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Hellas, irrinunciabile Dimarco Juric ha fatto un altro... colpo

Federico Dimarco in azione contro l’AtalantaIvan Juric
Federico Dimarco in azione contro l’AtalantaIvan Juric
Federico Dimarco in azione contro l’AtalantaIvan Juric
Federico Dimarco in azione contro l’AtalantaIvan Juric

Irrinunciabile Dimarco. Incarna alla perfezione l’anima guerriera pensata da Ivan Juric per il suo Hellas. Un altro capolavoro del tecnico croato? Pare proprio di sì. Perchè l’esterno mancino arrivato (per il secondo anno) in prestito dall’Inter è stato trasformato, nel tempo, da riserva di lusso, a titolare multi uso. L’anno scorso Dimarco aveva raccolto tredici presenze. Esordendo in maglia gialloblù l’8 febbraio, la notte più esaltante della stagione, coincisa con il successo contro la Juventus di Cristiano Ronaldo. PRIMA VERSIONE. Il “primo“ Dimarco poteva essere considerato doppione del titolarissimo Lazovic. Giocatore di passo e di spinta, da inserire nel momento in cui l’energia poteva venire meno a Darko. O, in alternativa, usato come arma tattica per alzare i giri del motore e portare freschezza alla banda mancina. Dimarco ha lasciato il segno. Giocatore tatticamente composto, intelligente nella gestione del suo “stare in campo“. Dotato di innata vocazione offensiva e di polmoni infiniti. Juric lo ha testato, ha preso appunti e ha spinto per la riconferma anche quest’anno. IL NUOVO DIMARCO. E oggi, le scelta del tecnico di Spalato di affidarsi ancora una volta a Dimarco, ha portato risultati più che soddisfacenti. Juric ha “trasformato“ il cursore “mordi e fuggi“ in un titolare, per certi versi, inamovibile. La positività di Lazovic, unita a qualche acciacco, ha aperto un’autostrada al giocatore di proprietà dell’Inter. Che ha strappato giudizi lusinghieri fornendo prestazioni quasi sempre di alto livello. NUMERI. Quest’anno Juric ha impiegato Dimarco in sette occasioni come quarto di sinistra in mediana, una volta come terzino di banda mancina nel 4-4-2 proposto contro il Sassuolo e pure come centrale di sinistra nei tre dietro in più occasioni (era già successo nelle ultime due partite della scorsa stagione, quando Dimarco venne utilizzato centrale contro Spal e Genoa). Ottenendo riposte più che positive. Dimarco, quest’anno, ha all’attivo anche due assist gol. E anche contro il Cagliari sono partiti dai suoi piedi palloni deliziosi. La giocata più riuscita non ha trovato la benedizione sotto porta di Favilli e Salcedo, arrivati fuori tempo sul cross di Dimarco nella parte finale della gara. TRIO MERAVIGLIA. La convivenza con Lazovic è più che possibile. Federico può giocare basso, alle spalle di Darko. A comporre insieme anche a Zaccagni, una catena di sinistra fenomenale: fatta di corsa, talento ed imprevedibilità. Il percorso di valorizzazione del giocatore - nella sua collocazione all’interno dell’Hellas - è stato rapido ed indolore. FUTURO. Dimarco è diventato così valore aggiunto. Uno di quelli da tenere, almeno questo dice il campo oggi, anche la prossima stagione. Il laterale milanese legato all’Inter fino al 30 giugno 2023. Il Verona per riscattarlo a titolo definitivo dal prestito dovrebbe sborsare una cifra che si aggira intorno ai quattro milioni e mezzo di euro. I nerazzurri potrebbero anche decidere di inserirlo come contropartita tecnica nella trattativa per arrivare - non subito - a Zaccagni. Non è da escludere, comunque, che il direttore sportivo Tony D’Amico possa anticipare i tempi per definire già entro il 2021 il futuro di Dimarco. Un dato stastico: in fatto di occasione create a partita, Federico oggi è terzo alle spalle solo di Calhanoglu e De Paul. •

Simone Antolini

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