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corsa salvezza

Moschettieri della speranza: Hellas, quattro uomini per cercare la svolta

La serie A che sfugge pretende scelte precise, visioni e durezza mentale da qui alla fine. Zaf e Bocchetti devono rianimare una squadra a rischio frustrazione. Ngonge, Gaich, Veloso e Verdi gli uomini chiave per il riscatto
Il Verona ha bisogno anche dei gol di Adolfo Gaich (FotoExpress)
Il Verona ha bisogno anche dei gol di Adolfo Gaich (FotoExpress)
Il Verona ha bisogno anche dei gol di Adolfo Gaich (FotoExpress)
Il Verona ha bisogno anche dei gol di Adolfo Gaich (FotoExpress)

Quattro uomini per cercare la svolta prima che sia troppo tardi. Quattro pedine dal peso specifico elevatissimo che saranno fondamentali per il rush finale alla ricerca di una salvezza parecchio complicata. Quattro colonne sulle quali Zaffaroni e Bocchetti sperano di poter poggiare le loro speranze al netto di infortuni e rogne assortite.

I giorni di lavoro a Castelnuovo del Garda servono anche a questo, a ripresentarsi con la rosa il più completa possibile e con i giocatori chiave a disposizione.

Giocatori chiave

In primis Cyril Ngonge. Il suo impatto è stato devastante. Scampolo di partita con guizzi incorporati ad Udine, gol nel pari con la Lazio e rete da tre punti contro la Salernitana. Un debutto super al quale ha fatto seguito un momento di lieve appannamento fino a quando Ekdal non l’ha messo ko al Picco.

Del resto, se non avesse delle pause fisiologiche, non sarebbe neppure a Verona. Inutile negare, comunque, che sia lui il giocatore che più di tutti dà l’impressione di poter essere decisivo in zona gol. Il repertorio è importante. Accelerazione, tecnica, dribbling, tiro da fuori, colpo di testa ed inserimento. Un altro così, l’Hellas non ce l’ha. Per questo motivo lo staff medico sta curando la sua caviglia sinistra come se fosse la cosa più importante al mondo ed un suo rientro già con la Juve non è da escludersi, anzi. Con Ngonge aumenta la pericolosità del Verona ed aumentano le già limitate soluzioni offensive. Il primo uomo della svolta è lui.

Occhio anche a Gaich. I segnali che Adolfo ha lanciato a Genova sono importanti. Movimenti da attaccante vero, presenza in area di rigore e due palloni buttati dentro, anche se evidentemente in fuorigioco. Dopo un mese abbondante di ambientamento, l’argentino ha dato l’impressione di essersi finalmente svegliato e solo il cielo sa quanto fondamentale sia l’apporto di una punta per la salvezza. Certo, in carriera non è mai andato in doppia cifra. Non è un bomber, ma un centravanti che si sacrifica per la squadra. Questo, però, non significa che qualche gol non possa segnarlo.

Dopo il palo rimediato con la Fiorentina e l’errore clamoroso con lo Spezia, sono arrivati due spunti vincenti. Sarebbe stata addirittura doppietta, fantascienza se paragonato con le sue prime prestazioni. Se ingrana la marcia giusta, Gaich può essere un’arma determinante per l’Hellas.

Di Veloso, invece, non c’è proprio nulla da scoprire. La sua carriera parla per lui ed il suo carisma è cosa preziosissima. Quando c’è lui in campo si sente, eccome. La squadra acquisisce più sicurezza, più autorevolezza. 

Il Professore, come lo chiamano tutti, non è più un ragazzino ma vede ancora calcio come pochi. Certo, il suo polpaccio è logoro ma, dopo l’ennesimo stop, potrebbe reggere per i due mesi che mancano al termine del campionato. Avere Veloso significa usufruire di geometrie consolidate e rendere pericoloso ogni calcio piazzato a proprio favore.

A Genova, quando è entrato, il pallone ha cominciato a viaggiare in verticale e non in orizzontale. Insomma, un leader che aumenta la qualità della mediana e le alternative alla coppia Tameze-Duda.

Infine, il jolly che non ti aspetti più: Simone Verdi. Sì, proprio lui. Quello al quale Sogliano aveva detto chiaramente di cercarsi un’altra squadra durante in gennaio e che, poi, ha risposto presente quando è stato rispolverato dal primo minuto. Il suo gol contro il Monza ha rimesso tutto in discussione.

Zaffaroni e Bocchetti hanno capito che la sua qualità è imprescindibile perché certe cose le sa fare solamente lui. Magari non rincorrerà l’avversario fino alla propria area di rigore, magari non avrà quella potenza fisica che il calcio moderno richiede costantemente, ma dai suoi piedi possono sempre nascere occasioni importanti. È tutta una questione di fiducia. Simone deve sentire di essere importante per rendere al meglio delle sue possibilità e risultare decisivo.

Davide Cailotto

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