimo match sono tornato titolare e sono contento della vittoria importante sulla Fiorentina.

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Con il Verona sei diventato un centrocampista, quando prima eri più trequartista. Sei cosciente di essere un giocatore fondamentale per la squadra? 
Sì, ultimamente gioco in una posizione un po’ diversa perché normalmente giocherei più avanti, ma questa stagione e la scorsa mi sono adattato anche perché è normale quando si gioca in una squadra. Ho quasi trent’anni e abbastanza esperienza per poter aiutare i compagni più giovani.
Conosci molto bene Suslov, può dirci come sta dopo l’infortunio, perché non sembra ancora in forma… 
Tomas non ha giocato le ultime partite ma non perché stesse giocando male ma perché è tornato dalla Nazionale con un infortunio e la sua caviglia non stava bene. Ma ora si è ripreso e questo per noi è molto importante perché sappiamo che è un giocatore che può fare la differenza. Sono contento che stia di nuovo bene.
Secondo te, in quale aspetto il Verona ha vinto la partita contro la Fiorentina
Noi eravamo più affamati e volevamo di più la vittoria della Fiorentina. La partita era molto equilibrata, quasi da pareggio, ma noi volevamo di più i tre punti e per questo siamo riusciti a vincere.
Pensi che Noslin e Ngonge siano simili? Quali sono le somiglianze e le diversità fra i due? 
La differenza principale è che Ngonge è sinistro mentre Noslin è destro e questo fa tanta differenza, perché come dico io i giocatori mancini sono più speciali, anche perché sono molti meno. Però loro due sono molto simili nella velocità e nel controllo palla.
Pensando alla prossima partita, che tipo di Torino ti aspetti domenica? 
Loro sono una squadra molto forte, che corre molto e con grandi qualità. Comunque noi dobbiamo sempre dare tutto in campo, sia in casa che fuori casa, contro ogni club e spero che riusciremo a vincere domenica.
Quanti punti mancano alla salvezza? 
Secondo me servono ancora tre punti, forse qualcuno in più, non saprei. Comunque saremo salvi solo quando lo dirà la matematica. 
Tu e Lazovic vi intendete bene. Parlate la stessa lingua calcistica... 
Penso di sì. Darko è un giocatore molto tecnico e a volte non abbiamo bisogno di parlarci, perché siamo sulla stessa frequenza, è già abbastanza per capirsi.
Come sarà l’Europeo della Slovacchia? 
Abbiamo una buona squadra adesso in Nazionale, con tanti elementi che giocano in campionati di alto livello. Ci sono giovani e altri con più esperienza e spero che potremo sorprendere.
Per te e per Suslov quanto può essere importante raggiungere Euro2024 dopo aver raggiunto l’obiettivo con l’Hellas? 
È molto importante dal punto di vista mentale e fisico, perché sarebbe molto più bello raggiungere la Nazionale sapendo di essere riusciti a mantenere in Serie A il Verona. Sarebbe un’altra grande soddisfazione dopo quella della passata stagione.

 

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