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Ilic e Verona ancora insieme Sarebbe il colpo dell’estate

Grande personalità Ivan Ilic nella sfida pareggiata lo scorso anno a San Siro col Milan FOTOEXPRESSMaurizio SettiTony D’Amico
Grande personalità Ivan Ilic nella sfida pareggiata lo scorso anno a San Siro col Milan FOTOEXPRESSMaurizio SettiTony D’Amico
Grande personalità Ivan Ilic nella sfida pareggiata lo scorso anno a San Siro col Milan FOTOEXPRESSMaurizio SettiTony D’Amico
Grande personalità Ivan Ilic nella sfida pareggiata lo scorso anno a San Siro col Milan FOTOEXPRESSMaurizio SettiTony D’Amico

Ivan Ilic ad un passo dal Verona. Tony D’Amico ha convinto il collega Txiki Begiristain. Il City pronto a lasciare uno degli almeno dieci «talentini» pescati in questi ultimi anni ad un prezzo, diciamo così, ragionevole. Sterlina più, euro meno. Il regista serbo costerà poco meno di 8 milioni a cui vanno aggiunti altri due per un ingaggio quadriennale. Un vero colpo, una vera grande operazione. Erano in tanti a volere il ritratto giovanile di Miguel Veloso. Inglesi di Championship, francesi di Ligue 1 e perfino un paio di club italiani. L’ha in pratica spuntata l’Hellas. La grande voglia di vestire ancora il gialloblù- i tifosi ne tengano conto- di Ilic, unitamente alla prima positiva esperienza della passata stagione, hanno fatto il resto. Una trattativa iniziata la scorsa primavera, in silenzio. Una fede pagana Con D’Amico che prima di coricarsi, nel proprio rosario pagano, inseriva una preghierina per riottenere il «10» che adora perfino il Ct serbo Dragan Stojkovic. Preso, perso, e ancora ripreso ma mai dimenticato: Ivan Ilic. Qualcosa ha incassato, anche se pensava di più D’Amico. Eppure ha sostituito Silvestri con un portiere più giovane e di avvenire senza spendere. Con i soldi di Udogie, poi, si è portato a casa Hongla. Le cifre parlano di 4.5 milioni di euro ma in realtà, il camerunense dell’Anversa, è costato 3,7 milioni di euro. Un po’ di musina per convincere del tutto Maurizio Setti a fare il grande passo. La prima grossa spesa di mercato, arriva con il cartellino di Ilic. Le origini A Belgrado Ivan frequentava la Scuola di design, poi nel pomeriggio cercava di imitare il suo idolo Ronaldinho, studiato per ore su YouTube. Savicevic e Stojkovic gli altri modelli. Playmaker come mamma Danijela, cestista d’argento con la nazionale jugoslava ai Mondiali del 1990. Nell’aprile del 2017 ha esordito a 16 anni e 15 giorni nella SuperLiga serba, il primo 2001 a farlo, il più giovane di sempre nella storia della Stella Rossa. Tempi e personalità da veterano. Ecco perchè quando Ivan Juric l’ha fatto giocare al posto dell’infortunato Miguel Veloso, Ilic non ha tremato, anzi. Si è inserito molto meglio rispetto a quanto non abbia fatto Tonali nel Milan. Con il ritorno di Ivan, D’Amico compone un poker importante in mediana. Non sono tante le squadre che devono salvarsi che hanno quattro giocatori del genere per due posti: Veloso, Tameze, Ilic e Hongla. Ora il diesse potrà concentrarsi sulla corsia sinistra, prima di mettere le mani in una specie di vespaio: l’attacco. A sinistra Lazovic nel ritiro di Fiera di Primiero ha scoperto cosa significa la solitudine. Se ne sono andati dall’anno scorso Dimarco e Udogie. Altri giovani possono essere utili ma l’ultima notizia arriva da Torino. È saltato l’accordo tra Juventus e Atalanta per Gianluca Frabotta. Sull’esterno sinistro, classe ’99, è piombato anche il Genoa ma l’Hellas sarebbe in vantaggio. Troppi nove Mentre Lasagna sta bruciando le tappe del recupero e Kalinic è ancora alla ricerca al gol, ci sono due casi spinosi da affrontare. Si tratta di Mariusz Stepinski e Samuel Di Carmine. Il polacco, tramite il proprio agente, ha rifiutato nell’ordine: gli svizzeri dello Young Boys, i tedeschi del St. Pauli e i ciprioti del Limassol. A dir il vero, con quest’ultimo club, qualcosa sarebbe ancora in piedi. Nemmeno prese in considerazione, per ora, le richieste di Empoli e Salernitana per Samuel Di Carmine. L’uomo della promozione del 2019, a differenza di Stepinski, non è salito nel ritiro di Fiera di Primiero e si paleserà in questi giorni a Peschiera. «Voglio giocarmi le mie chance al Verona» avrebbe detto tra un allungo solitario ed un altro, il buon vecchio «Samu». Una cosa a suo favore va detta. Finora delle punte che si sono susseguite al Verona nelle ultime tre stagioni, è quella che ha segnato di più con le sue 16 reti, la metà con Juric in panchina nel primo anno di serie A. L’attacco comunque sarà l’ultimo reparto nel quale il diesse D’Amico metterà le mani. D’altronde il calcio mercato è ancora molto lungo e si sa, gli attaccanti si muovono quasi sempre per ultimi.•.

Gianluca Tavellin

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