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Hellas, mi fai divertire. Voto Zaccagni e Barak, che peccato Benassi...

Attilio Perotti, 74 anni, sia il Genoa che l’Hellas Verona nel suo percorso professionale Perotti al Bentegodi vent’anni fa assieme a Rino Foschi FOTOEXPRESS
Attilio Perotti, 74 anni, sia il Genoa che l’Hellas Verona nel suo percorso professionale Perotti al Bentegodi vent’anni fa assieme a Rino Foschi FOTOEXPRESS
Attilio Perotti, 74 anni, sia il Genoa che l’Hellas Verona nel suo percorso professionale Perotti al Bentegodi vent’anni fa assieme a Rino Foschi FOTOEXPRESS
Attilio Perotti, 74 anni, sia il Genoa che l’Hellas Verona nel suo percorso professionale Perotti al Bentegodi vent’anni fa assieme a Rino Foschi FOTOEXPRESS

Il cuore è genoano. A Verona ha vissuto emozioni impagabili. Attilio Perotti è l’uomo dei due mondi. Nel Genoa ha ricoperto qualsiasi tipo di ruolo: giocatore, responsabile del settore giovanile ed allenatore in quattro differenti cicli. All’Hellas però ha assaggiato per la prima volta la Serie A da tecnico, nella stagione culminata con lo storico spareggio vincente di Reggio Calabria. Qualche anno prima però era già stato artefice della promozione della squadra gialloblù nella massima serie assieme a Vanoli e Baroni, Tommasi e De Vitis, Ficcadenti e Cammarata. La sua ultima esperienza in panchina è stata nel 2014 a Livorno, con in campo due attuali giocatori gialloblù come Federico Ceccherini e Marco Benassi. Genoa-Hellas, in ogni caso, è da sempre la sua partita. Perotti, il Genoa con Ballardini ha cambiato ritmo... «La squadra si esprime in campo con serenità. Ballardini è un tecnico molto abile. Sinceramente non ho mai capito perché il Genoa lo abbia cacciato così tante volte. I risultati sono dalla sua parte». Il Verona come può mettere in difficoltà il Grifone? «Abbinando l’aggressività alla qualità. Quando l’Hellas ci riesce può davvero far male a chiunque. Ho visto la gara con il Napoli: un autentico spettacolo. Quel Verona è temibile per tutti. E anche i genoani ne sono consapevoli». Il suo giudizio su Ivan Juric? «Lo vidi lavorare qualche anno fa in uno dei suoi primi allenamenti da tecnico del Genoa. Mi fece una grandissima impressione. Le sue sedute erano davvero all’avanguardia, molto valide e sapeva trasmettere molto bene i concetti ai giocatori. Io l'ho difeso per anni con i miei amici genoani. Ero convinto avesse la stoffa giusta. Il tempo mi ha dato ragione». Juric è un rimpianto per il popolo del Grifone? «Me la cavo con una battuta: ve l’abbiamo prestato noi ed io da ex tecnico del Verona non posso che esserne felice». Attilio Perotti coltivò anche il primo Federico Ceccherini nel Livorno... «All'epoca ero direttore tecnico dei labronici con il patron Aldo Spinelli. Ceccherini venne prestato in Serie D alla Pistoiese. Il suo vecchio allenatore della Primavera me lo consigliò. Io presi la macchina ed andai a vederlo a Pistoia». Evidentemente ne restò ben impressionato... «In un attimo decisi che l'anno dopo sarebbe tornato alla base. Lo lanciammo in Serie B. Fu una grande soddisfazione». Perotti in carriera ne ha lanciati tanti altri... «Bisogna quasi ritornare indietro nella notte dei tempi. Quello è stato il mio mestiere per una vita. Sono affezionato a Stefano Eranio o a Sebino Nela ma ho visionato talmente tanti giovani...». Se lo ricorda Marco Benassi? «Uno dei più bravi in assoluto. Convinsi Spinelli a chiederlo in prestito all’Inter. La prima volta lo vidi con la maglia della Primavera. Mi piacevano lui ed Mbaye di quell’Under 19 nerazzurra. Mentalmente Benassi era il più avanti di tutti. Tanto che aA Livorno esplose subito. Nelle mie relazioni scrissi che era da Nazionale. Poi ha fatto una buona carriera». Il Verona purtroppo lo ha perso troppo presto... «Un vero peccato ma gli infortuni fanno parte del gioco. Secondo me comunque aveva caratteristiche diverse da quelle richieste da Juric. Non è un aggressivo, è un ragionatore. Magari l’Hellas avrebbe costruito il gioco in un'altra maniera. Chissà, sarebbe stato un esperimento interessante». I talenti del Verona di oggi? «Mattia Zaccagni ha colpi incredibili ma anche Barak mi piace moltissimo. E non da questa stagione. Non ho però mai avuto la fortuna di vederli dal vivo. Mi piacerebbe studiarli meglio, osservarne i movimenti senza palla». Perotti, come finisce a Marassi? «Sarà una gara aperta, anzi apertissima. Io sono un simpatizzante genoano ma del Verona e dei veronesi ho soltanto ricordi meravigliosi. Quando arriva questa partita sono sempre un po' perplesso. Non so mai cosa augurarmi. Può finire con tutti i risultati». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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