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Il Manchester su Kumbulla Ma Inter e Juve non mollano

Marash Kumbulla esulta dopo il gol contro la Samp il 5 ottobreIl diesse Tony D’AmicoIvan Juric
Marash Kumbulla esulta dopo il gol contro la Samp il 5 ottobreIl diesse Tony D’AmicoIvan Juric
Marash Kumbulla esulta dopo il gol contro la Samp il 5 ottobreIl diesse Tony D’AmicoIvan Juric
Marash Kumbulla esulta dopo il gol contro la Samp il 5 ottobreIl diesse Tony D’AmicoIvan Juric

L’ultima voce arriva da lontano. Cielo plumbeo e freddo che oggi punge lassù a Manchester. Città divisa tra due anime: United e City. Tradizione, passione e da ieri anche un possibile legame con il mondo Hellas. In casa dello United hanno fatto un pensierino a Marash Kumbulla. Ragazzo di muscoli, di talento acerbo (ma non troppo), di marcatura solida, di coraggio e generosità. Uno che, quando scende la pioggia, si esalta. Perché il terreno pesante e scivoloso diventa campo minato dentro al quale mettersi in gioco. Senza paura di finire gambe all’aria. A dire il vero – raccontano i report d’Oltremanica – uno scout dei Red Devils ha notato per caso il ragazzo quando era in missione con in testa tutt’altro obiettivo. Verità o fantasia? A volte la leggenda regala pennellate di romanticismo alle quali è bello non rinunciare. Veniamo ai fatti: le cronache raccontano che Kumbulla sia stato «avvistato» per la prima volta nell’amichevole giocata dal Verona di Juric in terra austriaca contro l’Hoffenheim. Zero a zero sotto il sole e 63’ in campo per Marash, sostituito in corsa da Jure Balkovec. Una partita come tante. I primi accenni di fiducia dati da Juric al difensore nato a Peschiera ma con l’Aquila d’Albania nel cuore. Un racconto splendido adesso. Per merito anche di Florian Grillitsch. Che magari non tutti conoscono ma che ha il suo peso specifico in questa storia. Si tratta di un centrocampista austriaco, classe 1995, tesserato dall’Hoffenheim. E proprio quel giorno, il 25 luglio, era lui l’osservato speciale. Non per il Manchster ma per un paio di club di Premier League. Poi, però, lo scout arrivato a Bad Wimsbach si è sentito in dovere di prendere appunti su Kumbulla. Un foglio buttato lì. L’agenda che si riapre poco più avanti. Il giro di parole, la crescita del ragazzo, la «soffiata» che arriva a Manchester. E adesso chiamano dall’Inghilterra per chiedere: quanto può valere Kumbulla? Perché, se c’è anche lo United tutto diventa più interessante. E non rischia più di essere così solo derby d’Italia tra Inter e Juventus. Con i bianconeri che avevano annusato l’affare già a inizio estate, quando ancora non si sapeva quale ruolo avevano in serbo Juric e D’Amico per il giovane difensore gialloblù. Poi, e questa è cronaca raccontata negli ultimi giorni, si è fatta avanti anche l’Inter. E il cartellino di Kumbulla, legato al Verona fino al 2022, ora inizia a scottare. Gli esperti di mercato valutano Marash almeno 15 milioni di euro. Ma il fatto che anche dall’estero i grandi club comincino a interessarsi a lui, depone a favore del club di Maurizio Setti. Se Kumbulla mantiene questo standard di prestazione e porta a casa magari un altro paio di «golletti», potrebbe diventare davvero perla rara per il prossimo mercato estivo. Valore? Almeno 20 milioni di euro. Tenendo conto di tutte le variabili che possono entrare in ballo da qui alla fine del campionato. Altri particolari: Kumbulla è stato visto per la prima volta il 5 ottobre, nella partita interna vinta 2-0 dall’Hellas contro la Sampdoria, con prima rete della gara messa a segno proprio dal difensore. Appunti, probabilmente, più che positivi sul ragazzo. Rivisto, per sua sfortuna, il 3 novembre, quando nel match del Bentegodi contro il Brescia è stato costretto a uscire per infortunio dopo pochi minuti dall’inizio dell’incontro. Ma lo United c’è, non molla. Qualcosa è uscito. Il ragazzo resta monitorato. E l’interesse dimostrato in questo ultimo periodo dalle big italiane pare avere stuzzicato ancora di più il Manchester. Tutto è nato d’estate, per sbaglio, in Austria. Kumbulla, però, oggi è tutt’altro che un bluff. Ma una bella storia da raccontare. E siamo solo all’inizio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Simone Antolini

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