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Le speranze del Verona

«Folo» contro la banda del gol. L’Hellas cerca il totem salvezza

Michael oggi è la carta jolly di Baroni. I problemi delle squadre inseguitrici
Michael Folorunsho
Michael Folorunsho
Michael Folorunsho
Michael Folorunsho

Manca un bomber, ma c’è Michael Folorunsho. E forse, l’essenza del Verona sta nel trovare appena più in là quello di cui ha bisogno. Di sicuro, oggi, la salvezza dei gialloblù non passa da un attaccante principe. Non c’è Penzo, non c’è Galderisi, non c’è Toni e non c’è neppure Pazzini. Le altre concorrenti dell’Hellas nella corsa alla salvezza possono piazzare pezzi di artiglieria pesante. Ma, in fondo, conta la sostanza. E i gialloblù oggi sarebbero salvi.

Baroni, per strada, ha perso Ngonge e Djuric, che insieme avevano messo a segno undici reti. Noslin sta entrando nel mondo Hellas. E ha dato buoni segnali. Tavsan non si è visto. Mitrovic va decifrato. Swiderski è ancora sull’ascensore e deve decidere quale piano scegliere. Henry viaggia part time. E allora, a spiccare è “Folo“, che arriva da dietro. E che si è preso riflettori, la croce sulle spalle, e pure la convocazione in Nazionale.

Rispetto a molte delle rivali di oggi, l’Hellas è a trazione posteriore. Molto di buono appunto dalle retrovie. E dentro a quel “molto di buono“, Folo ha ruolo da mattatore. Non a caso, Baroni, ha pensato di cambiare filosofia offensiva, togliendo totem e riferimenti. E cercando la profondità e l’offesa usando tagli e “falsi nueve“.

Per ora, i numeri dicono che l’allenatore ha ragione. Il Verona si è preso vittorie, punti ed una posizione di classifica credibile nella corsa salvezza. Folo (oggi più che mai espressione dell’essenza Hellas), dunque, lotta contro la banda del gol.

 

Grave perdita

Il Sassuolo si è trovato improvvisamente nella palude. Dentro ad una stagione strana e maledetta. Perso Berardi, nove reti, deve stringersi attorno a Pinamonti (anche per lui nove centri) e alla vena realizzativa di Thorstvedt (cinque gol). Brillante e di talento offensivo il team neroverde, ma ancora di scocca fragile.

 

Pivot friulano

L’Udinese impetuoso ma a volte troppo mansueto di Cioffi ha trovato in Lucca l’uomo della Provvidenza. Un pivot d’area (sette centri), capace di incidere nel gioco aereo e spalle alla porta. Thauvin (quattro gol) è il pericolo che arriva da destra. L’Udinese, capace di battere in trasferta Milan, Juve e Lazio, ha idee e talento. Ma deve fare i conti con una classifica che non vuole sbadigli.

 

Gol e speranze

Il Lecce deve chiedere gol e speranza all’ex Hellas Piccoli (quattro reti) e a Krstovic (cinque gol), centravanti di scorza e di acciaio. Nella stagione in salita dei pugliesi, Piccoli e Krstovic sono “terra per naufraghi“. Anche se ai salentini, la salvezza, chiederà molto di più. L’Empoli di Nicola ha trovato i gol di Zurkowski (quattro, ma tre in un colpo solo contro il Monza) e ha dovuto fare i conti con gli infortuni che hanno rallentato Caputo (tre gol). Viaggio instabile, alla ricerca di nuovi gol.

E, poi, c’è pure il Cagliari dell’eterno Ranieri (prossimo avversario il 1° aprile). In Sardegna non manca la qualità. Pavoletti (quattro reti), uomo del gol dell’ultimo istante, si è infortunato. Luvumbo ne ha fatti quattro e resta giocatore fondamentale. Lapadula (due centri), penalizzato dagli infortuni, non è esploso. Soulè (dieci centri), Cheddira e Mazzitelli (cinque gol per entrambi) ancore di salvezza per il Frosinone.

Simone Antolini

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