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Alle 15 al Benteodi

Hellas, prova di fuoco: ingabbiare il Napoli per toccare la salvezza

Sono 27 punti in 18 gare per il Verona di Juric FOTOEXPRESS
Sono 27 punti in 18 gare per il Verona di Juric FOTOEXPRESS
Sono 27 punti in 18 gare per il Verona di Juric FOTOEXPRESS
Sono 27 punti in 18 gare per il Verona di Juric FOTOEXPRESS

La salvezza, prima di tutto. La salvezza come tarlo. Perchè Ivan Juric si preoccupa essenzialmente di consegnare pace all’anima dell’Hellas. Non ancora salva. Ma sulla retta via per non finire bruciata dalle lingue di fuoco che arrivano dall’Inferno della zona retrocessione.

 

Juric ha visioni. Ma sa essere anche realista. Oggi stanno dietro al Verona in undici. Ma la Samp corre, il Benevento stupisce, il Bologna ha talento, la Fiorentina pure. E Spezia e Toro hanno dimostrato, in modo diverso, di essere indomite. In più, il mercato di riparazione sta aiutando le anime in pena a rimettersi in corsa per la pace. Juric ha visto, ha previsto. E per questo non si può accontentare dei 27 punti che il Verona ha messo in saccoccia oggi.

 

C’è il Napoli(oggi alle 15 al Bentegodi), e sarà durissima. Poi arriverà la prima trasferta del ritorno a Roma con i giallorossi, e potrebbe essere pure peggio. Il mercato parla anche per i gialloblù con Sturaro (ma ne avrà almeno dieci giorni prima di essere preso in considerazione), Lasagna, e pure un centrale di difesa da definire. C’è da spegnere del tutto l’emergenza, trovare un equilibrio, si spera, definitivo, e immergersi nel lungo viaggio che porterà il Verona alla linea di arrivo.

 

«Senza umiltà è finita. Se ci fermiamo siamo morti». Sintesi perfetta di Juric che non ha mai seriamente pensato all’Europa League come possibile terra di approdo per il suo Verona. E allora, fate le doverose premesse, c’è da pensare oggi solo al Napoli. Gran brutto avversario sulla strada dell’Hellas. Gli azzurri in campionato hanno sotterrato la Fiorentina (sei a zero) per poi cadere in Supercoppa italiana contro la Juve (zero a due). Saranno affamati, arrabbiati, infastiditi. Il Napoli ha talento infinito. Arcigno dietro, snello in mezzo, imprevedibile davanti.

 

«Ci serve la partita perfetta per provare a fare risultato» ha ribadito in conferenza stampa proprio Juric. Il Verona dovrà fare ancora a meno della regia di Miguel Veloso. Ma se non altro, i gialloblù recuperano Tameze. Giocatore capace di gonfiare i muscoli della mediana dell’Hellas, ma non solo. Juric ha bisogno di portatori di ossigeno, di giocatori (proprio come Tameze), in grado di abbinare corsa a qualità nel tocco. E pure intraprendenza. Il francese, dunque, torna a prendere posto in mezzo, al fianco del giovane Ilic. Chiamato a crescere in fretta, sia sul piano della quantità che della qualità del gioco. La personalità, invece, non gli difetta. Faraoni a destra è come l’Arena nella Bra, non si sposta. I dubbi, semmai, sono sulla mancina. Lazovic resta in ballo con Dimarco, destinato quest’oltimo anche a giocarsi una maglia con i tre di difesa. E qui c’è bagarre. Dipenderà dalle intime ispirazioni di Juric (pure a Bologna aveva sorpreso nello scegliere gli undici di partenza) dare volto alla difesa anti Napoli.

 

Gli azzurri attaccano in massa, sono micidiali in ripartenza, aprono il campo in transizione. E usano un centro boa come Petagna, efficace nelle sponde e nel gioco di stoccata. Serviranno agilità contro i brevilinee (vedi Insigne) e forza muscolare contro i molossi (vedi Petagna). Gunter, Magnani e Lovato potrebbero essere i tre giusti da abbinare agli avanguardisti napoletani. Ceccherini sfida la tendinite e potrebbe essere condizionato. Dimarco è ipotesi che rimbalza. Davanti? Salvo sorpresone, Juric dovrebbe dare fiducia ancora una volta a Barak, Zaccagni e Kalinic. Ma Juric a volte sa stupire più di David Copperfield. E magari anche stavolta... •

Simone Antolini

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