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DOPO IL SONDAGGIO

Hellas, ansia da rivoluzione. Ma Cioffi ora non si tocca

Il tecnico non può essere messo in discussione: troppi i cambiamenti in corso d’opera
Gabriele Cioffi e Maurizio Setti insieme nel prepartita di Fiorentina-Verona
Gabriele Cioffi e Maurizio Setti insieme nel prepartita di Fiorentina-Verona
Gabriele Cioffi e Maurizio Setti insieme nel prepartita di Fiorentina-Verona
Gabriele Cioffi e Maurizio Setti insieme nel prepartita di Fiorentina-Verona

Oggi può avere a disposizione tutti gli alibi possibili. Anche se Gabriele Cioffi non ne ha mai chiesti. Il Verona non decolla, soffre troppo dietro, trova difficoltà in transizione, ha manovra fluida solo a tratti. E si trova in quart’ultima posizione dopo sei giornate. Il tempo dei processi al mister toscano, tuttavia, va rimandato. Troppo poco tempo è passato per poter giudicare l’allenatore (pure lui nuovo), finito dentro alla rivoluzione estiva dell’Hellas.

Tanti cambi. Idea di gioco inizialmente stravolta e un modulo nuovo da adattare ad un Verona nuovissimo. Cioffi ha vissuto una pre season stranissima e indecifrabile. Si è trovato a lavorare sul 3-5-2, poi è passato al 3-4-1-2. Chiuso il mercato ha capito di poter affidarsi anche al 3-4-2-1. A parte l’inizio stentatissimo con il Napoli (2-5), sono arrivati segnali confortanti contro Bologna, Empoli e Sampdoria.

 

Le preoccupazioni

Le due sconfitte consecutive contro Lazio e Fiorentina hanno aperto la porta ad una preoccupazione legata alla fragilità di una squadra che pare andare in affanno sulle corsie e ancora in fase di rullaggio in mezzo al campo. Davanti si fatica non poco. Non c’è più la transizione feroce garantita da Barak e Caprari. Non c’è più il Cholito taglia difese. La fase d’offesa va ripensata. Henry è ariete d’area, e qualcosa di buono ha fatto vedere. Lasagna attacca la profondità, non ancora la porta. Hrustic, Verdi, i “vecchi“ Tameze e Ilic sembrano essere ancora alla ricerca della loro nuova dimensione in un contesto filosoficamente nuovo rispetto al passato più recente.

 

Il sondaggio

Il sondaggio di popolo ha detto che, per il momento, non si toccano i giocatori, si tocca un po’ meno l’allenatore, si tocca tanto, invece, il club per le dinamiche di mercato estivo. Il Verona degli ultimi tre anni era “feroce e rapace“. Con mastini in panchina. Questo Hellas è un’altra cosa. E dobbiamo capire ancora che tipo di squadra uscirà da una difficile gestazione. Cioffi va misurato per le idee, per l’equilibrio tattico, per la personalità di squadra, per la capacità di adattamento alle difficoltà in corso d’opera. Pure per la gestione della grande anima emotiva del suo gruppo. E anche per le future scelte di campo (non di modulo, ma di uomini) che ci faranno capire quanto il suo intuito e la sua ispirazione tecnico-emotiva, potranno incidere sul Verona. La pausa, si dice spesso, aiuta a riflettere. L’Hellas deve trovare equilibrio difensivo. Fin qui non è mai riuscito a lasciare il campo con porta immacolata.

 

Solidità per la salvezza

A Cioffi si chiede una solidità di squadra credibile per chi concorre per la salvezza. Ma anche una costruzione dei giochi d’attacco che non potrà mai essere quella dell’ultima stagione ma che vada a privilegiare magari di più il talento dei singoli. Henry è gestito al meglio. Lavora spalle alla porta, le corsie lavorano per lui. Riempie l’area e aspetta palloni. Ma è sulla trequarti che qualcosa va cambiato. Lasagna garantisce corsa e atletismo. Ma forse questo Verona ha bisogno di maggiore imprevedibilità a supporto di Henry. Sia inteso: Cioffi ha già visto, ha già combinato e sta sperimentando. Il tempo corre. Le partite che attendono l’Hellas con Udinese e Salernitana saranno di cappa e spada. Di fronte, la grande sorpresa della A (i friulani) ed un avversario che ha corsa, garra e talento (i campani). Test durissimi. Cioffi va misurato nella capacità di rivisitare e migliorare il Verona nella tenuta mentale, fisica e nella gestione delle difficoltà.

Simone Antolini

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