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la corsa salvezza

Hellas, sfida ai «nemici amici»: la A passa da Tudor, Juric e Ita

di Gianluca Tavellin
Pezzi di storia del Verona contro i gialloblù di Baroni. A partire dall’ex Gila, al duo croato. Senza dimenticare Italiano e Cioffi
L’era croata Igor Tudor e Ivan Juric, ex tecnici gialloblù (a sinistra) e l'ex gialloblù Alberto Gilardino, che guida il Genoa
L’era croata Igor Tudor e Ivan Juric, ex tecnici gialloblù (a sinistra) e l'ex gialloblù Alberto Gilardino, che guida il Genoa
L’era croata Igor Tudor e Ivan Juric, ex tecnici gialloblù (a sinistra) e l'ex gialloblù Alberto Gilardino, che guida il Genoa
L’era croata Igor Tudor e Ivan Juric, ex tecnici gialloblù (a sinistra) e l'ex gialloblù Alberto Gilardino, che guida il Genoa

Una cosa, oggi, è certa. Alberto Gilardino non è più un tesserato del Verona. Non è uno scherzo ma tra le ombre che avrebbero fatto arenare la trattativa per la cessione delle quote di maggioranza dell’Hellas, ci sarebbe stato anche l’indennizzo al Parma del “Gila“ calciatore che zittisce il pubblico del Granillo mentre Michele Cossato segna il gol salvezza nello spareggio del 2001.

Una volta Martino Melis, altro calciatore sempre a metà tra il Parma dei Tanzi e il Verona di Pastorello, ci disse di non sapere neppure lui a quale squadra apparteneva il suo cartellino. Tempi di un calcio processato o andato in prescrizione. Oggi l’Hellas di Baroni chiederà i punti per la salvezza proprio all’ex Campione del Mondo. Che intrecci.

Scontro diretto

Dopo il Genoa, l’Hellas affronterà la Dea di Gasparini e dell’ex Gritti ma soprattutto di Tony D’Amico. Con lui le ultime straordinarie plusvalenze, Ngonge a parte.

Ma restiamo agli allenatori. Passata la Dea, nella speranza che il doppio impegno col Liverpool svuoti di energie i nerazzurri, riecco Gabriele Cioffi. Il lungagnone dai modi eleganti, non è riuscito a fra breccia nel cuore dei veronesi.

Aveva chiuso il rapporto con l’Udinese in modo brusco, voleva l’Hellas a tutti i costi. Pensava di ricostruire la squadra attorno a Caprari ed invece alla fine se n’è andato al Monza, anzi fu ceduto da Marroccu con una plusvalenza importante per il club. Verdi, che avrebbe dovuto sostituirlo, non era pronto.

E poi quell’equivoco tattico. Il voler ricalcare, cioè, le orme di Tudor e Juric. Un errore pagato a caro prezzo. E non solo per la difesa a tre ma per altre situazioni incomprensibili, alimentate dall’arrivo in ritardo di alcuni calciatori.

Da Spalato con amore

A giornate distanziate, il Verona di Baroni affronterà coloro che hanno regalato le maggior gioie nella seconda parte del regno di Setti. Prima l’allievo e poi il maestro. A Roma con la Lazio di Tudor.

Quest’ultimo dopo una stagione esaltante, era subentrato alla quarta giornata a Di Francesco, ha scelto di andarsene. Non poteva restare in una squadra priva di Barak, Simeone e successivamente Caprari. Il suo calcio, essenziale e con maggior tagli in avanti rispetto a quello di Juric, l’ha esportato al Marsiglia. In questa stagione era stato vicino a Roma prima e Napoli poi. Chi comunque aveva portato un’altra filosofia al Verona è stato Ivan Juric.

Tornerà a Verona col suo Toro. La giornata sarà la 36esima. Chissà se i granata saranno ancora in lizza per un posto in Europa.

Vincenzo

Tra Igor e Ivan, ci sarà Italiano, che è stato croce e delizia dei tifosi scaligeri. Grande centrocampista cresciuto sotto l’ala protettiva di Cesare Prandelli. Quest’ultimo, guarda caso, portò la Fiorentina tra le prime squadre in Champions. Vorrebbe riuscirci Italiano che nella passata stagione persa la finale di Conference League.

Ita ritornerà al Bentegodi ed anche in questo caso come con il Torino bisognerà capire quante energie psico fisiche le ultime fatiche in Europa incideranno nell’economia del suo gruppo. Insomma Baroni chiede strada a vecchi amici dell’Hellas.

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