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«Hellas, quanto sei bello Tudor sulla traccia di Juric»

Hellas grandi firme Ilic, Simeone e Lazovic FOTOEXPRESS
Hellas grandi firme Ilic, Simeone e Lazovic FOTOEXPRESS
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Il Verona di Francesco Guidolin. «La mià gioventù». Il ragazzo si fece saggio. «La città mi accolse ragazzino. Me ne sono andato uomo». Avventura iniziata nel 1975 e conclusasi nove anni dopo, con intermezzi. Oggi l’Hellas, quello di Tudor, è un esercizio di stile per Guidolin. Una vita da giocatore. Un’eternità da allenatore. Il tecnico di Castelfranco, classe 1955, è passato questi giorni in città per portare l’ultimo saluto a Ciccio Mascetti. Silenziato il dolore, il “mister” ha raccolto i suoi pensieri più intimi per raccontare l’Hellas di Tudor Guidolin, dicono in molti che questo Verona sia la bella sorpresa d’Italia «Pienamente d’accordo. Il Verona di Tudor è bello agli occhi. Verticale, intenso, organizzato. Ci ha fatto divertire». Più di quello di Juric? «C’è continuità. L’Hellas della scorsa stagione era intensità e aggressività. Tudor ha avuto il merito di dare un seguito, prendendo la squadra in corsa. Il Verona gioca un calcio piacevole, concreto, redditizio». In copertina chi mette? «Barak va considerato il simbolo. Credo stia vivendo il suo momento migliore. Ha trovato la dimensione giusta. Tudor lo ha valorizzato. E i numeri (26 presenze e dieci reti in stagione ndr) parlano a suo favore». Anche Simeone è esploso «Segna tanto. Segna perché è stimolato e messo nella condizione migliore per farlo. Tudor ha avuto il merito di toccare le corde giuste. E lo ha fatto appena arrivato». Epoche a confronto. Chi ripescherebbe dal passato per impreziosire l’Hellas di oggi? «Fanna è il giocatore perfetto: dinamico, feroce in ripartenza, capace di creare la superiorità numerica. Nel Verona brillante di oggi sarebbe un gioiello tra i gioielli. E poi, c’è anche Tricella. Un libero moderno, un giocatore “avanti” nell’interpretare il suo ruolo. Un costruttore di gioco ed un equilibratore di squadra. Certo, non posso dimenticare il “maestro di tutti”: Osvaldo Bagnoli. Lui incarna il Verona». Altri appunti? «Ai funerali di Mascetti ho rivisto Faraoni. Ho avuto la fortuna di svezzarlo io a Udine. A Verona ha trovato la massima ribalta. Davide è cresciuto e oggi può considerarsi un leader. Giocatore perfetto nel contesto perfetto. All’Hellas, in molti hanno trovato terreno fertile per fare il salto di qualità. E questa deve essere la base per costruire i successi del futuro». Uno sguardo al campionato «Il Napoli, quando gioca da Napoli, è la squadra che propone il miglior calcio d’Italia. Spalletti ha abbinato caratteristiche a funzionalità di squadra. Poi, non so ancora se saranno loro a vincere lo scudetto, perché là davanti regna l’incertezza». Messaggio a Verona? «La mia bella città, un ricordo fantastico, una società che si è presa la ribalta. Lì ho lasciato il cuore».•.

Simone Antolini

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