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Hellas, primo stop Il Parma graffia difende e vince

PARMA Finisce con il Parma in festa e il Verona che esce a capo chino, superato col minimo scarto, castigato più dai propri errori che non dalla forza oggettiva dell’avversario. Tutta colpa di un inizio troppo morbido - quello che ha permesso a Kurtic di centrare il bersaglio dopo appena 25 secondi - e di un seguito nel quale una prestazione volitiva, apprezzabile sotto il profilo tecnico, della corsa, dell’organizzazione generale, non è stata corrisposta dai frutti. Quindi dal risultato che la squadra di Juric avrebbe viceversa meritato. Fatali - oltre alla leggerezza in avvio - anche un paio di clamorose opportunità sprecate, a cominciare da quella che Favilli non è riuscito a trasformare in oro nella fase calante della ripresa. Il dibattito è aperto: forse il Parma ha avuto anche più fame e una maggiore voglia di prendersi l’intera posta. Nessun dramma però: con l’arrivo di Ounas e - speriamo - di una prima punta più adeguata alla Serie A, il mercato del Verona dovrebbe essere finalmente completo. A Juric resterà il compito di forgiare una formazione in grado di reggere urti come quelli del Tardini e ottenere quindi la salvezza con anticipo, bissando le soddisfazioni della stagione passata. Determinante, come premesso, si è rivelato l’inizio choc: fuga Karamoh sulla sinistra e pallone in mezzo dove Kurtic, sul secondo palo, in scivolata, in perfetta solitudine, ha tempo e modo di battere Silvestri. Segnale chiaro, nel caso in cui l’Hellas avesse mai potuto pensare di transitare al Tardini tratteggiando calcio. Perché la formazione di Liverani ha il coltello tra i denti: Kurtic e Brugman lo fanno capire ai gialloblù che però hanno un’ottima reazione. Così Brugman salva sulla linea sul raid di Faraoni e Pezzella compie un analogo miracolo sullo stesso Faraoni. Una volta si parlava di dominio territoriale ed è quello che ha avuto il Verona dopo i primi scellerati 33”. Squadra di Juric a menar la danza con il giovane Ilic, in grande crescita, al posto di Veloso, e gli esterni sempre attivi. Dimarco e Zaccagni da una parte, Faraoni e Barak dall’altra. L’Hellas arriva con una certa facilità nell’area di rigore dei padroni di casa ma non ha le necessaria cattiveria per spingerla dentro. Nella ripresa il Parma prende più coraggio e tocca a Silvestri a dir di no a Brugman in un paio di circostanze. Bravo anche Cetin a sostituirsi al portiere gialloblù su tentativo di Kurtic. Tante le sostituzioni, da una parte e dall’altra, che minano pure l’ordine tattico. Il Verona trova però beneficio dall’ingresso di Colley e Salcedo, che cominciano a infilarsi nella retroguardia del Parma. L’occasione più grosso capita a Favilli che a un metro e mezzo dalla linea di porta non riesce a mettere dentro a Sepe battuto. Ci fosse ancora “Mai dire Gol” sarebbe un lunedì nero per il giovane attaccante toscano, maltrattato anche da Bruno Alves. Perfino Gunter, tra i migliori, ci prova ma Sepe inchioda la palla sulla linea come fece Zoff al Sarrià nel 1982 col Brasile. •

Gianluca Tavellin

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