«Noi rispettiamo tutti ma non abbiamo paura di nessuno, Milan compreso». Eccolo qui il grido di battaglia di Ivan Ilic, il più giovane regista della serie A che conta. Il ventunenne serbo, dopo le incertezze dovute al ritardo di preparazione nella prima parte di stagione, è esploso nel girone di ritorno.
«Il Milan è una grande squadra, con grandi interpreti che si sta giocando lo scudetto. Anche a San Siro avevamo fatto una grandissima partita ma siamo stati sfortunati nel finale. So che c’è lo stadio pieno e ci sono pure dei miei amici. Ne siamo consapevoli e vogliamo fare il massimo per i nostri tifosi. Loro avranno lo scudetto come obiettivo ma noi vogliamo battere il record dei 54 punti in serie A. Sono convinto che ci riusciremo».
Il cambio di marcia. È determinato Ilic, d’altronde ha cambiato un po’ pure il suo modo di stare in campo. Più risoluto e meno lezioso, anche se l’apertura per Caprari a Cagliari conferma la natura artistica del serbo con quel mancino educato. «È vero» ammette, «sono cresciuto nella seconda parte della stagione. Il merito è dei miei compagni e dello staff. Sono più dentro il gioco del Verona. Mi sento bene. Quali le differenze tra Juric e Tudor? Non ci sono grandi differenze. Il tema tattico è lo stesso, forse c’è qualcosa di diverso ma poco o nulla. Sono due grandi tecnici».
Con l’Inter la gara più bella. Ha voglia di stupire il serbo, proprio contro un’altra milanese. «La mia partita più importante, gol a parte, è stato con l’Inter al Bentegodi. Mi piacerebbe tanto ripetermi con il Milan». Ilic, classe 2001, è bene ricordarlo, non sente troppo la mancanza del gol.
«L’importante è il bene della squadra e soprattutto quello di fare un’ottima prestazione pure domenica sera. Con chi mi trovo meglio in mezzo? Con tutti. Da Veloso a Hongla. Certo con Tameze ho giocato più partite insieme. È un’affinità che deriva dalla passata stagione». Tony D’Amico ha sempre avuto il pallino del regista che Dragan Stojkovic considera il futuro della Serbia. Il diesse l’ha strappato alla concorrenza del Troyes, squadra satellite del Manchester City. Ilic è costato meno di 8 milioni di euro all’Hellas, ora ne vale almeno il doppio. Ma la sua quotazione è destinata a salire col tempo. «A Verona sto benissimo» racconta Ivan, «che aveva dato da subito, dopo il prestito, la sua preferenza ad un Hellas 2. C’è da allenarsi giorno dopo giorno e crescere insieme al club. Per il resto c’è tempo. Pensiamo al Milan».
Il mondiale. Eppure qualche sogno un po’ più in là, il regista gialloblù lo fa. «La Serbia si è qualificata per il Campionato del Mondo in Qatar» commenta Ivan, «è una cosa straordinaria. Nel nostro girone abbiamo Brasile e Svizzera che sono favorite ma noi ce la giocheremo». Non ha dubbi su chi sia il migliore nel suo ruolo: «Modric» ma al tempo stesso cita pure De Bruyne che ha conosciuto molto bene al City. «Il Real ha vinto con esperienza ed un po’ di fortuna. Giocatori come Kroos e Benzema sono unici. Però il futuro sarà del Manchester di Guardiola». Niente Ronaldinho dunque, Ivan è cresciuto. Quello era il suo idolo quand’era ragazzo.
Ciliegina sulla torta. «Tutti noi siamo consapevoli della grande stagione che abbiamo fatto ma non è finita, anzi. Ci sono 270 minuti di fuoco».